Ottava puntata
 


21 Aprile 754 A.C. Natale di Roma

Sono passati quasi 2700 anni. Roma splende e trionfa, invincibile ed eterna

 

 




 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Gondar!!
Dopo circa 50 chilometri di marcia, il 1° aprile 1936, alle ore 10 del mattino, il tricolore veniva issato dal Comandante sulla torre dell’ex Consolato italiano di Gondar, salutato dalle grida dei nostri eroi. Naturalmente, neppure l’ombra di un soldato inglese, sebbene gli abissini avessero sperato fino all’ultimo nelle promesse di aiuto militare britannico.
Storace inviava al Duce il seguente telegramma:
“Bersaglieri e Camicie Nere hanno issato il Tricolore su Gondar, dopo aver superato non lievi fatiche con animo lieto ed inesauribile entusiasmo. Il Duce è sempre presente ed il suo nome ha echeggiato per le sterminate pianure e per le impervie montagne. Che abbiamo attraversato aprendoci la strada metro per metro.” Continuava il radiogramma con la promessa di “continuar a tirare diritto”.
La risposta del Duce non si fece attendere: “Ricevo il vostro saluto dopo la magnifica marcia su Gondar che è stata veramente di stile fascista. Tributo il mio elogio agli ufficiali e alle truppe”.
In breve tutta la regione del Tana cadeva in nostro possesso: il mondo assisteva come ad un prodigio, annunciatore delle nuove fortune imperiali dell’Italia fascista.

 

 


I popoli che abbandonano la terra sono condannati alla decadenza.
Mussolini

Io mi vanto soprattutto di essere un rurale.

Mussolini

 

 

 


Il congedo

Sembravano piccoli monumenti bruni i balilla moschettieri irrigiditi sull’attenti, quando il loro comandante concluse il suo breve discorso dicendo:
- “Portiamo ai fanti del Grappa la buona novella: i bimbi d’allora, fatti adulti, sono anch’essi diventati degni di loro. Anno conquistato un impero ed hanno contribuito, con migliaia di morti e di feriti, ad abbattere in terra di Spagna la minaccia del comunismo negatore della Patria e di Dio. Un antico bersagliere, commilitone di questi eroi, Benito Mussolini, veglia infaticabilmente a mantenere alta nei nostri cuori la fiamma che si innalza dalle tombe del Grappa e da tutti i cimiteri di guerra italiani. Promettete, balilla di Roma, di custodire nel cuore l’eredità che proviene da questi eroi affinché un giorno possiate, ove occorra, imitarne le gesta.”
Indugiò un istante e poi comandò, con voce forte e chiara: “Balilla moschettieri, presentat-arm!".
Sulla via del ritorno i fanciulli cantavano: “Monte Grappa, tu sei la mia Patria…”


 

 

 


 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Italiani

Razza d’agricoltori e d’aspri artieri
Gente libera, ciompa, ilare in pace
E dura in guerra, gente di fornace
E di cava, di vati e di guerrieri;

popol d’Italia, contro a gli stranieri
in piedi sempre a sfida, cui non piace
morso: gioventù sacra, del pugnace
latin sangue gentil di cavalieri

Vittorio Locchi

 

 


C’è un vincolo formidabile che lega i fascisti: il sacrificio, la Memoria dei morti.
Mussolini
 

 

 



Dio

….Dio innalza qualche volta l’uomo, donandogli la scintilla del genio. L’uomo di genio può compiere, nel corso di una vita, ciò che l’umanità intiera non compie durante secoli.
L’Italia è chiamata la culla del genio, ed ha sparso in ogni tempo una gran lkuce nel mondo. Anche voi, fanciulli, vedete ora questa luce: si accese la prima volta in un villaggio di Romagna e continua a risplendere dalla Città Eterna.