Terza puntata
28 Ottobre 1922 – Le Camicie Nere
marciano su Roma. Ha inizio l’Era Fascista
E’ trascorso meno di un ventennio: l’Italia rispettata
e temuta, un vasto Impero conquistato, il volto della Patria
rinnovata.
A Roma
Atmosfera di rivoluzione. Canti, grida, parole chiare
dirette dai giovani rivoluzionari, i quali volevano
Dopoguerra
…
Bussai all’uscio del “covo”. – Avanti – disse la sua voce.
Entrammo. Mussolini era alla scrivania, con quel suo viso
imbronciato d’allora, che la vittoria poi gli schiarì. Ci
guardò di sotto in su, levando il capo, e con lo sguardo
m’interrogò.
-Permettete, Mussolini, che vi presenti un valoroso
ufficiale che anelava di conoscervi e di dirvi la sua
devozione e la sua gratitudine d’italiano.
Mussolini rimase qualche momento silenzioso. Con lo sguardo
che gli andava da quella bella faccia maschia a quel largo
petto inazzurrato. Il mio amico era rimasto immobile
sull’attenti e certo cercava delle parole che non gli
venivano. Mussolini gli tese la mano.
-Sono contento di conoscervi, Maggiore. Se restate in
Italia, ritornate qualche volta a trovarmi. Avremo bisogno
di uomini come voi.
Uscimmo, facemmo un tratto di strada in silenzio. Il mio
amico si mordicchiava i mustacchi, con lo sguardo come
assorto, e scudisciava l’aria. Ad un tratto esclamò:
-che uomo straordinario! E dopo un momento:
-non saprò mai dire l’impressione che mi ha fatto…Sono ormai
un vecchio soldato, a cui il grado e la vita della colonia
ha dato l’abitudine del comando…Ebbene, sotto lo sguardo di
quell’uomo in giacchetta borghese io mi sono sentito una
povera cappella…(1)
(1) Una recluta