Il primo giorno di lavoro
Cronaca della sera prima
L’insegna
al neon in fondo alla strada è più
nervosa di me. Continua ad ammiccare con
quel tic fluorescente mentre spazzolo il
marciapiede di via Roma con la mia
valigia big size. Un lavoro ben fatto. A
piedi, dalla stazione, praticamente un
calvario. Magari un giorno qualcuno
inventerà la valigia con le ruote, e
allora vorrò esserci per baciarlo. Di
baci ne ho dati parecchi. Stamattina.
Mamma, papà, fidanzata. Prima di salire
su quel dannato treno del lavoro.
Palermo - Battipaglia. Domenica di
merda. La prima.
Da oggi finalmente inizio la mia vita,
voglio dire quella
vera. Quella che, insomma i soldi di uno
stipendio sicuro, anzi c’è pure la
diaria. Cazzo, sono praticamente ricco
prima ancora di iniziare a lavorare.
Tanti soldi, questa figata del carico DC
neanche a raccontarla. Ho preso pure il
Rapido, mi spettava. In prima classe.
Vabbè, sarò stato anche libero sino a
l’altro ieri, libero di ... anzi finora
ho vissuto in un regime di piena
libertà. Al netto dell’università. E
adesso mi trascino questo valigione su
per le strade di Battipaglia. Stavo
dicendo, sarà stata libertà ma non me ne
sono accorto. Nell’assenza di impegni la
libertà non è un valore. E comunque
anche se la perdo, questa benedetta
libertà, mi danno tanti soldi e inizio
la mia vita. Sono anche curioso, di
vedermi al lavoro. Domani mattina. A
Battipaglia. Mi hanno detto che devo
portare le mozzarelle, tanto il fine
settimana ritorno a casa. E poi che c’è?
Magari trovo qualche collega del neo
assunti. Potevano mandarmi a ... mi
hanno appioppato Battipaglia! Neanche un
cane per strada, sarà che è febbraio.
Vuoi vedere che il neon nervoso è quello
mio? Bella Napoli, no è una pizzeria.
Però il civico è lo stesso. Entro. Si
abbiamo anche le camere, si accomodi
dottore - che fa sfotte? - al primo
piano.
Salgo le scale e completo il lavoro
iniziato in strada, per non fare
disparità spazzolo anche dentro. Nel
mentre penso, che cazzo! Sono scemo. Se
sono ricco perché non ho prenotato in un
albergo. Ci sarà un albergo a
Battipaglia? Invece la locanda. Sono
allenato e le scale con valigia non mi
scalfiscono. La ragazzina che mi
accompagna ride. Mi apre la porta della
camera. Su quel sorriso capisco che è
finita la mia prima vita. Vedo il letto
al centro della stanza, di fianco il
lavandino. No, il bagno non c’è,
dottore, abbiamo avuto un guasto
nell’altra stanza, quella per lei. Ma la
riparano. Magari la prossima settimana.
Il sorriso se ne va. Mollo la presa
dalla maniglia del valigione. Non ho
bisogno di poggiarlo giù. Mi guardo
intorno. Chiudo le imposte della
finestra per lasciare fuori i tic della
Bella Napoli. Mi seggo sulla sponda del
letto e squadro la punta delle scarpe.
Un’ispezione accurata. E’ il diversivo
più interessante che posso articolare
per distrarmi dal nulla che mi circonda.
Sono le otto di sera. Non ho fame, non
ho sonno, non ho voglia, non ho ...
febbraio 1982
Salvo Barone
- aprile 2010
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