La “mia” Calabria vista da un “neutrale”.

Fernando Mazzotta e Santino De Marco
da sinistra: Fernando Mazzotta e Santino De Marco

Ho riflettuto molto sul taglio dato da Carmelo Zumbo (che non conosco personalmente, ma di cui “ai tempi della Comit” ne sentivo commentare un gran bene) e da Santino De Marco (che, al contrario, ho avuto il piacere di incontrare e conoscere) e sono stato molto indeciso se entrare nella “querelle”. Ma tant’è… non ho saputo resistere….!

Per chi non mi conosce, sono pugliese DOC e ora vivo a Taranto (tra diossina e benzo-a-pirene fuori controllo) e per mamma Comit, come tanti, ho fatto il classico giro delle Filiali e, tra queste, Cosenza dove ho lavorato per cinque anni dal 1985 al 1990, ma vi ho lasciato un figlio, una nuora e un nipote “tutto calabrese”.

Condivido sia le considerazioni di Zumbo che quelle di De Marco, però da “neutrale”, super partes desidero dire la mia.

Adoro svisceratamente la Calabria, una terra meravigliosa, sia pure piena di contraddizioni e incoerenze a volte dalla doppia morale; è vero anche che i fenomeni del “comparaggio” e dell’“inciucio” e tutto ciò che ne deriva sono una piaga, ma non sono solo fenomeni della Calabria e del Sud, lasciatemelo dire.

Non discuto sui problemi reali esistenti in questa regione, sull’inefficienza dell’apparato pubblico e contro tutto questo, sicuramente, quella parte di Calabria sana, matura e intelligente, continua a battersi. Ma io in questa terra ho trovato della gente eccezionale sotto tutti i punti di vista. In Calabria ho incontrato gente di “Cultura”, uomini con ideali nobili, imprenditori dediti seriamente al lavoro e sì ho incontrato anche la malavita; anzi, ne sono stato vittima, in quanto ho subìto – per via della mia posizione in Banca (ero Condirettore) – una grave situazione che si è protratta per qualche tempo condita da minacce di morte a mano armata.

Ho dovuto far ricorso, quando si sono create le condizioni favorevoli, alla denuncia penale e affrontare il successivo processo (10 anni per ottenere una sentenza di primo grado di condanna a carico dei due malavitosi, e qui la Calabria non c’entra, ma è il “sistema” italico……..). Per inciso, chi mi ha “assistito” nella fase “calda” prima della denuncia è stato il Dott. Nicola Calipari che tutti conosciamo e ricordiamo e che, a quell’epoca, era Capo della Squadra Mobile di Cosenza entrambi soci dello stesso Rotary Club. Anch’egli a sua volta oggetto di attenzioni da parte della ‘ndrangheta quando da Cosenza fu trasferito a Reggio Calabria, tanto da doversi trasferire per sicurezza in Australia con la famiglia, per rientrare qualche anno dopo a Roma nei “Servizi” e tutto quello che è successo dopo………

Zumbo, nel ricordare il contributo dei calabresi alla lotta per l’Unità d’Italia, ha dimenticato di citare i Fratelli Bandiera, veneti, ufficiali disertori della marina austriaca che, in nome degli ideali mazziniani, non esitarono a dare soccorso ai calabresi nell’insurrezione contro il regime borbonico di Ferdinando II nel 1844. Furono catturati e trucidati insieme ad altri sette patrioti calabresi nel Vallone di Rovito alle porte di Cosenza.

In conclusione: sono piacevolmente “costretto” a ritornare in Calabria spesso, molto spesso, perché non solo ci vive la famiglia di mio figlio, ma anche perché ho conservato splendide amicizie e posso assicurarvi che, nonostante qualche brutto ricordo, per me la Calabria è e resta una terra magnifica e da amare.


Fernando Mazzotta - marzo 2011

 

La Calabria dal mio punto di vista - di Carmelo Aldo Zumbo

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Piazza Scala - marzo 2011