Due episodi tragicomici
Sono sicuro che tutti noi abbiamo
impressi nella memoria numerosi
episodi della nostra vita lavorativa
alla Banca Commerciale Italiana che
oggi ci permettono di sorridere e di
ripensare a quegli anni trascorsi
in un grande Istituto di Credito per
il quale sentiamo ancora nostalgia.
Si lavorava infatti con piacere e
con piacere ci incontravamo fuori
dagli uffici.
Fra i tanti che potrei narrare in
queste pagine, ne ho scelti un paio
avvenuti nei miei primi 5-6 anni di
lavoro e che ricordo con particolare
piacere per il loro lieto fine.
Cliccate sulle
immagini sottostanti per
ingrandirle.
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Ore 8.20, filiale di Biella, prima
metà degli anni ’70, presenti una
decina di persone, fra cui il
sottoscritto.
L’ufficio Estero Merci, nel quale
ero inserito, cominciava la sua vita
intensa: Biella, grosso centro
tessile, era una città
fortemente orientata
all’import/export e per noi (eravamo
una dozzina di addetti) il lavoro
era impegnativo.
In quei giorni il capo del comparto (si
chiamava Ortensio Gaffoglio ed era
una colonna portante della filiale:
oggi purtroppo non è più tra noi)
era assente: lo sostituiva il suo
vice C.P.,
elemento giovane e preparato. Come
tutti i giorni all'inizio della
giornata lavorativa C.P. doveva chiamare
un commesso per alcune incombenze
materiali.
Come sempre doveva premere un
campanello. Mentre tutti noi
preparavamo il materiale da
"lavorare", un forte boato, seguito da
una fiammata e da una colonna di
fumo, riempiva il locale. Tutti
alzavamo la testa e vedevamo C.P.
che fissava con un'espressione
stupita il proprio dito indice
annerito per tutta la sua lunghezza:
quanto accaduto poteva finire in
tragedia ma il collega era
visibilmente spaventato ma
fortunatamente del tutto illeso.
Cos'era successo? Un
addetto dell’impresa di pulizie
aveva staccato la spina del
campanello e l’aveva inserita nella
presa a 220 volts anziché in quella
a bassa tensione…..
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Ore 18.30, filiale di Biella, 1976
(o 1977), segreteria, presenti
quattro persone, fra cui il
sottoscritto.
S. D. era un giovane e brillante
addetto al settore, in prossimità
della procura. Lo consideravamo il
“bello” della Filiale in quanto
faceva facilmente breccia nei cuori
femminili (prerogativa che, beato
lui, avrebbe sempre mantenuto....).
L’unico neo – se così si può dire….
– era che politicamente si trovava
molto vicino alla sinistra
massimalista,
cosa che all’epoca in banca era
quasi l’equivalente di un peccato
mortale.
Quella sera era particolarmente
infiammato da un discorso tenuto il
giorno prima da Lucio Magri, allora
segretario del Partito di Unità
Proletaria per il Comunismo. Ad un
certo punto S.D. saliva in piedi
sulla sua scrivania e cominciava a
ripetere, enfaticamente ed
imitandolo anche nel tono di voce,
quanto il Magri aveva dichiarato nel
suo comizio. A quel punto entrava in
segreteria A.M. Direttore della
filiale, persona tanto rigida in
Banca quanto affabile e di compagnia
nelle cene fra colleghi e nelle
manifestazioni sportive (avevamo
infatti un’ottima squadra di calcio,
di cui S.D. era elemento di spicco,
sponsorizzata dal predetto Direttore).
S.D. impallidiva e cessava di
parlare.
Tutti noi pensavamo che
sarebbe scoppiato un forte
“temporale”: invece A.M. si limitava
a lanciare uno sguardo incendiario al
collega e ad uscire sbattendo la
porta.
Dopo pochi mesi S.D. lasciava
Biella: “segato” direte voi…. Niente
di più sbagliato. S.D. era destinato
ad una brillante carriera: non solo
avrebbe diretto diverse filiali
italiane ed estere, ma sarebbe
diventato Direttore Generale di una
Banca controllata dalla Comit.
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Alfredo Izeta,
gennaio 2011
Un grazie a Greg Cerra che ha
realizzato le due vignette!!!!!! |