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CERTEZZE DISTRUTTE


E no, non ci sto! Avevo delle certezze nella vita e poco a poco me le stanno distruggendo.
Per esempio, sapevo che gli italiani non amano fare la coda, che protestano, cercano di barare, anche con i numeri (un classico: mi scusi, avevo letto male), si dimenano e parlano forte contro il governo, il fisco, la sanità, le pensioni, il capoufficio, non importa cosa, basta che si contesti. Ebbene: non è vero niente. La dimostrazione? Prendi un prodotto di largo consumo, fagli fare, nella principale piazza della tua città, una sponsorizzazione con un omaggio gratis (ecco la parola magica) e vedrai che saranno tutti felicemente allineati, composti e pazienti anche con 3 gradi sotto zero, per prendere il gadget.
Altra certezza distrutta, un mito che si infrange contro le nuove tecniche di indagine. Per anni siamo stati tutti convinti che il buon (e fortunatissimo) Schliemann avesse scoperto l’antica Troia, con l’unico rammarico che la maschera facciale d’oro ritrovata negli strati di rovine non fosse di Agamennone. Ebbene: non è vero. Il dotto storico Kohb ha detto che è stato tutto un errore, che le poche case ritrovate non potevano accogliere 9.000 abitanti e che Troia non è mai esistita ma è solo un mito. E adesso chi li corregge tutti i libri scritti e studiati nel frattempo?
Ma non finisce qui. Un altro punto fermo delle mie conoscenze si è in questi giorni miseramente frantumato. Tutti eravamo sicuri che quei begli animali, che un meteorite aveva distrutto qualche milione di anni fa, fossero grandi, brutti e con una pelle grinzosa che a noi donne dava molta soddisfazione (altro che le nostre zampe di gallina intorno agli occhi). Ebbene: non è del tutto vero perché i birbanti avevano anche le piume e nessuno se l’era mai immaginato. Vuoi vedere che tra un po’ scopriranno che avevano pure una bella voce e cantavano romanze d’amore?.
Ma non basta ancora! Tutti eravamo assolutamente certi che i giapponesi fossero perfetti, con un codice d’onore inappuntabile ed una serietà professionale ineccepibile. E invece no: proprio in questi giorni più di 2 milioni d’auto (tra una marca e l’altra e per difetti differenti) sono state richiamate e oltre tutto, infrangendo antiche tradizioni, il presidente non si è nemmeno fatto harakiri. Non voglio certo che lui lo faccia ma almeno le dimissioni… Vuoi vedere che è italiano?
Per fortuna, uno pensa, le piccole cose di tutti i giorni ci sono. Ebbene: non è più tanto vero neanche questo, perché i guru del futuro sono già certi che tra pochissimo, oltre ai gettoni telefonici, alle audio cassette e al rammendo e ricamo a mano (e di ciò ne avevamo già coscienza), spariranno a breve anche il mouse, il lettore MP3, i navigatori (è per quello che sono già di serie sulle auto nuove) e anche le e-mail. Inoltre sparirà anche la scrittura a mano del che forse non mi dispiaccio tanto pensando agli errori di ortografia (che il PC corregge da solo) ed alle ricette mediche.
Che dire: è il progresso! Certo, per chi è negli anta e più da qualche anno, o peggio decennio, sarà sempre più difficile non perdere le proprie certezze. Ma infine, finché c’è vita c’è speranza…o no?
Piera Favetto - febbraio 2010



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