GIOVANNI (sporgendosi
verso la moglie, in piedi): Hai contato?
MARGHERITA (cominciando a togliersi la parrucca):Numero
pari: sei. Quattro a destra e due a sinistra.
GIOVANNI: Che squallore! Non è servito da richiamo
nemmeno il mio nome. Le recensioni...me ne ero procurate
alcune a favore...Mah! E' andata. Non è piaciuto. Punto.
MARGHERITA: Peggio delle altre sere. Vuoto pneumatico,
direi.
GIOVANNI: Non fare dello spirito, sono
irritato...Passami un po' d'acqua, per favore, dopo quel
rantolare mi si è scorticata la gola.
MARGHERITA: Allora, chiamo un taxi?
GIOVANNI: Per quanto mi riguarda, non è il caso.
MARGHERITA: Mi era sembrato...
GIOVANNI: Ti era sembrato…cosa ti era sembrato? Sempre
pronta a saltare alle conclusioni, ma io sono stato
chiaro. Ho detto che non partivo? Ho detto che avevo
cambiato idea? Vuoi vedere che adesso la colpa è mia se
hai dedotto una cosa sbagliata?
MARGHERITA (lo guarda incerta): E io che faccio?
GIOVANNI: Finisci di cambiarti e te ne vai a casa.
MARGHERITA: Non c'è nessuno, a casa.
GIOVANNI: Questa volta me la stai mettendo giù dura, per
la miseria. Andiamo! Che sarebbe la prima volta che
dormi da sola? Tieni, prendi i soldi.
MARGHERITA: Ma che soldi? Ma fammi il piacere, cosa vuoi
che m'importi dei soldi.
GIOVANNI: E' la tua parte, quanto ti spetta.
MARGHERITA: E quando mai ti sei preoccupato di darmi
soldi? Ma che succede questa volta? C'è qualcosa che non
mi quadra. Sei agitato, misterioso, non mi guardi...Non
te ne sei mai andato senza ripulirmi pure il barattolo
del sale. Spiegami questa novità. Guardami, Giovanni: ho
l'impressione, il brutto presentimento, che non hai
affatto intenzione di tornare...Ho indovinato?
GIOVANNI: Tornare, tornare: si vedrà.
MARGHERITA: Dimmi che sbaglio. Non è il solito fine
settimana in un albergo affacciato sul mare, con qualche
puttanella, non è vero?...Coraggio, dimmi che sbaglio.
Dimmi che torni in pochi giorni...
GIOVANNI: Facciamo una cosa: vai a casa, prendi un
sonnifero e dormici su. Ti telefono domani.
MARGHERITA: Non torno senza di te.
CHIARA (prorompe
in scena dalla destra, con una valigetta): Giovanni,
ho chiamato il tassì, sta arrivando. Ma come: non sei
ancora pronto? Non ti sei cambiato? Accidenti perderemo
il treno.
MARGHERITA: E tu in che veste ti presenti nel mio
camerino, adesso?
CHIARA:
Ancora non le hai parlato?
GIOVANNI: Non c'è stato tempo, non si sente bene. Questa
mi casca con un coccolone…Abbi pazienza!
CHIARA (davanti
a lui, dominandolo, con le mani ai fianchi): E' un
anno che non trovi mai l'occasione giusta. Dico: un
anno! Dille due parole, togliti questo saio e
andiamocene.
GIOVANNI: Ma sì, ha già capito... non è mica stupida.
Vero Margherita che non c’è bisogno di dire nulla?
MARGHERITA: Me l'avete fatta sotto gli occhi per un anno
e non me ne sono accorta?!
CHIARA:
Margherita, guardati allo specchio. Sei vecchia, ma
questo è il meno. Ti sei lasciata andare, sei
invecchiata male, hai fumato come una disperata, tanto
che sulla scena fai quasi impressione perché devi
prendere fiato a metà di una battuta. Ragazza, ti sei
voluta male. Qui c'è la legge della giungla, la
selezione naturale. Rassegnati, scansati…Per farti dare
questa parte, Giovanni ha buttato il sangue...
GIOVANNI: Smettila Chiara, un po' di considerazione: c'è
modo e modo.
CHIARA:
Le sto semplicemente dicendo la verità e nemmeno tutta.
MARGHERITA: E quale sarebbe: tutta?
CHIARA:
Sarebbe che sono incinta...
MARGHERITA: Ma lui ha una certa età, non può essere suo
figlio.
CHIARA:
Ma che dici? Io sono sui trentacinque. Ottima età -non
credi?- per un figlio. Beh, esco, vado a fermare un
tassì.
GIOVANNI: Margherita, abbiamo messo su casa insieme.
Chiara ha delle rendite, delle proprietà...
MARGHERITA: Stai dicendo che lo fai per soldi?
GIOVANNI: Ma no, cosa ti viene in mente? E' tanto
giovane, determinata, indipendente. Non mi sono mai
sentito così vulnerabile con una donna.
MARGHERITA: Ho l'impressione che ti comandi a bacchetta.
Conosciamo il suo caratterino. Giovanni, non te ne
andare, non mi lasciare. Troviamo una soluzione.
Giovanni, sono io.. Guardami..
GIOVANNI: Ti telefono.
CHIARA:
Allora, ti decidi?
GIOVANNI: Solo un minuto. Non posso uscire conciato in
questo modo…
MARGHERITA: Non viene, non questa sera. Deve occuparsi
di me.
CHIARA:
Occuparsi di te? Fammi il piacere, non farmi ridere.
MARGHERITA: Tu non uscirai da quella porta a nessun
costo. Dovrai passare sul mio cadavere... Non posso
tornare a casa da sola... Scusa, devo prendere una
pillola per la pressione... passami la borsa... Il cuore
mi è arrivato alla gola.
GIOVANNI: Rieccola che tenta di fermarmi in qualche
modo… Non mi lascio impietosire, ti devi rassegnare: è
tutto deciso... Senti, chiama un tassì e vattene a casa,
oppure telefona a tua figlia e di' che ti mandi quel
coglione del marito. Lei ha dei doveri nei tuoi
confronti più di quanti ne abbia io. Finiamola.
Finiamola qui.
MARGHERITA: Quando avevi la febbre, anche se stavi in
qualche pensione con un'altra...come le chiamavi? le tue
evasioni... le tue necessità... la tua fantasia bizzarra
che aveva bisogno di alimentarsi come la fiamma di un
camino... volevi che ti accudissi io.
GIOVANNI: Non sopporto questa cantilena. Ma che peccato
ho fatto per espiare con questa donna. Che palla al
piede, che pazienza! Basta! Non ne posso più. Che lagna,
Margherita, per la miseria!
MARGHERITA: Mi uccido se te vai.
GIOVANNI: Non ci credo, ma alla fine tutti dobbiamo
morire. Ci mancava anche il ricatto, adesso.
CHIARA (ritornando):
Il tassì ci aspetta davanti all’ingresso principale.
Sbrighiamoci. Dobbiamo partire subito, altrimenti
domattina non potremo essere in teatro per le prove.
Accidenti, ancora vestito da imperatore!
MARGHERITA: Quali prove?
CHIARA:
Neanche questo ti ha detto? Portiamo in tournée per sei
mesi: ‘Morte di un commesso viaggiatore’. Certo mi
dovranno invecchiare, dovrò sforzarmi di muovermi
adagio, come una persona di mezza età... ma sarò Linda.
Non è granché come personaggio, un po' datato per le
donne della mia generazione.. .anche lui poi... ma alla
fine è un meccanismo molto ben congegnato. Quella
coesistenza temporale... assolutamente magica, ma
lasciamo stare non credo che riesci a seguirmi. Non
sosterresti neanche la parte di una sedia in un simile
dramma… Non è roba per te… per un’attrice che raglia. Hai
visto che salto faccio io? Da cameriera a protagonista.
Ah, Giovanni è sempre un nome nell'ambiente...
GIOVANNI: Chiara, smettila. Andiamo.
CHIARA:
Ti manderò una foto della nostra casa e più in là del
neonato:in fondo è il fratellastro di tua figlia.
GIOVANNI:Chiara, finiscila. Non fare la bambina...
CHIARA:
Addiooo!
GIOVANNI: Adesso che esci, stai attenta! Vai diritto a
casa. Chiara aiutami a slacciare i bottoni sulla
schiena. Dai piccola, seguimi… (escono)
MARGHERITA: Il momento che ho temuto per tutta la vita è
arrivato ed è struggente proprio quanto immaginavo. Come
m'invento, così tardi, dei punti di riferimento? Cosa
me ne faccio della libertà se non ho imparato a usarla.
Giovanni, con quella personalità prorompente,
l'intelligenza così acuta... Si dice che Napoleone
pensasse due cose per volta..sì, quel tipo lì. Era
sempre due spanne davanti a me, intuiva un epilogo dal
solo inizio. Era giusto, ma anche ovvio, che alla fine
lo lasciassi decidere come voleva. Sarei comunque
rimasta indietro. Cos'è questa? Una punizione...Non so
da dove cominciare. Le bollette, le fatture...le file
negli uffici...Berenice, dici che è facile? Tu cosa
farai adesso? Io vorrei consigli da te. Sei appena
rimasta sola...Si soffre di più per una morte o per un
abbandono? Dimmelo tu. Cosa mi consigli di fare...
dunque, chiamo un tassì e vado a casa. Mangiare? No, non
è il caso…Ho la nausea…Sono stravolta. Cosa dici ancora?
Devo smettere di pensare e aspettare domani?...Prendere
un sonnifero: Berenice, quanti sonniferi servono per
alleviare uno sradicamento? Me li dovrai contare tu
perché non ci vedo. Devo avere la pressione alle stelle.
Poi domani ci penso... domani ci penso...col giorno... il
vestito più bello… Ma io non ci vedo proprio…cosa sta
succedendo?… Cosa hanno i miei occhi? Farò come dici,
Berenice: chiamo un taxi, do l'indirizzo, entro in
casa... e domani indosserò il vestito più bello.
(fruga nella borsetta) Giovanni, non mi hai lasciato
le chiavi... Berenice, domani come mi vesto?
FORTUNA
DELLA PORTA
N° SIAE=
0302670 |