Business and soups - affari e minestre
Capitolo ottavo - L’inganno
Per le nozze Don Vito regalò alla sua
Santuzza un bel pezzo di terreno incolto, confinante con un’area
edificabile, situato nella periferia nord di Chicago.
Il padre della ragazza sapeva benissimo che quel pezzo di terra sarebbe
stato, in tempi non sospetti, inglobato in una speculazione edilizia che
sarebbe stata perfezionata a tempo debito da amici degli amici molto legati
al clan di Al Capone.
Una volta entrato nel piano edificabile della città avrebbe avuto un valore
enorme.
Quindi disse a Santuzza di tenerselo ben stretto quel regalo, e che da lì a
un paio d’anni, sarebbero stati gli amici a dirle quando venderlo.
Era quello un periodo buono per la ragazza, dato che era passata dai suoi
momenti di sconforto ed abulia, a quelli di una grande euforia.
Così quando si presentarono alla porta di casa l’avvocato James Word assieme
a Bobby Santucci - presentatisi come persone di fiducia di Al Capone - li
fece accomodare nel salotto accogliendoli con i dovuti modi di gran dama
essendo la moglie dell’ormai noto finanziere Robert Brady.
I due, documenti alla mano, le parlarono con fare molto accattivante del
famoso terreno, dicendole che i tempi erano ormai maturi, e che c’era la
seria intenzione di procedere alla edificabilità di tutta quell’area nella
periferia nord di Chicago.
Le presentarono anche i disegni che mettevano in evidenza tutta una serie di
palazzine, di giardini alberati, di negozi di alta classe, ristoranti, e via
discorrendo.
In particolare, dissero che il pezzo di terra di proprietà di Santuzza, era
quello che - una volta ottenuto il permesso per edificare - sarebbe stato il
più valorizzato, aggiungendo che senza quello tutta l’intera area avrebbe
perso di valore.
I due parlarono altresì che non ci sarebbero stati problemi per ottenere i
permessi in considerazione del fatto che la cosa stava molto a cuore ad Al
Capone il quale aveva a libro paga tutte quelle persone del Comune preposti
al rilascio delle autorizzazioni, e che a quelle ci avrebbero pensato loro.
“Insomma è arrivato il tempo per vendere, gentilissima signora Brady”
concluse l’avvocato Word aprendo la valigetta di pelle che aveva al seguito.
“I tempi sono maturi!” aggiunse Bobby Santucci guardando con un largo
sorriso prima la donna e poi il socio.
A questo punto tirarono fuori un bel contratto - preliminare di vendita -
dove Santuzza vendeva la proprietà di quel terreno così come era
classificato in quel momento (non edificabile) al prezzo pattuito di
centomila dollari, con l’intesa che appena avessero ottenuto la patente di
edificabilità avrebbero versato nelle sue tasche la restante cifra di ben
cinquecentomila dollari.
Santuzza, che di queste cose così complicate non se ne intendeva poi molto,
allettata dalle cifre, e convinta dai modi così persuasivi dei suoi due
ospiti, firmò senza pensarci sopra.
Le parti dunque si lasciarono così con reciproca soddisfazione; i primi due
per aver concluso l’affare in brevissimo tempo e senza intoppi, la seconda
perché convinta di aver portato a termine, e senza l’aiuto di nessuno, un
vero affare.
E ne era così convinta che non vedeva l’ora che il marito Robert rincasasse
per fargli vedere con giusto orgoglio come era stata brava!
Pensò così di far vedere quel preliminare di vendita a tavola, in presenza
degli Adams e degli Stors, in tal modo la sorpresa sarebbe stata maggiore, e
il suo maritino avrebbe potuto gloriarsi della di lui mogliettina così
capace ed efficiente, davanti agli amici più cari.
E così fu.
Santuzza attese che furono serviti i dessert per tirare fuori il pezzo di
carta che le aveva procurato, seduta stante, l’incasso di ben centomila
dollari, tutti in biglietti da cento, nuovi fiammanti.
Erano dunque seduti a tavola, e assaggiavano compiaciuti il gelato alla
fiamma che il loro cuoco cinese aveva cucinato e servito per l’occasione..
Santuzza e Robert erano ai vertici opposti del lungo e spazioso tavolo della
sala, gli Adams- marito e moglie - alla destra della padrona di casa, e gli
Stors - marito e moglie con la figlia Juliette, alla sua sinistra.
Le signore in abiti da sera, molto eleganti, si erano dilungate per tutta la
durata della cena a parlare dei progetti per l’estate che sarebbe presto
arrivata.
La signora Adams, indossava uno scintillante abito rosso lungo che esaltava
il colore della sua carnagione chiara, diceva che aveva programmato già da
alcuni mesi di fare una lunga crociera intorno al mondo. Tra una tappa e
l‘altra si sarebbe fermata a Venezia per almeno due settimane per conoscere
meglio quella città di cui le avevano raccontato meraviglie.
La signora Stors con la graziosissima figlia - già in età da marito e che la
madre cercava di piazzare nelle alte sfere della Chicago bene - sarebbero
invece andate nella loro villa di Miami dove avevano invitato alcuni amici,
tutta gente - inutile dubitarne - di gran classe, e di immense disponibilità
finanziarie.
Le due signore, che dimostravano di avere entrambe già oltrepassato i
cinquant’anni, si mantenevano ancora bene e in tiro, anche se qualche ruga
intorno agli occhi, e qualche cedimento sotto il mento dicevano che il tempo
era passato anche per loro.
Gli uomini, compagni di golf, non avevano fatto altro che raccontarsi storie
attinenti alle loro lunghe camminate sul green cittadino.
Naturalmente, non essendo nessuno di loro campione di quel gioco, anche se
per presunzione personale lo credevano - e facevano credere di esserlo ai
loro dipendenti e sottoposti ogni santo giorno - stavano esagerando
nell’illustrarsi a vicenda le proprie performances.
La nostra Santuzza, che non vedeva l’ora di essere lei al centro della
serata, stava in ascolto da buona padrona di casa, anche se in maniera
distratta.
Educatamente interveniva nella discussione se richiesta di un commento,
annuendo con la testa, mentre con lo sguardo continuava ad impartire ordini
alla servitù.
Volgeva la testa ora verso destra, ora verso sinistra, sorridendo con molta
accondiscendenza a questo e a quello, con fare da gran dama.
Quando gli ospiti ebbero terminato di mangiare il gelato, e presero a
sorseggiare lo champagne proveniente dalla cantina personale di Don Vito,
Santuzza decise che era finalmente giunto il momento per assurgere a regina
della serata.
Ed ecco allora tirar fuori il suo bel preliminare di vendita, e dopo aver
attirato su di sé l’attenzione dei presenti con un leggero colpo di
forchetta sul bicchiere di cristallo, prese a spiegare loro, con poche ma
ispirate parole, che cosa le era successo nel pomeriggio, e di cosa trattava
e prevedeva il documento che aveva in mano e che mostrava orgogliosa.
Ne lesse i punti e le clausole che ritenne più importanti - per tutto il
pomeriggio si era studiata la parte, quindi non sbagliò né le virgole, né i
punti - e alla fine della sua spiegazione mise sulla candida tovaglia bianca
di pizzo, appoggiandole delicatamente sopra il preliminare di vendita, le
banconote nuove fiammanti.
“Centomila dollari!” pronunciò, con classe, deglutendo, e battendosi le mani
come fa una bambina davanti alla torta di compleanno subito dopo aver spento
le candeline.
“Centomila dollari!”ripetè sentendosi arrossire, mentre dagli occhi
sprizzava felicità.
Tutta orgogliosa, pochi istanti dopo, spostò lo sguardo luminoso verso gli
ospiti: prima verso le signore Adams e Stores che applaudirono, poi verso i
loro mariti che rimasero sorpresi della sorpresa, le bocche aperte.
Per ultimo, volutamente, incrociò lo sguardo di Robert, e solo allora non le
sfuggì che sul volto del marito non c’era né felicità, né orgoglio per
quello che aveva detto e fatto, anzi, conoscendolo bene, c’era solo
disappunto.
E siccome al momento non capì il perché di quella espressione del consorte,
il sorriso le scomparve dalle labbra, e immediatamente si rabbuiò perché non
riusciva a trovare un valido motivo che giustificasse agli occhi di lei
quell‘aria truce sul viso del suo Robert.
“Cara”le disse con fare brusco il “suo” Robert”fammi vedere quel pezzo di
carta.
“Mi sembra, cara, che ci siano dei punti poco chiari……sai! ”
E dopo che la moglie gli ebbe passate le carte, lui, dopo averle lette -
mentre nella stanza era calato improvvisamente un silenzio imbarazzante -
riprese a dire tutto rosso in volto, mantenendo a fatica il tono della voce
calmo:
“Ma non ti sei accorta che ti hanno imbrogliato?
“Questo pezzo di carta”che sventolò sotto il naso di Santuzza entrata già in
avanzato stato confusionale”dice che ti daranno gli altri soldi (previsti
nel contratto), solamente quando il terreno sarà reso edificabile.
“Si dice anzi nella clausola - che avresti dovuto leggere meglio - che se
entro cento giorni dalla data di questo atto il compratore non avrà ottenuto
il permesso per costruire,….ripeto il compratore, non il venditore…..cioè
tu, mia cara,…. il prezzo convenuto rimarrà di centomila dollari…… quelli
che hai già incassato ……capisci, perché gli altri…….. non ti verranno mai
dati.
“Per contro, il compratore o i compratori, si terranno il tuo terreno per
farne quello che vogliono perché firmando tu quel foglio, ne hanno già da
ora l‘indiscussa piena proprietà!
“Capisci ora l’imbroglio?……Ti è entrato quello che ti ho detto in quella
testolina…..vuota?” e queste ultime due parole (testolina e vuota) Robert le
pronunciò scandendole, e furono come due atroci pugnalate al cuore di
Santuzza.
“Ma Bert (abbreviazione di Robert che la povera Santuzza adoperava nei
momenti di difficoltà) non è possibile che quei due signori,….. che si sono
presentati a nome degli amici di papà, mi abbiano voluto imbrogliare…...
“Erano così distinti” e qui cercò comprensione e collaborazione delle donne
che annuirono per solidarietà femminile.
“Distinti un corno!”esclamò Robert il quale si era riappropriato del suo
posto a tavola, dopo averne effettuato il periplo un paio di volte.
Indi, alzandosi nuovamente in piedi di scatto, scaraventò sul piatto il
proprio tovagliolo con rabbia.
E dopo aver rivolto gli occhi al cielo,riprendendo a camminare in modo
nervoso attorno alla tavola, si puntò minaccioso in direzione della moglie,
apostrofandola a voce alta:
“Non ti rendi conto, tu!…….
“Ma non vedi…….che se te lo dico io che di queste cose me ne intendo…..
“Al contrario di te………
“C’è la clausola otto che parla chiaro” e indicandola con il dito medio la
portò all’attenzione della poveretta, rimettendo il contratto proprio sotto
il naso della sua metà sempre più sgomenta
”Vedi? Dice che se entro cento giorni dalla data della firma del presente
preliminare di vendita, l’acquirente non avrà ottenuto l’autorizzazione a
costruire, il prezzo rimarrà quello già versato.
E il contratto rimane così concluso………
“E ti pare che siano così fessi,….. queste brave e distinte persone che fai
entrare in casa,…. e che non conosci, a chiedere le concessioni……… entro i
cento giorni?
“Sicuramente faranno trascorrere i termini fissati, e poi, d’accordo con gli
amici del Comune, si faranno dare le autorizzazioni a costruire, però dopo i
cento giorni, risparmiando così un mucchio di dollari…..quelli che avrebbero
dovuto dare a te!……
“Capisci ora come sei stata brava!…..
“Ti hanno dato centomila dollari per risparmiarne cinquecentomila!
“E tu hai firmato!
“Senza neanche pensare di chiedere il mio parere!
“Ma perché non ti occupi esclusivamente della cucina, delle tue minestre, e
lasci gli affari a chi li sa fare?…..
“Affari e minestre non vanno d’accordo!……
“Ma certo, cosa ci si può aspettare dalla figlia di un oste bifolco arrivato
da….da un paesino della Sicilia che neanche so pronunciare, dove sicuramente
sono tutti mafiosi!…..”
“Ma dai Brady, cerca di calmarti” disse Tom Adams stringendo il braccio
destro di Robert.
“Ma certo, caro, vedrai che si aggiusterà tutto” si sentì di aggiungere
Gloria Stors abbracciando la povera Santuzza mentre con i nervi a pezzi
prese a singhiozzare.
“Vedrai che i nostri legali” adesso era Bob Stors che parlava”sistemeranno
tutto questo imbroglio, se no, per cosa li paghiamo !”…….
Ma nonostante l’intervento degli ospiti che cercarono in tutti i modi di
allentare la tensione e di mettere pace tra i due, le acque si calmarono.
Perché Robert continuò ancora per un buon quarto d’ora a vomitare insulti
sulla moglie e sulla di lei famiglia, dicendo che nessuno dei Gambini era
all’altezza dei Brady, e che erano tutti ignoranti (in quanto non laureati),
e che se non fosse stato per lui anche la moglie sarebbe rimasta una cafona
ignorante come tutti gli altri.
Solo quando la tensione si allentò, e la povera Santuzza smise di
singhiozzare, gli ospiti si accomiatarono raccomandando a Robert di essere
con la moglie più comprensivo.
“Portami il documento domani in ufficio” raccomandò Tom Adams all’amico di
golf prima di infilare l’uscita “Sono convinto che i miei legali troveranno
il modo di farvi uscire da questo pasticcio” poi rivolgendosi verso Santuzza
con fare accattivante aggiunse:
”Vedrai cara che risolveremo tutto quanto nel più breve tempo possibile…...
Non ti preoccupare e lascialo perdere questo marito cattivone…...
A una bella donna come te non si devono dire certe cose”.
Poi ancora raccomandò a Robert di stare calmo, e: “Il documento….. domani…..
in ufficio” aggiunse.
Le donne abbracciarono la padrona di casa e strinsero la mano a Robert non
riuscendo a nascondere, a loro volta, un certo disagio.
Una volta soli, però, Robert ricominciò ad inveire contro la moglie, dandole
anche della mantenuta e della malata mentale, finché Santuzza, ormai al
limite della sopportazione, non infilò la camera da letto dove si chiuse a
chiave.
Fine della ottava puntata (continua)
Piazza Scala - marzo 2011