I MAYA: UN POPOLO DALLE ROBUSTE RADICI
di Giorgio Nobis

 

 

    prima puntata: dalle origini alla fine del primo millennio   
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Nonostante le lunghe guerre intestine che per secoli hanno travagliato quest’etnia, le stragi siafisiche sia morali dovute alla ‘conquista’spagnola a partire dal XVI secolo della nostra era - aggravate
per giunta dalla diffusione di malattie epidemiche prima del tutto sconosciute nel continente americano e che hanno progressivamente interessato sia il nord che il sud delle Americhe (tragica circostanza, questa, del tutto imprevedibile ed all’epoca incontrastabile) - oggi esistono più di sei milioni di maya, concentrati nella vasta area che comprende il sud del Messico (in particolare il Chiapas ed il Campeche), il Belize e, soprattutto, il Guatemala.
Su questo gran popolo, che ha espresso un’elevata forma di civilizzazione, specie nel periodo classico, sono state scritte molte cose fantasiose da interpreti spesso improvvisati in particolare in questi ultimi anni.
Sono stati editi libri, articoli vari e trasmissioni televisive, tutti improntati da un lato a soddisfare il
desiderio di un vasto pubblico per il sensazionale ed il misterioso, dall’altro ad un ritorno economico di non scarso rilievo.
Si è molto parlato recentemente del 21 dicembre 2012, quale data “profetizzata” dai Maya per la fine del mondo.
Torneremo più avanti su questo aspetto che, in ogni caso, ci dà la misura di come una civiltà scomparsa da circa ottocento anni riesca ad esercitare una influenza notevole sull’immaginario collettivo attuale.
Sia pure sinteticamente, vediamo anzitutto di mettere a fuoco cos’è stata questa civiltà, per poi considerare che cosa i Maya di oggi conservino della grandezza dei loro avi e fino a che punto siano stati assimilati dalla cultura occidentale.
L’evoluzione culturale delle genti maya viene suddivisa in tre grandi periodi, entro i quali si fanno
ulteriori suddivisioni.
Il primo periodo è denominato dagli studiosi “preclassico”, ed è allora che i primi agricoltori si installarono in villaggi, a date che secondo le regioni variano da prima del 2000 fino al 700 a.C. (preclassico antico); in seguito, dal 700 al 300 a.C. (preclassico medio), iniziarono a costruire le prime piattaforme rialzate a sostegno di modesti edifici pubblici e le iniziali canalizzazioni per raccogliere le acque ad uso alimentare ed irriguo, attese le scarse precipitazioni e le periodiche siccità che colpiscono gran parte della penisola yucateca. I primi importanti centri civico-religiosi apparvero solo più tardi tra il 300 a.C. ed il 250 d.C. (preclassico recente).
Il secondo periodo, definito “classico” e che va dal 250 al 950 d.C., corrisponde allo sviluppo delle
grandi città maya dei bassipiani. Esso è diviso in due parti, l’una caratterizzata dall’influenza della
civiltà messicana di Teotihuacan (classico antico) e l’altra nella quale la civiltà maya raggiunge
l’apogeo del suo sviluppo (classico recente), seguito poi dal crollo improvviso di ogni struttura sociale, politica e religiosa, dall’abbandono dei centri urbani e dalla dispersione delle popolazioni.
Si ritiene che a produrre questa situazione abbiano concorso più fattori (catastrofi naturali, prolungate siccità, guerre tra le varie principali città, invasioni di popoli barbari), tuttavia è solo possibile fare delle supposizioni, quindi le vere cause restano tuttora inspiegate.

 

(continua)

 

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Piazza Scala - dicembre 2012