Nona puntata - appendice: L'AKAPANA

Questo è l’ultimo manufatto che prendiamo in considerazione, sia per la sua complessità, sia perché era il centro cerimoniale di Tiahuanaco, intorno al quale furono eretti la gran parte degli edifici a carattere sacrale della città.
La struttura alla quale fu attribuito questo nome è ormai un enorme cumulo di terra, che della forma originaria conserva poco, essendo stato per secoli oggetto di continui saccheggi di pietre, utilizzate per le costruzioni coloniali, oltre che di escavazioni alla ricerca di tesori (mai rinvenuti).
In origine l’edificio aveva lati di circa 180 metri, era alto più di 30 e si sviluppava su sette livelli, rivestiti d'enormi blocchi di arenaria e andesite, finemente lavorati.
Anche se non può essere considerato una vera piramide, tuttavia è sicuramente una delle più grandi piattaforme artificiali al mondo, i cui sette livelli erano attraversati da imponenti scalinate, fiancheggiate da statue di basalto nero. Alcune di queste statue, recentemente recuperate negli scavi in corso, ritraggono con tratti plastici le fisionomie di puma seduti e di figure umane in pose ieratiche.
La funzione di questa grande costruzione, dalla insolita forma simmetrica, resta del tutto sconosciuta ed ogni tentativo sin qui fatto di darne una spiegazione razionale non ha avuto successo.
Sulla sua sommità esisteva un edificio (osservatorio astronomico o tempio che fosse), del quale oggi rimangono solo pochi resti semisepolti e disgregati dall’insensata opera di scavo dei cercatori di tesori, che nel corso del tempo hanno creato addirittura la voragine che si nota nell’immagine sovrastante, in parte riempita da acqua piovana.
Il maggior interesse degli archeologi si è concentrato, ai giorni nostri, su cosa si potrebbe trovare all’interno della struttura, che risulta attraversata da una serie di passaggi, condotte idriche, pozzi verticali e collettori, tutti costruiti con pietre perfettamente lavorate e congiunte. A tutti gli effetti si tratta di un’opera d’ingegneria che non ha eguali nel mondo antico.
Un aspetto molto strano e particolare di questo monumento è rappresentato dall’esistenza di un accertato campo magnetico (sulla sommità gli aghi delle bussole impazziscono), indice dell’esistenza di masse metalliche nel sottosuolo: potrebbe trattarsi di un fenomeno naturale, ma non si può al momento escludere che l’interno celi la presenza di ingenti quantità di metallo che determini l’anzidetto magnetismo.

Fine nona e ultima puntata


 
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Piazza Scala - agosto 2011