Quarta parte - 1900: gli anni 70/80
 

ANNI 70. Nel campo maschile si distinguono come cantautori Lucio Dalla, Baglioni, Venditti, Guccini, Vecchioni, Bennato, Battiato, Francesco De Gregori, diversi dai loro colleghi degli anni ’60  perché si riferiscono sempre alla quotidianità del vivere, agli odori, ai sapori delle loro giornate, inclini alle tematiche sociali e politiche sperando in un mondo migliore, più pessimisti che ottimisti eccetto Bennato che lancia Sono solo canzonette. In De Gregori, cantautore romano, sentiamo la disillusione di una generazione  e  come l’angoscia della lotta sociale e del terrorismo sia  subentrata alla “spensieratezza degli anni del boom economico” (Leva calcistica della classe ’68). La donna cannone, un capolavoro della canzone italiana, parole e musica inscindibili, suscita un forte impatto emotivo, e si sente “lo slancio dell’anima verso uno spazio sconosciuto dove poter cogliere nuovi frammenti di libertà: Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno / giuro che lo farò”.  (F. Liperi).

 In Lucio Dalla, cantautore fra i più preparati, troviamo generi diversi: dal folk al jazz, alla musica sinfonica. Con la sua voce insieme armonica, sussurrata ma anche estesa, ha “il gusto di usare le parole come puro ritmo” (G.Borgna op. cit.), basta ascoltare la sua interpretazione di Gesù Bambino (o 4/3/1943) (1971) e L’anno che verrà (Vedi caro amico ti scrivo e ti dico / e come son contento di essere qui in questo momento / vedi caro amico cosa si deve inventare / per poterci ridere sopra / per continuare a sperare…) dove “l’utopia è ormai un espediente per vivere” (G. Borgna op. cit.)

 Nelle canzoni di Claudio Baglioni troviamo metafisica e quotidianità, ottimismo e speranza Strada facendo vedrai…I giovani vogliono sperare in un mondo migliore.

  Francesco Guccini canta Auschwitz e Dio è morto, si sfoga, si ribella con La locomotiva, dichiara la sua delusione nella Canzone di Piero.

  Antonello Venditti  si avvicina più al  canto alla Elton John e propende per un tipo di canzone più folk (Roma Capoccia, Campo dei fiori, Sotto il segno dei pesci, In questo mondo di ladri), in cui “mette insieme orecchiabilità e sentimenti” (F. Liperi).

Dedicandosi alla ricerca sul suono, sulla composizione e soprattutto sulla musica elettronica,  Franco Battiato è comunque rimasto fedele  alla forma-canzone. Con l’album L’era del cinghiale bianco ottiene i primi successi e da parte dei critici musicali si comincia a capire finalmente che il termine “musica leggera”  ormai è superato e si comincia  ad adottare il termine pop che mette insieme canzone, rock, folk. Più tardi Battiato inizia per i testi la collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro che dà alle canzoni di Battiato una maggiore intensità poetico-letteraria (E ti vengo a cercare, Sentimiento nuevo, I treni di Tozeur, Fetus, Battiato Pollution).

 Ivano Fossati , uno dei protagonisti della musica pop,  con il gruppo dei Delirium pratica il rock ma anche il folk. Molti cantanti di prestigio come Mina e Celentano cominciano a scegliere i suoi brani e il primo successo arriva con La mia banda suona il rock. Nel 1980 incide Panama e dintorni (con la canzone più riuscita La costruzione di un amore) dove “blues e reggae sono innestati su un ritmo latino” (F.Liperi).

Roberto Vecchioni è il cantautore che ama studiare i sentimenti dell’animo umano. Dapprima compose canzoni per altri cantanti e partecipò anche al festival di San Remo. Ma il suo pubblico sarà quello della Rassegna della canzone d’autore dedicata a Luigi Tenco per canzoni come Il re non si diverte, Ipertensione, Elisir, Calabuig). Utilizzando i disegni di Sergio Staino illustrerà le canzoni di El bandolero stanco.

Renato Zero negli anni Sessanta fa parte dei musical “Hair” e “Orfeo 9” facendo esperienza di spettacolo e nel 1973 arriva il primo disco No, mamma no dove già si nota “il suo stile basato sui travestimenti, il trucco, l’ambiguità sessuale” (F. Liperi).

 Viene accolto con entusiasmo dal pubblico perché un po’ trasgressivo, provocatorio  contro il grigio perbenismo. Nel 1978 diventa veramente popolare con Zerolandia (che contiene Triangolo e Sbattiamoci). Denuncia un mondo d’ipocrisia e falsità. Nel 1991 presenta al Festival di San Remo Spalle al muro e sarà “vincitore morale” ma in effetti vince Riccardo Cocciante con Se restiamo insieme.  Nel 1974 Cocciante aveva composto Poesia e Bella senz’anima, classici della canzone romantica ma il grande successo arriverà fra la fine degli anni  settanta e l’inizio degli anni Ottanta con canzoni come Margherita, Celeste nostalgia. Nel 1988 compone e canta in duetto con Mina Questione di feeling.

  In Vasco Rossi, esponente del nuovo rock italiano, sentiamo la delusione, il senso del vuoto dei giovani, il desiderio di partecipazione politica. Vita spericolata fu la “canzone culto per eccellenza”. 

 Con Zucchero (Adelmo Fornaciari) siamo in pieno pop-rock italiano. Fu “ il primo, seguito poi da Eros Ramazzotti, Laura Pausini e Andrea Bocelli,  a venir coinvolto nei grandi avvenimenti della musica internazionale del rock”.  Il suo primo successo arriva nel 1985 al festival di San Remo con Donne.  Con Luciano Pavarotti canterà Miserere.

 A Napoli gli anni Settanta-Ottanta furono ricchi di produzioni musicali con musicisti come Tony Esposito, Alan Sorrenti, Teresa De Sio, i fratelli Bennato anche perché la musica americana o “nera” era ben conosciuta, alla fine della guerra i soldati americani circolavano per i vicoli di Napoli. Il sassofonista  James Senese con il suo gruppo Napoli Centrale rappresenta le nuove idee musicali. Da qui nascerà Pino Daniele con il suo primo album di  successo ‘Na tazzulella ‘e café dove “dimostra di sapere interpretare in modo personale il segreto dello spirito canoro di Napoli che si sostanzia nella costruzione di melodie semplici e moderne allo stesso tempo, immediate ed emozionanti, eppure segnate dal marchio della classicità” (F.Liperi op. cit.). In Pino Daniele  troviamo tradizione ed elementi rock e afroamericani. Nel 1984 si esibisce a S. Siro con Bob Dylan e Carlos Santana con un suono in cui sentiamo  blues, jazz, salsa, ritmi arabi e partenopei. Nei testi  troviamo il dialetto napoletano ma anche frasi in inglese, in italiano, e slang. Dietro l’esempio di Pino Daniele  si muovono Enzo Avitabile (che ha suonato anche con Tina Turner) e Tullio De Piscopo.  virtuoso delle percussioni, che ha collaborato con Gerry Mulligan, Billy Cobham e cantautori come Enzo Jannacci.

A Napoli  si fa notare presto  fra gli anni Settanta-Ottanta Nino D’Angelo sia come cantante sia per essere considerato l’erede di Mario Merola nella sceneggiata.

I genovesi Matia Bazar ci danno una musica pop leggera: Stasera che sera, Per un’ora d’amore, Solo tu, e una musica elettro-pop con i toni della new-wave (canzoni accompagnate da strumenti elettronici): Vacanze romane è un insieme di suoni moderni e melodia italiana.

 Fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta sono rocker italiane  Loredana Berté (Sei bellissima, E la luna bussò, Non sono una signora) e Gianna Nannini, che in seguito saranno seguite negli anni Novanta  da Irene Grandi, Carmen Consoli, Marina Rei.