Da diversi anni ormai non vado più a Burano; e ciò è dovuto in parte anche al mio trasferimento dalla laguna veneziana alle Dolomiti, ma anche a qualche difficoltà correlata al tempo che sarebbe necessario per viverci almeno una giornata intera.
Dico subito che Burano è un’isoletta che dista circa tre quarti d’ora da Venezia, luogo tranquillo ove ancor oggi pare che la società, le istituzioni, lo stato, la guerra non esisano e che compaiano, di quando in quando, come i canneti o le secche o le maree, come ha scritto il collega Gastone Pisoni in un suo libro : “La laguna di Marzial” che ho commentato favorevolmente e con molto piacere un paio di volte, accompagnato dalla musica, proprio su Piazza Scala. Libro che suggerisco di leggere perché il suo contenuto è intriso dei colori e degli umori della laguna veneta, collocato in un passato non poi troppo lontano.
Ebbene, questi colori, questi umori, sono rappresentati anche dalle foto che fanno parte integrante di queste mie semplici parole. Dico subito per chi non ha ancora avuto la possibilità di visitare quest’isoletta che essa si trova precisamente a 11 Km a nord-est di Murano e Venezia, alle quali è collegata tramite il percorso navigabile canale Bisatto - canale Carbonera - scomenzera San Giacomo: il tragitto con il battello di linea dura circa 45 minuti. E' facilmente raggiungibile anche da Treporti (10 minuti) e Punta Sabbioni (30 minuti), località del comune del Cavallino-Treporti che si affacciano sulla laguna. Oggi conta circa 3000 abitanti. Essa, come si evince dalle foto, ha tutte le case colorate in maniera molto sgargiante, tanto che detti colori ne sono diventati la sua caratteristica principale, essendo correlati a varie leggende legate alla pesca, in primis perché, quando i pescatori rientravano dalla pesca e pertanto sfiniti dalle fatiche e, magari con gli occhi semi-chiusi, essi riuscivano a riconoscere subito la loro casa, specie durante le nebbie non solo atmosferiche, ma anche di qualche buona “ombra” di vino rosso...
Una volta la principale attività era la pesca, oggi il turismo è la vera fonte di sostentamento per i suoi abitanti a cui seguono il commercio e la ristorazione.
Burano è famosissima anche per il suo merletto ad ago. Tuttavia esiste anche una produzione di maschere veneziane e molti abitanti dell'isola lavorano nelle vicina Murano, producendo pregiatissimi oggetti in vetro.
Detto questo per sommi capi
non va sottaciuto che Burano è anche terra di artisti. Infatti essa ha un
altro aspetto affascinante e poco conosciuto
che la rende un luogo speciale per
gli appassionati d'arte. Burano è stata, infatti, un'isola simbolo per gli
artisti veneziani del primo '900.
All'inizio del XX secolo, i giovani pittori erano ancora poco considerati
dalla scena artistica veneziana, e quindi sempre esclusi dalla
manifestazione cittadina più importante, la Biennale. Molti di loro
cominciarono a cercare un luogo dove poter ritrovare l'armonia tra la natura
e gli uomini, lontano dalla Venezia ufficiale. E scoprirono l'isola di
Burano.
Dal 1909 fino all'inizio della prima Guerra Mondiale, l'isola di Burano
diventa il rifugio di Gino Rosso, Umberto Moggioli, Pio Semeghini e Luigi
Scopinich, seguiti dopo la Guerra da Mario Vellani Marchi e un nutrito
gruppo di artisti milanesi.
Questi pittori potevano contare sulla semplicità della gente, sul silenzio,
sulle pallide luci lagunari, e formarono la cosiddetta "Scuola di Burano".
Molti di loro si trasferirono sull'isola con la famiglia, altri vi passavano
le giornate tra la Trattoria da Romano (famosa in tutto il mondo) e le
altre isole di Mazzorbo, Treporti e Torcello, cercando di fissare sulla tela
la poesia dell'atmosfera lagunare.
Sarebbe lungo raccontare tutto di quest’isoletta. Siano i colori della case, magari attivando un po’ di fantasia, ad immaginare la particolarità quasi assoluta di quest’isola, descritta in maniera eccellente dal nostro Collega Gastone Pisoni e di cui, come detto dianzi, ho già accennato al contenuto proprio su Piazza Scala lo scorso anno (visualizza la pagina). Forse questo libro, vale più di ogni altra parola su Burano.
Arnaldo De Porti - maggio 2011
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Piazza Scala News - giugno 2011