PREMESSA
L’argomento di questo lavoro, che da secoli
appassiona stuoli di storici e ricercatori, trova appunto le sue
origini, anzitutto nelle cronache delle antiche civiltà, ma -
fatto da non sottovalutare – anche nei miti e nelle leggende di
tutta una serie di popolazioni “primitive” sparse sull’intero
complesso delle terre emerse (queste forme di trasmissione ai
posteri di notizie e fatti storici è, tra l’altro, ben meno
caduco dei monumenti o dei libri).
Nell’esaminare queste leggende, questi miti e queste cronache
occorre, peraltro, studiarne a fondo i contenuti, in un contesto
organico e d'ampio raggio, che investa tutto il campo
dell’attuale sapere (ad esempio, dalla geologia alla geografia
fisica della terra, dai miti alle religioni apparse sul pianeta,
dall’etnografia all’archeologia, dall’etimologia alla stessa
struttura delle lingue antiche, dalla storia di una popolazione
alla sua forma di civilizzazione, dalle sue conoscenze alla sua
espressione artistica e così via).
É questo il percorso che la scienza ha finalmente imboccato,
onde pervenire, per quanto possibile, alla conoscenza del nostro
passato.
Si tratta, peraltro, di ricerche e d'indagini lunghe,
dispendiose e molto complesse, sulle quali grava da un lato una
facile tendenza a scivolare nel fantasioso (se non nel
fantascientifico, basti pensare ad una certa corrente letteraria
di successo che, facendosi paravento con scoperte reali spesso
manipolate e con il desiderio del pubblico per il sensazionale,
sforna da una quarantina d’anni articoli, volumi, trasmissioni
televisive e così via, in un crescendo che ha poco di
scientifico e molto invece del far quattrini), dall’altro scarsa
disponibilità ad effettuare ricerche coordinate fra specialisti
di diversi settori.
In questo contesto c’è persino chi sostiene che la civiltà
sumera e quell'egizia sono sorte dal nulla e già mature,
dimenticando che la civiltà è una conquista umana che necessita
di tempi lunghi per affermarsi, per evolversi, per auto
determinarsi: sicuramente millenni. La tesi che, agli inizi del
quarto millennio a.c. fosse emersa già compiuta la civiltà
sumera e nel corso del terzo millennio a.c. quell'egizia,
implica chiaramente la loro derivazione da una ben più antica ed
evoluta forma di civilizzazione della quale parlano non solo la
memoria storica di molte popolazioni, ma anche i vari testi a
noi più noti (dall’EN.UMMA.EL.ISH. sumero alla BIBBIA ebraica,
dalle CRONACHE EGIZIE ai RIG VEDA indo/ariani, dal POPOL VUH
maya alle iscrizioni ed alla poesia cinesi, per fare degli
esempi). Giova altresì ricordare che non si può certo attribuire
a semplice parto di fantasia il fatto che i mesoamericani, i
popoli pre-incaici, i pellerossa più antichi (Hopi, Okanagan,
Ute, Washa, Shasta, Cherokee), gli eschimesi, i primigeni popoli
semiti, indonesiani e cinesi, nonché gli egizi del “primo tempo”
ci abbiano tramandato notizia di un’immane catastrofe naturale e
la stessa esistenza di una civiltà precedente, travolta e
distrutta dagli elementi.
D’altro canto, solo con questa “civiltà preistorica” (anteriore,
in pratica, al periodo “storico” iniziato all’incirca agli
albori del quarto millennio avanti Cristo, secondo quanto
affermano gli storici e gli archeologi) è possibile dare una
spiegazione al fondo comune di sapere, di regole, di tradizioni,
d’organizzazione, di credenze delle diverse popolazioni e forme
di civilizzazione sorte dopo l’anzidetta catastrofe.
Che si parli di “Continente MU”, “Isola DILMUN”, “ATLANTIDE”,
“AZTLAN” o così via, emerge sempre dall’inconscio collettivo il
ricordo di un seme comune dal quale siamo stati tutti
acculturati.
Seme che ha portato, in epoche tra loro diverse ed in continenti
separati da distanze notevoli o da barriere invalicabili (mari,
deserti, catene montuose, ecc.), a manifestazioni simili in
quasi tutti i campi del sapere.
Ecco perché le antiche cronache, i testi sacri, i miti e le
leggende dei vari popoli vanno letti accuratamente e
interpretati storicamente ed etimologicamente, traendo da queste
fonti il messaggio che hanno inteso trasmetterci.
É evidente che, per fare questo, sono necessari studi
approfonditi, imparziali e che investano tutto l’insieme delle
conoscenze di cui attualmente siamo in possesso. Possiamo
affermare che oggi abbiamo un sapere sicuramente maggiore di
cent’anni fa, ma anche che siamo solo agli inizi di un lungo
processo di ricerca e d'interpretazione del nostro passato.
L’uomo moderno, però, dovrebbe scrollarsi di dosso l’eccessiva
saccenza e presunzione che lo contraddistingue, riflettendo
maggiormente sul fatto che tra cent’anni o più secoli tutta la
gamma del sapere sarà sicuramente ben più ampia e precisa
dell’attuale, pur partendo da quanto sin qui abbiamo saputo
cogliere.
Fatta questa necessaria premessa ed al fine di dare un quadro
sintetico, ma per quanto possibile preciso, su come si sta
evolvendo la ricostruzione dei fatti che portano ad affermare
che è esistita nella storia del pianeta una civiltà che ha
preceduto e “inseminato” quelle che con certezza conosciamo,
occorre scindere l’argomento in due parti: una che si può
definire geologico/dimostrativa, l’altra, invece,
storico/ricostruttiva.
(continua) |