APPENDICE

 

Per finale considerazione, soffermiamoci senza specifici commenti su una serie di mappe prodotte, anche da autori famosi, nel corso del sedicesimo secolo.
Da questa analisi emerge, con chiarezza, che molti contorni di coste e di parti di terre emerse
erano riportati con molta approssimazione e con evidenti errori di proiezione.
Nel corso di quasi un secolo, definito delle grandi scoperte geografiche, i documenti inseriti nelle pagine successive non mostrano segnali di “progresso” nella loro costruzione, ma anzi alcuni evidenziano un “regresso” rispetto a quelli considerati nella parte finale di questo lavoro.
A grandi linee ciò si spiega con il fatto che il cartografo fosse o meno in possesso di carte sorgente tali da consentirgli di disegnare mappe precise e complete; il che, evidentemente, non avvenne in alcuni casi, tanto da riprodurre i rilevamenti con sproporzioni e con frequenti
errori ed omissioni.
Quanto precede insegna che solo allorquando il cartografo era in possesso di carte “sorgente”
poteva tracciare mappe che – pur con una certa approssimazione, dovuta sia ai tipi di “proiezione”, sia alla non conoscenza all’epoca del metodo di calcolo della “longitudine” – potevano riprodurre con sufficiente realtà i contorni di terre ancora “incognite” o solo parzialmente rilevate.

 


 

Cliccare sulle scritte in rosso per visualizzare le mappe descritte nelle didascalie

 

Carta “Cantino”, 1502-1503

Riporta con sufficiente precisione i contorni d’Europa e d’Africa, nonché parte dell’America da poco scoperta. Del tutto approssimativo è, invece, il rilievo dell’India e della penisola Malacca.

 

Mappamondo detto del King Hamy, 1504 circa

Riportiamo il calco realizzato da cartografi su carta millimetrata

 

Mappamondo di Francesco Rosselli, 1508

Questo planisfero è tra i più importanti, poiché è la prima mappa al mondo che abbraccia tutti i 360° di longitudine ed i 180° di latitudine; l’autore, inoltre e per la prima volta nella cartografia, utilizza la così chiamata “proiezione ovale”. L’impossibilità di misurare esattamente la longitudine determina evidenti deformazioni, specie nelle estremità del planisfero.

 

Planisfero di Giovanni Vespucci, 1523

Questo noto cartografo utilizza in tutto e per tutto la carta ‘Cantino’ di vent’anni prima, malgrado i quattro viaggi del più famoso cugino nel nord e sud America.
 

Planisfero di Girolamo Verrazano, 1529

Quest’altro famoso cartografo, fratello di Giovanni, traccia contorni abbastanza precisi per Europa ed Africa (tra l’altro posiziona correttamente il Madascar); per il resto è anche più approssimativo dei suoi predecessori.

 

Mappamondo di Diego Ribeiro, 1529

Altrettanto può dirsi per Ribeiro, che – peraltro – è ancora molto approssimativo per l’India, mentre è più preciso dei suoi predecessori per le Americhe atlantiche e per la penisola di Malacca e relative isole.

 

Mappamondo di Sebastiano Caboto, 1544

Caboto, per contro, evidenzia un progresso nel tracciare il suo mappamondo, ma la proiezione utilizzata determina una deformazione dei contorni sulle parti estreme del documento.

 

Mappamondo di Gerardo Mercatore, 1569

Questo mappamondo è pregevole per Europa, Asia ed Africa, nonché per l’America centro-settentrionale, molto meno per il resto.

 

Mappamondo di Mercator pubblicato dal figlio Rumoldo nel 1587

Se poi confrontiamo questo mappamondo pubblicato nel 1587 con gli altri precedenti del 1569 e 1568, si notano i diversi tipi di proiezione utilizzati.
 



 

 

 

     

 

Piazza Scala - agosto 2010