Finalmente
era arrivato il suo turno: ora che il Capufficio titoli se
ne andava in pensione sarebbe certamente toccato a lui di
sostituirlo. Aveva già in mente tutte le modifiche da
apportare e la impostazione nuova del lavoro, per non cadere
nell’errore del suo predecessore che aveva sempre tanto
lavoro arretrato ed esigeva da lui e da altri molte e molte
ore di straordinario, sotto lo sguardo compassionevole dei
superiori.
Essi rispettavano l’anzianità ma scuotevano amaramente la
testa quando egli chiedeva insistentemente un secondo aiuto
cercando di dimostrare che l’entità del lavoro non era più
la stessa di dieci anni prima.
« Oh, no » pensava il più giovane e sfortunatamente lo
diceva in giro: « era questione d’impostazione, era
questione di età!! » Oh giovinezza, giovinezza cara, luce
della mattina, alba fiorita... Lui avrebbe dimostrato la sua
nobilitate...
E venne quel giorno in cui si buttò nel lavoro a capofitto
secondo il nuovo schema, e passarono le settimane.
Gli avevano dato un aiuto valido quanto lo era lui prima,
quindi non poteva lamentarsi.
Ora però, di giorno in giorno, andava convincendosi che il
lavoro, non più visto dall’altra parte della scrivania, era
veramente notevole e quello che lui guadagnava in sveltezza
lo perdeva in inesperienza per dover consultare circolari o
persone prima di intraprendere un certo nuovo lavoro.
Passati i primi mesi, che i superiori intesero « di
assestamento » e perciò con una certa tolleranza su
arretrati e straordinari, visto che non riusciva ad uscire
dall’imbroglio in cui, senza malizia, si era cacciato,
cominciò anch’egli a chiedere un altro aiuto che gli fu
regolarmente respinto.
Fatto sta che se ora seguiva le cedole restava in arretrato
la liquidazione, se seguiva la liquidazione minacciava di
perdere qualche opzione, se aggiornava i codici ritardava le
spedizioni, se perfezionava le vendite non aggiornava le
pratiche rognose dei titoli esteri, eccetera.
La conseguenza era una: quella di strapazzare i clienti di
sportello che non lo lasciavano lavorare. Tornava al sabato,
alla domenica, a tutte le feste comandate, si fermava due
ore la sera, aveva anche imparato a bestemmiare, e tutto per
avere sempre qualcosa in arretrato: era la coperta corta, o
coprire i piedi, o coprire la testa...
Tutto questo segnalò, prendendo il coraggio a due mani,
direttamente al signor Direttore.
Quello lo conosceva appena se non per il fatto d’avergli
fatto molte promesse sulla carriera a venire: lo guardò con
compassione... borbottò: ai miei tempi... e lo esonerò da
quel servizio.
Il problema era stato risolto!!
Il Capo Servizio, però, su cui gravava la responsabilità di
ogni buon funzionamento e che alla fine si era reso conto
che uno, ambizioso di carriera, non avrebbe rinunciato ad un
posto così promettente per futili motivi, prese, una volta
tanto, le sue difese. Con tatto, fece presente al suo
superiore che in effetti il problema non era risolto e
valeva la pena di chiedere all’Ufficio Centrale un aumento
d’organico.
Contrariamente ad ogni logica previsione l’indomani una
lettera direzionale partiva alla volta della Sede Centrale
con la richiesta emarginata.
Due giorni dopo una ‘riservata personale’ segnalava l’arrivo
in Filiale di un ‘tecnico’ che avrebbe studiato, considerato
e relazionato in merito, per le conseguenti deliberazioni.
Si passò quindi all’attesa che non tardò a concludersi.
Quando l’ometto entrò in Filiale sorrise e la prima cosa
in-coraggiante che disse al Capo servizio fu: « È tutta
questione di organizzazione ».
Lo chiamavano impropriamente Ispettore ma era uno dei Capi
Servizio anziani che passavano i loro ultimi anni di
decadenza nell’aiutare l’ufficio centrale del personale a
dimostrare che le Filiali richiedenti non abbisognavano
affatto di nuovo personale purché si organizzassero
nel modo che, per ovvie circostanze indipendenti dalla loro
volontà, loro stessi alla loro epoca non eran stati capaci
di fare.
Innanzitutto occorreva non tener conto che la svalutazione
progressiva aveva raddoppiato la quantità di circolante e
conseguentemente il lavoro di tutti i servizi relativi a
movimenti di valori, il che equivaleva a tutti i servizi, in
secondo luogo occorreva evidenziare che le macchine avevano
ridotto il lavoro ad un gioco da ragazzi.
Così il signor Ispettore si fece sgombrare una scrivania
centrale che lo ponesse ben in vista e gli concedesse una
larga visione panoramica dell’ambiente e vi allargò una
tremenda carta, fittissima di colonnine e di numeri. Poi si
fece dare dal Capo Servizio i fogli statistici della Filiale
ed iniziò l’oneroso studio, conteggiando ed elencando cifre
su un largo notes, di volta in volta interrompendosi per
chiedere notiziole ai vari capi ufficio, suggerendo
iniziative piuttosto vecchiotte e già accantonate,
benevolmente sorridente.
Dieci giorni durò lo studio a trasferta piena, quindi
raggiante potè far osservare al Capo Servizio locale che:
l’Ufficio posizioni, in base alle statistiche nazionali ed
in confronto al lavoro colà svolto aveva un quarto di
impiegato in più, l'Ufficio Portafogli facendo timbrare gli
effetti dal commesso aveva un mezzo impiegato in più,
l’Ufficio Estero, tolti alcuni mesi di plus poteva avere un
quarto di impiegato in più, dei quali avrebbe potuto
usufruire l’Ufficio Titoli per il quale era stato chiesto
l’aumento d’organico.
Il Capo Servizio lo aveva guardato in viso incerto se avesse
capito bene o meno ed aveva tentato di interromperlo: « Ma
vede... » « Vede, Capo, ad esempio se la carta carbone, al
servizio riscontro, venisse inserita prima e non durante il
servizio si sarebbe guadagnata almeno 1/2 ora al giorno da
dedicare all’Ufficio Informazioni... »
« Ma, vede, signor Ispettore... »
« Era poi chiaro che, se la media nazionale dei versamenti
per cassiere era di 84 e qui se ne facevano 75 per cassiere,
si avanzava innegabilmente parecchio tempo tutto a favore
della Filiale e che lui non avrebbe evidenziato... » Il Capo
Servizio sudava.
Al lume delle statistiche dunque che parlavano molto chiaro
ed in definitiva su dati, dati dalla Filiale stessa, la
Filiale non aveva assolutamente bisogno di nuove assunzioni
e l’organico assegnato era come volevasi dimostrare.
Al massimo, in particolari stagioni o periodi di intensità
inusitata, avrebbero potuto chiedere alla Sede un impiegato
in trasferta per il tempo necessario...
Il Capo servizio locale ringraziò raggiante l’ispettore di
II classe in trasferta, lo accompagnò alla stazione e gli
offrì un caffè che egli pure bevve per la compagnia, ma
senza zucchero.
Poi tornando a capo chino verso la base e rimuginando in se
stesso le scuse plausibili per ingannare i confratelli e
continuare a spremerli con la stessa intensità o forse anche
di più, la sua cultura umanistica gli faceva balzare e
rimbalzare nel cervello la gran massima di Beniamin Disraeli:
« Ci sono tre specie di bugie: le bugie, le bugie sfrontate,
le statistiche... »
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