Quarta parte - 1900: i favolosi anni 60 (seconda parte)
 

Nascono intanto i “cantautori” intellettuali per lo più di Genova:  Paoli, Bindi, Tenco, Lauzi, De Andrè, Endrigo,  che esprimevano il malessere diffuso verso il mito del consumismo, il desiderio di una vita meno conformista. In loro si sente eco di poesia: Gozzano, Montale, Pavese, Sbarbaro. Ci tengono a  a distinguersi  per l’impegno civile e per evidenziare  la distinzione fra le loro canzoni impegnate  e quelle di puro consumo commerciale. Gino  Paoli compone Il cielo in una stanza e Sapore di sale  e a dirigere l’orchestra c’era Ennio Morricone. Umberto Bindi lancia Il nostro concerto. Bruno Lauzi compone e canta Ritornerai. Per Piero Focaccia scrive Permette Signora e Piccolo uomo per Mia Martini. Con Onda su onda e Genova per noi propone inoltre all’attenzione di tutti un nuovo musicista  Paolo Conte.  Nel 1963 Sergio Endrigo ha il suo primo successo con Io che amo solo te, nel 1968 trionfa a San Remo con Canzone per te e arriva terzo nel 1970 con L’arca di Noé.  Frequenta  Giuseppe Ungaretti, Pier Paolo Pasolini, e le  sue canzoni

sono legate al mondo della poesia  (Mani bucate, Girotondo intorno al mondo).   Scriverà ancora canzoni per bambini, infatti negli anni Settanta compone, con la collaborazione di Gianni Rodari Ci vuole un fiore.

Paolo Conte,  che nutriva una grande passione per il jazz,  scrive per Celentano Era la coppia più bella del mondo e poi Azzurro nel 1968, Messico e nuvole per Jannacci. Nel 1979 con  vari album come Un gelato al limone, La donna d’inverno, Paris Milonga ottiene un grande successo cantando con la sua voce aspra. La musica è melodica ma il ritmo sincopato assimilato dal jazz è sempre presente.

A Milano abbiamo G. Gaber e E. Jannacci, il primo esprime la solitudine e le difficoltà della vita e  a teatro diventerà il Il signor G dove mescola cabaret, teatro e canzone, rivelandosi poeta autentico senza “prestarsi a strumentalizzazioni e sfuggendo a etichette di comodo”. Jannacci (che diceva di essere un medico prima di  essere musicista), avrà una lunga collaborazione con Dario Fo e altri milanesi come Cochi e Renato, Boldi, Teocoli. Tenco venne ritenuto troppo politicizzato e fu il primo a lanciare canzoni di protesta, “il più vicino al mondo dei beat”. La sua canzone Ciao amore ciao presentata al Festival si San Remo in coppia con Dalida viene bocciata e Tenco ne esce distrutto fino ad arrivare al suicidio.

L’exploit di Mina ha inizio nel 1959  perché  appare in “Lascia o raddoppia?” con una interpretazione aggressiva di Nessuno (la canzone però, cantata da Wilma De Angelis era nata con un’impostazione melodica).  “Con Tintarella di luna, Folle banderuola, Una zebra a pois segue la stessa impostazione ritmica”. Con Due note si allontana dal suo stile di urlatrice, infatti dopo canterà Il cielo in una stanza di Gino Paoli  dove si dimostra grande interprete. Diventa protagonista di trasmissioni come Studio uno, Sabato sera, Teatro 10. Nel 1963 nasce Massimiliano figlio di Mina e Corrado Pani. Non erano sposati e la RAI non la fa più cantare in nessuna trasmissione per l’antiquata e confessionale mentalità di allora. Ormai comunque Mina era molto popolare e dopo poco più di un anno torna a cantare con successo canzoni come  Città vuota, Le tue mani, Un anno d’amore, Soli, E’ l’uomo per me, E se domani (G.Paoli), Se telefonando (Morricone-Costanzo), Noi due (Martelli), Come sinfonia, Non illuderti, facendone conoscere gli autori. Nel 1965 torna a condurre Studio Uno con Lelio Luttazzi, le Kessler, Milly e Luciano Salce. Nel 1968 conduce Canzonissima con Paolo Panelli e Walter Chiari e lancia la stupenda sigla Vorrei che fosse amore. Ed ecco l’incontro con Lucio Battisti che cede a Mina Insieme,  Io e te da soli (1970), Amor mio.  Più tardi Mina condurrà Teatro 10 con Alberto Lupo (famosa la sigla Parole parole). Altri successi seguiranno: Zum zum zum, Grande grande grande, L’importante è finire, Soli. Nel 1978 Mina decide di non apparire più in televisione. Si dedicherà solo all’attività discografica curata dal figlio Massimiliano. Con l’amico Adriano Celentano inciderà Mina Celentano.  Ornella Vanoni, milanese, attrice del Piccolo di Milano, fu dapprima  interprete delle canzoni della mala ( Le mantellate) e in seguito delle canzoni dei cantautori in particolare di G. Paoli con canzoni come Senza fine e Che cosa c’é. Con il suo stile  sofisticato e raffinato  Ornella è stata un’interprete davvero affascinante della canzone italiana. Nel 1969 canterà canzoni di Tenco, Bindi, Modugno e di autori francesi e brasiliani come Gilberto, Aznavour, Bécaud. Con Roberto Carlos interpreta L’Appuntamento. Collabora con Vinìcius de Moraes e Toquinho (La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegria).

Milva emiliana, la pantera di Goro, rivale di Mina, col tempo affinerà il suo stile e la tecnica vocale passando dalla canzonetta alla canzone impegnata: Canti della resistenza, gospels, le canzoni di Brecht e Weill diventando interprete colta, raffinata e insieme popolare. Al Piccolo di Milano viene come “reinventata reimpostata” (Borgna) da Giorgio Strehler.

Iva Zanicchi, dotata di una voce calda e potente, incide nel 1964 Come ti vorrei e più tardi verranno Zingara, Non pensare a me.

Dalida nel corso degli anni ’60 è stata cantante di grande temperamento con successi come Milord, Bang Bang, Lacrime e pioggia. A San Remo canta in coppia con Tenco Ciao amore ciao ma forse il ricordo della tragica fine di Tenco e una serie di tragedie personali la porteranno purtroppo al suicidio nel 1987.

Mia Martini da interprete jazz a raffinata popstar, giunta a Roma dalla sua Calabria, insieme alla sorella Loredana Bertè, si fa subito notare per il timbro di voce un po’ roca ma che sa arrivare a toni alti come Mina. Canterà in seguito la bellissima canzone di Bruno LauziAlmeno tu nell’universo” dalle note dissonanti.

Al Bano  presenta ancora la canzone-romanza e Massimo Ranieri può essere definito erede del canto melodico napoletano. Mino Reitano, Peppino Gagliardi, Gianni Nazzaro, Ricchi e Poveri, Nicola Di Bari, furono tipici rappresentanti della canzone all’italiana,  Non vogliamo dimenticare nomi come Nada, Miranda Martino, Carmen Villani, Rosanna Fratello,  Anna Oxa, Marino Marini (Chella là, Marina), Riccardo Del Turco (Luglio), Mario Tessuto (Lisa dagli occhi blu), Renato dei Profeti (Lady Barbara), Umberto Tozzi (Ti amo. Gloria), Orietta Berti  che rilancia lo stile melodico-folk con canzoni come Io tu e le rose, Marcella (Non si può morire dentro), per lei  componeva il fratello Gianni Bella che scriverà poi  brani con Mogol importanti per lo sviluppo della canzone “pop” all’italiana. Scriveranno insieme infatti negli anni Novanta l’album Io non so parlar d’amore per Adriano Celentano.