Poi è arrivato il
docente.
"Mi chiamo Franco Cullati, ho
cinquantatre anni e di mestiere
faccio il venditore. Io e il mio
socio, che avete conosciuto ieri,
abbiamo messo su la Con.For. cinque
anni fa, e tacciamo soldi, molti
soldi, vendendo la nostra consulenza
alle grandi aziende. Come primo
lavoro, a vent'anni, tacevo
il rappresentante di prodotti per la
casa. E vendevo, molto, a tutti. Poi
ho venduto elettrodomestici. Poi ho
venduto assicurazioni. E vendevo:
uscivo di casa al mattino come un
giaguaro in caccia e sapevo di dover
catturare le mie prede, dovevo
tornare a casa con il carniere
pieno, e alla sera il carniere era
pieno. Voi siete fortunati. E siete
degli sfigati. Siete fortunati,
almeno così pensate - perche io so
cosa pensate -, perché avete il
posto fisso, in banca, che agli
occhi di qualche miserabile comporta
ancora qualche prestigio. Sbagliato!
Perché tra un po' sarete tutti a
spasso a vendere spazzole, se non vi
date una mossa! Io sono qui per
questo, per insegnarvi a darvi una
mossa, la vostra azienda mi paga per
questo. Branco di sfigati.
Naturalmente scherzo, voglio solo
creare un clima informale. Facciamo
un giro di tavola per sapere come vi
chiamate..."
Questo era il docente, l'aspetto
fisico non ha importanza, Lombroso
non ne ricaverebbe niente. Fatta
eccezione per lo sguardo, nero e a
punta e molto mobile: un bello
sguardo. AI giro di presentazione
per ognuno di noi faceva un commento
negativo, tipo alza la voce, sei
troppo pallida, capelli lunghi, non
ti guardare le mani quando parli,
tagliati quella barba. Un amicone.
Poi ha cambiato registro ed ha
attaccato una succosa lezione sullo
stato dell'economia mondiale, sul
rinnovarsi della scacchiera
internazionale, sull'evolversi della
società italiana, in particolare per
quel che riguarda i costumi e i
consumi. Ha parlato di propensione
al risparmio e delle motivazioni che
spingono a risparmiare, e del
rapporto che la gente ha con le
banche. Una tirata lunga una mattina
che si è chiusa con la proiezione di
una diapositiva che recitava più o
meno cosi:
'Se negli ultimi dieci anni abbiamo
assistito a:
crescita del reddito
innalzamento dell'età di uscita
dalle famiglie d'origine
calo dei matrimoni e delle nascite
tensioni simbolico-idealistiche
verso il futuro
caduta delle grandi ideologie
sviluppo della civiltà dei consumi,
di internet
Ne conseguono:
desiderio di afferrare le occasioni
nell'immediato
desiderio di realizzazione nel
possesso di beni materiali
rifiuto di soluzioni imposte
dall'alto
fuga dagli atteggiamenti troppo
facilmente risolutivi
fuga dagli atteggiamenti
catastrofici
bisogno di essere guidati da chi ha
competenza'.
Per prima cosa volevo alzare la mano
e chiedere in che modo la crescita
del reddito si coniuga con le
tensioni stmbolico-ideaiistiche,
ma naturalmente ho lasciato perdere.
Cullati ha commentato ancora un po'.
Poi ha chiesto opinioni al riguardo,
e mi sono guardato bene
dall'intervenire. Poi abbiamo fatto
la pausa pranzo. Di nuovo da solo in
trattoria, di nuovo la padrona con
la camicetta bianca scollata e il
mento cadente, di nuovo Elsa
Morante, ma solo poche pagine,
altrimenti. Da bere un quarto di
vino rosso. Meno male. Meno male che
avevo bevuto, anche se poco, perché
quello che mi aspettava al
pomeriggio aveva bisogno di
anestesia. Cullati ha distribuito le
dispense e ha detto:
"Andate a pagina quindici".
A pagina quindici c'erano le mucche.
E dei secchi. E poi le bottiglie,
alcune vuote, alcune piene di latte.
E poi c'erano degli sgabelli. "Cosa
vedete?"
"Avanti cosa vedete".
Qualcuno ha iniziato a fare
osservazioni banali, qualcun altro
tossiva. I più stavano a capo chino
sulle mucche. "Manica di... le
mucche sono i clienti! C'è pieno di
mucche in giro. E le mucche vanno
munte, altrimenti stanno male, gli
scoppiano le mammelle. LÌ vedete gli
sgabelli? Voi siete i fattori che al
mattino si devono alzare in tutta
fretta e devono andare con lo
sgabello e il secchio
a mungere. Veloci però, perché di
fattori ce n'è tanti, dovete essere
i più veloci. Perché se non le
mungete voi le munge un altro. E se
alla sera arrivate a casa con il
secchio vuoto... Ma voi dovete
essere convinti del vostro ruolo,
perché al di là della metafora il
vostro ruolo, il ruolo del
venditore, è uno dei più importanti,
è emozionante, e vitale, è al passo
con i tempi. E non dovete
vergognarvi a vendere, dovete
vergognarvi se vendete male, con
scarsa competenza, forzando chi vi
sta di fronte".
In sostanza Cullati riusciva a dire
sempre una cosa e il suo contrario,
ma due cose ha sbagliato se credeva
di fregarmi: le metafore e le
dispense. Le metafore perché io non
me le dimentico, le dispense perché
rimane scritto tutto e il contrario
di tutto. La cosa che mi preoccupa è
che io lavoro per un'azienda che dà
fior di quattrini a quello lì. Zio
pecora1. Dico solo più
una metafora, la più truce, quella
della supposta. Praticamente viene
fuori che il cliente è un buco di
culo e che noi siamo l' infermiere.
Noi abbiamo tanti tipi di supposta e
i clienti hanno tanti tipi di
sfintere. Bisogna trovare la
supposta giusta per il buco giusto:
se è grande supposta grande, se è
stretto supposta stretta e lunga, se
è a forma di stella supposta a forma
di stella, e piuttosto gliela tiro
come giocassi a freccette, ma la
supposta gliela devo mettere, e devo
farlo con stile, senza fargli male.
Ecco. Poi ho finito il corso. Ho
imparato delle belle metafore e
posso andare a casa a leggermi le
dispense: a pagina quindici ci sono
le mucche; a pagina diciotto c'è
scritto di non forzare le vendite; a
pagina ventidue ce scritto che se il
cliente non ha bisogno di un
determinato prodotto, non è che non
ne ha bisogno, il suo è un bisogno
latente e noi dobbiamo aiutarlo ad
esplicitarlo; a pagina trentaquattro
c'è scritto che le motivazioni che
spingono all'acquisto possono
essere, tra le altre, l'orgoglio,
l'invidia, il piacere, la paura; a
pagina quarantanove, quasi la fine,
meno male, c'è scritto che il
cliente in fondo vuole essere
convinto da noi a comprare. Adesso è
tutto più chiaro. Mi metto in
aspettativa. Oppure scappo. Oppure
non so, ci penso.
' "Zio
pecora": esclamazione di disappunto
a di imporr di invenzione
dell'autore. Mutuata dalia parlata
di Lupo Lucio, un personaggio di "Melavisiene"
(programma per ragazzi in onda su
Rai Tre) che usa intercalare i suoi
discorsi con l'esclamazione "Zio
coyote!". Può essere assimilato a
qualcosa come "perbacco" o
"accidenti!"a seconda dei casi.