Questo scritto del Dott. Giorgio Nobis – “I Maya: un popolo dalle robuste
radici” – descrive con sintetica chiarezza i lineamenti di un’antica ed
affascinante civiltà.
La forte attrazione che essa generalmente suscita è forse determinata anche
dall’incresciosa sensazione di assistere oggi al progressivo decadimento
della civiltà occidentale, in cui il Profitto, la Tecnologia ed il
Materialismo ad ogni livello appaiono essere i valori dominanti.
Tuttavia il “viaggio” dentro la civiltà Maya non deve cagionare
un'involuzione della coscienza personale nel “magico” e nel “mitico”
primordiali.
Esso piuttosto deve permettere di recuperare e d’integrare, nello stato di
coscienza attuale, l’armonia con la natura, il primato dello spirito sulla
corporeità, la rinuncia alla sopraffazione, l’immediatezza del rapporto con
il divino e la costante accettazione del mistero oltre i limiti via via
raggiunti dal progresso scientifico.
f.m.
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Ancora un'affascinante ricerca del collega Giorgio Nobis:
Il teatro è ancora l'America: questa volta il popolo esaminato è quello dei
Maya.
Pubblicato lo scorso mese di settembre BIOSFERANOOSFERA,tratta di un popolo
che aveva raggiunto un elevato grado di civilizzazione.
Ricordiamo che il loro calendario aveva spinto studiosi (o presunti tali) ad
indicare la fine del mondo per il 21 dicembre 2012.
Nel suo saggio Giorgio dimostra - con ampio anticipo - quanto errata fosse
questa strana profezia.
Pubblichiamo I MAYA: UN POPOLO DALLE ROBUSTE RADICI in tre puntate:
seguiteci, ne vale la pena.
Piazza Scala - dicembre 2012
Affreschi a Bonampak
Piazza Scala - dicembre 2012