TERZA ED ULTIMA PUNTATA
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La copertina del libro di G. Pisoni con
questa prefazione.
Un romanzo intriso dei colori e degli umori della laguna
veneta, in un passato non troppo lontano. Schivo e di
poche parole, Marzial ha ereditato dal padre il mestiere
ed una barca con cui affrontare il mare per potersi
garantire da vivere. Pescatore di Burano che affronta
sempre ogni cosa a viso aperto – Marzial non nutre
timori verso alcuno – evitando parole non necessarie.
Sussurri e storie si rincorrono, tra i campielli e nelle
calli dell’isola di Burano, dove protagonisti assoluti
sono uomini e donne che conducono con sagacia il duro
mestiere di vivere. Senza retorica, abbracciando la vita
per intero. Una storia indimenticabile insieme allo
scenario incantevole di brume e silenzi della laguna |
IL MONDO DI MARZIAL: UNA FILOSOFIA
DI CUI FORSE AVREMMO BISOGNO ANCHE OGGI PER VIVERE MEGLIO…
Chi era Marzial, ormai l’ho scritto più di qualche volta su “Piazza
Scala”, ma per “comodità” ripeto che si tratta di un pescatore di
Burano che…
….amava la solitudine, realtà che gli consentiva di vivere a modo
suo senza padroni e responsabilità.
La pesca era più che sufficiente a fornirgli i mezzi di sussistenza
sia in natura che in soldi che in gran parte non riusciva a spendere
e che regalava alla Mantica (si trattava di una sua donna tuttofare
di cui ho già scritto in precedenza).
Aveva pochi clienti fissi che gli acquistavano immediatamente ogni
pescata che portasse a riva. Marzial non trattava mai il prezzo
anche perché non lo conosceva, prendeva per buono il compenso che
gli veniva dato con un “Ben, bene” esente da sospetti.
Proprio per questo suo atteggiamento fiducioso forse nessuno lo
imbrogliava: sarebbe stato infatti come rubare in una chiesa.
Il pescato migliore Marzial lo riservata a Romano, conduttore
dell’omonima famosa trattoria, punto di riferimento del paese,
frequentata anche da pittori e ogni tanto da personaggi molto
importanti, provenienti da tutto il mondo intellettuale.
Romano sapeva apprezzare in modo espansivo i primi pescati pregiati
di stagione che gli venivano portati. A
volte, verificata la pezzature delle sogliole che Marzial gli
esponeva teatralmente strappando il sacco che copriva la cassetta,
Romano chiamava a voce alta la moglie e la cuoca invitandole a
venire a vedere quella “bellezza”.
Contento dell’accoglienza, Marzial sprecava qualche parola, in
genere consigli quali: “ Troppi foresti,….andate piano…quelli prima
o poi ci comprano le barche ed anche le briccole”.
Ed infine, qualche cesto di pesce finiva poi dalla Mantica . Questa
a sua volta lo svendeva alla Rina (vedova di un marinaio non più
tornato a casa, forse per un affondamento della barca), passaggio
questo che rimaneva un segreto fra le due donne….
Questo spaccato del libro intestato “La Laguna di Marzial” scritto
dal collega Gastone Pisoni, si presterebbe, a mio avviso, ad alcune
leggi del… contrappasso.
“Amare la solitudine, senza padroni né responsabilità” – si legge –
nel libro. Riflessione: “ Quante volte, nel frastuono assordante
della nostra vita quotidiana, non gradiremmo accostare il nostro
pensiero alla realtà di Marzial ?”
“Marzial non trattava il prezzo anche perché non lo sapeva” – si
legge ancora.. Seconda riflessione: “Se anche oggi nel mondo degli
affari si adottasse questo metodo, non ci sarebbero forse più onesti
e meno guerre ?” Riflessione la mia, da collocare ovviamente in
contesti attuali.
“Troppi foresti …quelli prima o poi ci comprano le barche e noi
rimaniamo a secco” Terza riflessione. “Non vi pare che il discorso
sia molto attuale promuovendo, da parte nostra, un transfert verso i
tanti cinesi che invadono e comprano ogni giorno l’Italia….”
Mi pare che, tutto sommato, la filosofia di Marzial, se adattata ai
nostri tempi, potrebbe avere dei risvolti positivi. Per certi versi,
ancora validi e desiderabili.
Ma, purtroppo, non è più così e mai più lo sarà.
Arnaldo De Porti
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