Fortuna Della Porta presenta

SCACCO AL RE

un suo lavoro teatrale che ha
vinto premi importanti
 

Scacco al re Atto primo - scena prima Atto primo - scena seconda Atto secondo - scena prima Atto secondo - scena seconda

 

 

Scena seconda

GIOVANNI (sporgendosi verso la moglie, in piedi): Hai contato?

MARGHERITA (cominciando a togliersi la parrucca):Numero pari: sei. Quattro a destra e due a sinistra.

GIOVANNI: Che squallore! Non è servito da richiamo nemmeno il mio nome. Le recensioni...me ne ero procurate alcune a favore...Mah! E' andata. Non è piaciuto. Punto.

MARGHERITA: Peggio delle altre sere. Vuoto pneumatico, direi.

GIOVANNI: Non fare dello spirito, sono irritato...Passami un po' d'acqua, per favore, dopo quel rantolare mi si è scorticata la gola.

MARGHERITA: Allora, chiamo un taxi?

GIOVANNI: Per quanto mi riguarda, non è il caso.

MARGHERITA: Mi era sembrato...

GIOVANNI: Ti era sembrato…cosa ti era sembrato? Sempre pronta a saltare alle conclusioni, ma io sono stato chiaro. Ho detto che non partivo? Ho detto che avevo cambiato idea? Vuoi vedere che adesso la colpa è mia se hai dedotto una cosa sbagliata?

MARGHERITA (lo guarda incerta): E io che faccio?

GIOVANNI: Finisci di cambiarti e te ne vai a casa.

MARGHERITA: Non c'è nessuno, a casa.

GIOVANNI: Questa volta me la stai mettendo giù dura, per la miseria. Andiamo! Che sarebbe la prima volta che dormi da sola? Tieni, prendi i soldi.

MARGHERITA: Ma che soldi? Ma fammi il piacere, cosa vuoi che m'importi dei soldi.

GIOVANNI: E' la tua parte, quanto ti spetta.

MARGHERITA: E quando mai ti sei preoccupato di darmi soldi? Ma che succede questa volta? C'è qualcosa che non mi quadra. Sei agitato, misterioso, non mi guardi...Non te ne sei mai andato senza ripulirmi pure il barattolo del sale. Spiegami questa novità. Guardami, Giovanni: ho l'impressione, il brutto presentimento, che non hai affatto intenzione di tornare...Ho indovinato?

GIOVANNI: Tornare, tornare: si vedrà.

MARGHERITA: Dimmi che sbaglio. Non è il solito fine settimana in un albergo affacciato sul mare, con qualche puttanella, non è vero?...Coraggio, dimmi che sbaglio. Dimmi che torni in pochi giorni...

GIOVANNI: Facciamo una cosa: vai a casa, prendi un sonnifero e dormici su. Ti telefono domani.

MARGHERITA: Non torno senza di te.

CHIARA (prorompe in scena dalla destra, con una valigetta): Giovanni, ho chiamato il tassì, sta arrivando. Ma come: non sei ancora pronto? Non ti sei cambiato? Accidenti perderemo il treno.

MARGHERITA: E tu in che veste ti presenti nel mio camerino, adesso?

CHIARA: Ancora non le hai parlato?

GIOVANNI: Non c'è stato tempo, non si sente bene. Questa mi casca con un coccolone…Abbi pazienza!

CHIARA (davanti a lui, dominandolo, con le mani ai fianchi): E' un anno che non trovi mai l'occasione giusta. Dico: un anno! Dille due parole, togliti questo saio e andiamocene.

GIOVANNI: Ma sì, ha già capito... non è mica stupida. Vero Margherita che non c’è bisogno di dire nulla?

MARGHERITA: Me l'avete fatta sotto gli occhi per un anno e non me ne sono accorta?!

CHIARA: Margherita, guardati allo specchio. Sei vecchia, ma questo è il meno. Ti sei lasciata andare, sei invecchiata male, hai fumato come una disperata, tanto che sulla scena fai quasi impressione perché devi prendere fiato a metà di una battuta. Ragazza, ti sei voluta male. Qui c'è la legge della giungla, la selezione naturale. Rassegnati, scansati…Per farti dare questa parte, Giovanni ha buttato il sangue...

GIOVANNI: Smettila Chiara, un po' di considerazione: c'è modo e modo.

CHIARA: Le sto semplicemente dicendo la verità e nemmeno tutta.

MARGHERITA: E quale sarebbe: tutta?

CHIARA: Sarebbe che sono incinta...

MARGHERITA: Ma lui ha una certa età, non può essere suo figlio.

CHIARA: Ma che dici? Io sono sui trentacinque. Ottima età -non credi?- per un figlio. Beh, esco, vado a fermare un tassì.

GIOVANNI: Margherita, abbiamo messo su casa insieme. Chiara ha delle rendite, delle proprietà...

MARGHERITA: Stai dicendo che lo fai per soldi?

GIOVANNI: Ma no, cosa ti viene in mente? E' tanto giovane, determinata, indipendente. Non mi sono mai sentito così vulnerabile con una donna.

MARGHERITA: Ho l'impressione che ti comandi a bacchetta. Conosciamo il suo caratterino. Giovanni, non te ne andare, non mi lasciare. Troviamo una soluzione. Giovanni, sono io.. Guardami..

GIOVANNI: Ti telefono.

CHIARA: Allora, ti decidi?

GIOVANNI: Solo un minuto. Non posso uscire conciato in questo modo…

MARGHERITA: Non viene, non questa sera. Deve occuparsi di me.

CHIARA: Occuparsi di te? Fammi il piacere, non farmi ridere.

MARGHERITA: Tu non uscirai da quella porta a nessun costo. Dovrai passare sul mio cadavere... Non posso tornare a casa da sola... Scusa, devo prendere una pillola per la pressione... passami la borsa... Il cuore mi è arrivato alla gola.

GIOVANNI: Rieccola che tenta di fermarmi in qualche modo… Non mi lascio impietosire, ti devi rassegnare: è tutto deciso... Senti, chiama un tassì e vattene a casa, oppure telefona a tua figlia e di' che ti mandi quel coglione del marito. Lei ha dei doveri nei tuoi confronti più di quanti ne abbia io. Finiamola. Finiamola qui.

MARGHERITA: Quando avevi la febbre, anche se stavi in qualche pensione con un'altra...come le chiamavi? le tue evasioni... le tue necessità... la tua fantasia bizzarra che aveva bisogno di alimentarsi come la fiamma di un camino... volevi che ti accudissi io.

GIOVANNI: Non sopporto questa cantilena. Ma che peccato ho fatto per espiare con questa donna. Che palla al piede, che pazienza! Basta! Non ne posso più. Che lagna, Margherita, per la miseria!

MARGHERITA: Mi uccido se te vai.

GIOVANNI: Non ci credo, ma alla fine tutti dobbiamo morire. Ci mancava anche il ricatto, adesso.

CHIARA (ritornando): Il tassì ci aspetta davanti all’ingresso principale. Sbrighiamoci. Dobbiamo partire subito, altrimenti domattina non potremo essere in teatro per le prove. Accidenti, ancora vestito da imperatore!

MARGHERITA: Quali prove?

CHIARA: Neanche questo ti ha detto? Portiamo in tournée per sei mesi: ‘Morte di un commesso viaggiatore’. Certo mi dovranno invecchiare, dovrò sforzarmi di muovermi adagio, come una persona di mezza età... ma sarò Linda. Non è granché come personaggio, un po' datato per le donne della mia generazione.. .anche lui poi... ma alla fine è un meccanismo molto ben congegnato. Quella coesistenza temporale... assolutamente magica, ma lasciamo stare non credo che riesci a seguirmi. Non sosterresti neanche la parte di una sedia in un simile dramma… Non è roba per te… per un’attrice che raglia. Hai visto che salto faccio io? Da cameriera a protagonista. Ah, Giovanni è sempre un nome nell'ambiente...

GIOVANNI: Chiara, smettila. Andiamo.

CHIARA: Ti manderò una foto della nostra casa e più in là del neonato:in fondo è il fratellastro di tua figlia.

GIOVANNI:Chiara, finiscila. Non fare la bambina...

CHIARA: Addiooo!

GIOVANNI: Adesso che esci, stai attenta! Vai diritto a casa. Chiara aiutami a slacciare i bottoni sulla schiena. Dai piccola, seguimi… (escono)

MARGHERITA: Il momento che ho temuto per tutta la vita è arrivato ed è struggente proprio quanto immaginavo. Come m'invento, così tardi, dei punti di riferimento?  Cosa me ne faccio della libertà se non ho imparato a usarla. Giovanni, con quella personalità prorompente, l'intelligenza così acuta... Si dice che Napoleone pensasse due cose per volta..sì, quel tipo lì. Era sempre due spanne davanti a me, intuiva un epilogo dal solo inizio. Era giusto, ma anche ovvio, che alla fine lo lasciassi decidere come voleva. Sarei comunque rimasta indietro. Cos'è questa? Una punizione...Non so da dove cominciare. Le bollette, le fatture...le file negli uffici...Berenice, dici che è facile? Tu cosa farai adesso? Io vorrei consigli da te. Sei appena rimasta sola...Si soffre di più per una morte o per un abbandono? Dimmelo tu. Cosa mi consigli di fare... dunque, chiamo un tassì e vado a casa. Mangiare? No, non è il caso…Ho la nausea…Sono stravolta. Cosa dici ancora? Devo smettere di pensare e aspettare domani?...Prendere un sonnifero: Berenice, quanti sonniferi servono per alleviare uno sradicamento?  Me li dovrai contare tu perché non ci vedo. Devo avere la pressione alle stelle. Poi domani ci penso... domani ci penso...col giorno... il vestito più bello… Ma io non ci vedo proprio…cosa sta succedendo?… Cosa hanno i miei occhi?  Farò come dici, Berenice: chiamo un taxi, do l'indirizzo, entro in casa... e domani indosserò il vestito più bello. (fruga nella borsetta) Giovanni, non mi hai lasciato le chiavi... Berenice, domani come mi vesto?

 

 

                                                                                          FORTUNA DELLA PORTA 

 

 

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