Mi è capitato fra le mani, rovistando in soffitta, un “Libro della
Quinta Classe”, il cosiddetto sussidiario per la scuola elementare,
imposto durante il ventennio fascista dal Ministero ed unico per
tutte le scuole elementari d’Italia. L’edizione della Libreria dello
Stato è del 1940, Anno XVIII dell’ “Era Fascista”. Prezzo Lire 8.
I bambini, a quell’età, erano i “Figli della Lupa” e diventavano
“Balilla” e “Piccole Italiane” quando passavano alle scuole medie
inferiori e, nelle occasioni ufficiali e tutti i sabati, dovevano
indossare la loro divisa, per i maschi pantaloncini grigioverde,
camicia nera, fazzoletto azzurro intorno al collo con medaglione di
metallo raffigurante il profilo maschio del Duce, cinturone in finta
pelle e giberne, e fez
nero con fiocco e per le bambine gonna nera,
camicia bianca e fez.
La propaganda politica cominciava presto e le maestre ed i maestri
ne erano il veicolo. Tutti, salvo rarissime eccezioni, si
adeguavano. Ci voleva molto coraggio ed essere disposti a perdere il
lavoro a non farlo. Poi seguivano altre sanzioni personali. Gli
stessi bambini erano incoraggiati a riferire su eventuali
comportamenti non conformi dei loro insegnanti e ingenuamente lo
facevano. La maggioranza, peraltro, specialmente le maestre, si
adeguavano volentieri se non entusiasticamente, perché si sentivano
importanti ed indossavano con compunzione la loro divisa un po’
militaresca, salutavano e marciavano romanamente alla testa dei
bambini.
Ogni più piccola occasione era buona per parlare del Duce,
dell’Italia e delle sue imprese d’oltre mare e per parlar male delle
nazioni demo-plutocratiche che tentavano di opporsi alla sacrosanta
espansione dei popoli giovani e forti.
Il sussidiario era la Bibbia della scuola e le sue pagine
traboccavano di propaganda ed entusiasmo per tutto ciò che faceva il
regime.
Sfogliando le 289 pagine del libro si possono leggere storie,
poesie, commenti, dichiarazioni che oggi fanno sorridere ed in
qualche caso indignano, ma allora rappresentavano la verità
indiscussa e indiscutibile, venivano propinati ai bambini di 10-11
anni ed erano accettati con la massima naturalezza nelle famiglie,
dagli insegnanti senza il minimo senso critico e perfino dagli
intellettuali.
Con questo mio scritto, voglio riportare alcune “perle” che ho
rilevato nel libro, fra le tante. In calce a molti racconti,
novelle, poesie il libro riporta numerose massime del Duce. Come
noto, le più celebri e ripetute si leggevano anche, a caratteri
cubitali, sui muri delle case e sui crocicchi delle strade più
frequentate. Ecco, a titolo esemplificativo, alcuni brani più
esplicitamente “politici” del libro.