MARGHERITA (guardandosi allo specchio e poi
girandosi) Finalmente l'avventura è finita. Ancora
un'ora e togliamo le tende. Sbaracchiamo: si parte...
GIOVANNI
( in piedi, molto irritato): Detto in malo modo ma è
così.
MARGHERITA: Cinque repliche e altrettanti spettatori.
L'applauso totale sotto il minuto: controllato!
GIOVANNI: Questa sera ho contato tredici poltrone
occupate. Di solito dopo il primo atto metà del pubblico
se ne va...fai un po' il conto. L'altra sera diluviava
che sembrava si portasse il teatro e mi permisi qualche
speranza... Niente: tutti sotto la pioggia, piuttosto
che qui...
MARGHERITA:…piuttosto che sentirci belare, vuoi dire?
Intanto finisce qui e da domani…senza lavoro.
GIOVANNI:Non ricominciare a dire: te lo avevo detto,
altrimenti esplodo. Santo Dio, ho capito, ho capito...Mi
hai fatto una testa così dalla sera della prima. Ma hai
torto. Hanno torto.
MARGHERITA: Perché, vorresti insinuare che non ho
ragione? Ti sono venuta appresso in questa avventura
senza capo né coda ed eccomi qua. Tu e quel principiante
del regista e questo testo di un dilettante... E' la
prima volta che il tuo fiuto ti inganna, ma lo ha fatto
alla grande...Che razza di personaggi: stilizzati, senza
sangue. Dimmi, come può scattare negli spettatori un
meccanismo di identificazione o almeno di
partecipazione? Sono tutti finti, sembrano delle
marionette. E dialoghi tanto lunghi da mozzarti il
fiato. Non c'è ritmo...l'intreccio è poco plausibile. Un
dialogo barocco, desueto…Ma tu non mi ascolti mai...
GIOVANNI: Dillo!
MARGHERITA: Cosa?
GIOVANNI: Povera me!…
MARGHERITA: Appunto: povera me!
GIOVANNI: Sai che ti dico? Se vuoi una storia scritta
col sangue, apri una pagina di un quotidiano(prende
un giornale)-ecco, ecco, guarda qua- tre morti
davanti ad un bar…aspetta…più sotto…uno si è gettato sui
binari della metropolitana…insomma, ti aggiorni su una
sparatoria e appaghi la tua morbosità. Lì c'è tutto. Ora
del delitto, età, luogo di nascita, interessi dei
protagonisti: una goduria.
Lo
capisci che non se ne può più della vita vera: tra
giornali, televisione-verità, pubbliche confessioni ed
ammende sei aggredito da tutte le parti. E' un assedio.
L'arte deve portarti in un'altra dimensione. Così ti
salva. Se ti vuoi salvare. Ma tu no. Non ti vuoi
salvare.
MARGHERITA: Basta! Non mi voglio salvare…Mettiamola
così: alla fine contano gli spettatori che in modo
lampante hanno decretato che questo lavoro non piace a
nessuno.
GIOVANNI: E va bene, va bene. Voglio però che mi lasci
in pace.
MARGHERITA: Ti ricordi quando facevo Linda, nella Morte
di un commesso viaggiatore? Che successo!
GIOVANNI: Ci risiamo. Ma perché ti ostini a vivere nel
passato. E' accaduto cento anni fa, che ti dovevano
invecchiare per fare Linda da grande.
MARGHERITA:Dieci, dico dieci minuti di applausi. E tu
con quelle spalle curve per tutto il tempo…il povero
Willy che porta sulle spalle tutto il peso del mondo:
come si fa a non commuoversi...Non ti ho mai amato
tanto: ero diventata Linda per davvero. Nell'ultima
replica eccezionalmente furono ammessi spettatori in
piedi altrimenti non ci avrebbero permesso di
cominciare. Quante stagioni abbiamo fatto? Che
personaggio! Che forza emana in quella sua dedizione!
Quante mogli ci si riconoscono? Io per prima...
GIOVANNI: Sai perché conservi ricordi tanto, diciamo,
rosei? Perché eri giovane e perché le cose tra di noi
allora funzionavano, almeno sembrava. E poi di questo
mollusco di commesso più cieco di una talpa non ne posso
più. Non lo rifarei, adesso che ho l'età non lo rifarei.
Passato. Amen.
MARGHERITA: Come hai detto? Sembrava...sembrava che si
fosse felici noi due. È questo che dicevi?
GIOVANNI: Va bene, va bene. Mi correggo. Si andava alla
grande, sei contenta? Preparati, adesso: stiamo per
ricominciare. Sistemati la parrucca, ti pende da questa
parte.
MARGHERITA: Hai portato la macchina o torniamo in taxi?
GIOVANNI: Vedi tu come vuoi tornare. Io avrei da fare.
MARGHERITA: Ancora?
GIOVANNI: Anche domani. Insomma parto.
MARGHERITA: Fammi capire: non parti da solo, vero? La
storia si ripete. Su chi hai messo gli occhi questa
volta? Guarda che se parti puoi tornare anche in
ginocchio: non ti apro, cambio la serratura, questa
volta. E' diventato più vecchio di Matusalemme questo
caprone e mi fa il solito scherzetto. Chi è? Ma non ci
casco. L'ho promesso ad Angela. Chi è questa volta? La
conosco? Senti, quando ti sarai stufato non tornare, non
ti voglio, non ti perdono.
GIOVANNI: Pulisciti gli occhi. Non è il momento. Finiamo
questa cosa e dopo parliamo. Comincia a starmi sullo
stomaco questo capolavoro: salterei volentieri il
secondo atto, ma...Che ne dici? Dopo parliamo con calma.
Ho detto con calma. Ti dirò tutto. Promesso.
MARGHERITA: Mi devi prima dire chi è. Non mi puoi fare
questo!
GIOVANNI: Fare cosa? Quanto sei melodrammatica!
MARGHERITA:La prima volta che ti ho visto nel letto con
un'altra avevo nostra figlia in braccio e per poco non
mi cascava.
GIOVANNI: Ho ancora bisogno dei miei spazi.
MARGHERITA:La sarta: ti eri portato a letto la sarta
della compagnia, più vecchia di te di dieci anni. Con te
funziona così: basta che sia una donna e respiri... Mi
sono giocata una figlia. Non vuole vedere neanche me.
Angela mi telefona, ma non mi porta il bambino. Ho una
fotografia, ma che me ne faccio. Ormai ha tre mesi: mi
ha detto che ha imparato a ridere.
GIOVANNI: Quando mai tua figlia mi ha potuto vedere?
MARGHERITA: L'ultima volta che sei sparito lasciandomi
senza un soldo sono andata da lei. Avevo un bel livido
sul braccio tanto me lo avevi stretto...mi ha dato
qualcosa e mi ha messo alla porta: torna quando lasci
quel farabutto. Mi ha detto. Ha mantenuto la parola…
GIOVANNI: Farabutto a me? A suo padre?
MARGHERITA: E come ti dovrebbe chiamare? Angela non è
mai stata né sorda né cieca... Ma io adesso...è troppo
tardi...troppo tardi per tutto.
GIOVANNI: Ma andiamo, ti sembra il momento? Che tono!
Sono stato un tantino esuberante...ma sono sempre
tornato a casa. Anche con un gioiello... sì anche quando
non potevo. Un prestito, un acconto...Hai sempre
lavorato e di chi è il merito? Consentimi: ho seguito la
tua carriera più della mia; ti vaglio le proposte, cerco
di...
MARGHERITA: Ti prendi la mia paga e mi tradisci sotto
gli occhi di tutti...Sai che gli altri mi disprezzano?
Mi disprezzano perché mi faccio umiliare...Io stessa mi
giudico una sorta di ostacolo, sento la mia fisicità
eccessiva: vorrei scomparire.
GIOVANNI: E questa battuta da dove viene? Fammi
indovinare...Ecco il tuo problema: non sai tenere i
piedi per terra. Hai delle aspettative esagerate, non
sai prendere la vita alla giornata. Santo Dio, un minimo
di leggerezza e devi vedere come ti viene bene.
MARGHERITA: A me non ha mai detto bene.
GIOVANNI: Diciamoci la verità, Margherita. Tu sei
stupida, non hai carattere, uffa, che palla al piede e
con questo ho finito. E' ora di tornare in scena, ma se
non mi concentro un minuto va a finire che mi dimentico
le battute. Per piacere, fammi stare calmo, non mi
aizzare, secondo il tuo solito. Saresti capace di
rubarmi il copione dalla testa...
MARGHERITA: Dimmi prima chi è.
GIOVANNI: Non fare la lagna: non è importante. Datti una
sistemata: dobbiamo finire bene, per correttezza. Anche
per un solo spettatore…
MARGHERITA: Non sarò mai più Linda, vero? Sono troppo
vecchia. Le donne invecchiano prima anche nell'arte...
GIOVANNI: Su, su, scusami per quello che ho detto. Non
lo pensavo. Stai calma. Neppure io sarò più Willy.
Aggiustati, concentrati, ci siamo. Datti un po' di
rossetto sulle guance, asciugati le lacrime. Lo sai che
ti voglio bene, ma tu certe volte mi fai diventare
pazzo.
MARGHERITA: Allora resti?
GIOVANNI: Ma può darsi, dopo ne parliamo. Su, bella,
sorridi, andiamo...andiamo.
FINE Atto Primo
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