SESTA E ULTIMA PARTE: SANTA FE, NEW MEXICO, E SEDONA, ARIZONA
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Da Durango, Colorado ci dirigiamo a Santa Fe, nel New Mexico,
passando attraverso una riserva indiana Apache.
Santa Fe’, capitale dello stato del New Mexico, ha circa 75000
abitanti. Fu fondata nel 1608 da Francisco Vasquez de Coronado e nel
1610 divenne la capitale del Nuevo Mexico, una provincia della Nueva
Espana. Alla citta fu dato il nome di “La Villa Real de la Santa Fé
de San Francisco de Asís". In precedenza vi esistevano villaggi
degli indiani Pueblo, fondati tra il 1050 e il 1150. Il fiume Santa
Fe’ vi scorre nelle vicinanze.
La citta’ rimase dominio spagnolo fino allo scoppio della guerra di
indipendenza del Messico dalla Spagna nel 1810. Nel 1848, alla fine
della guerra tra gli USA e il Mexico, con il trattato di Guadalupe
Hidalgo, praticamente imposto dai vincitori americani, i territori
che attualmente costituiscono gli Stati del Colorado, Arizona, New
Mexico, Wyoming, California, Nevada, Utah e Texas furono ceduti dal
Messico agli USA.
Santa Fe’ si trova su un altipiano di circa 2100 metri sopra al
livello del mare ( e quindi e’ la piu’ alta capitale negli USA) e
gode di un clima temperato, anche di inverno. Per queste sue
caratteristiche e’ diventata la seconda casa di molti ricchi
americani pensionati. Ha mantenuto il carattere tradizionale di una
cittadina spagnola con la piazza principale (con portici) da cui si
irradiano le vie e viuzze piene di edifici d’epoca, stile “adobe”.
E’ diventato anche un centro culturale/artistico importante con la
sua Opera, numerosi musei e innumerevoli gallerie d’arte.
Nel 1943 la citta’ fu la base degli scienziati che nella vicina Los
Alamos svilupparono la prima bomba atomica.
A poca distanza dalla piazza principale si trova la Missione di San
Miguel. La chiesa di stile coloniale spagnolo fu costruita fra il
1610 e il 1626 e per questo e’ considerata la piu’ antica chiesa
negli USA. Sebbene la chiesa sia stata riparata e ricostruita
numerose volte le sue mura originali in stile “adobe” sono rimaste
intatte per la gran parte.
Da Santa Fe’ ci dirigiamo alla volta di Sedona
nell’Arizona, passando per Albuquerque, e percorrendo circa
650 km. dell’autostrada I-40, che inizia in Texas e finisce
a Los Angeles. Molti tratti di questa autostrada costeggiano
la storica Route 66 , che e’ considerata la madre di tutte
le strade extraurbane negli USA.
La U.S. Route 66 fu uno dei pilastri della vecchia rete
autostradale degli USA. Finita di costruire nel 1926,
iniziava a Chicago, Illinois, e attraverso Missouri, Kansas,
Oklahoma, Texas, New Mexico e California, terminava a Los
Angeles dopo circa 3940 km. La strada e’ citata in molte
canzoni popolari americane e fu anche oggetto di uno
spettacolo televisivo a puntate negli anni 1960.
Praticamente, negli anni ’30 della depressione, la strada fu
percorsa da numerosissimi americani alla disperata ricerca
di lavoro e benessere in California. Lungo il suo percorso
fiorirono attivita’ disparate.
Nel 1985 la Route 66 fu ufficialmente sostituita dalla
Interstate 40 nel sistema autostradale ma puo’ essere ancora
percorsa per lunghi tratti. Attualmente porta il nome di
“Historic Route 66”.
Arriviamo a Sedona, dopo essere passati attraverso il
Deserto Dipinto e la Foresta Pietrificata, due altri parchi
nazionali meritevoli di essere visti per la loro unicita’.
Li avevamo gia’ visitati in una precedente occasione e
quindi non ci soffermeremo a visitarli di nuovo.
Sedona e’ una citta’nello stato dell’Arizona con una
popolazione di circa 11000 persone. Dista circa 150 km da
Phoenix, la capitale dell’Arizona.
La principale attrazione di Sedona e’ la stupefacente mostra
di formazioni di roccia rossa, le cosidette “Red Rocks of
Sedona” . Al tramonto e all’alba le rocce brillano di
arancione e rosso quando vengono illuminate dal sole. Il
nome fu dato in onore di Sedona Miller Schnebly (1877–1950),
la moglie del primo postino celebre per la sua ospitalita’.
Una curiosita’. Il ristorante (si fa per dire) McDonald’s di
Sedona e’ l’unico al mondo con gli “archi” nell’insegna(la
famosa M di McDonald) di colore marroncino e non del
tradizionale giallo in quanto la citta’ reputo’ che il
colore giallo non si integrava bene con le roccie rosse
intorno.
La citta’ e’ diventata un centro turistico di primo ordine,
grazie alle sue bellezze naturali e al suo clima favorevole.
Numerosissimi sono gli alberghi, anche di lusso, con
attrezzature sportive di ogni genere. Per gli amanti del
brivido c’e’ la possibilita’ di volare di prima mattina con
mongolfiere sulle montagne circostanti.
Dopo esserci riposati un giorno nella quiete di Sedona
ripartiremo di prima mattina alla volta di Las Vegas, dove
nel pomeriggio prenderemo il volo di ritorno a Toronto, non
senza avere giocato e perduto un dollaro alle maledette slot
machines nella sala di attesa di imbarco al megagalattico
aeroporto di Las Vegas.
Massimo Osti