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“Anche un cammino di ventimila leghe inizia dal primo passo”.
(antico proverbio cinese)

 

da Poggio Bustone a Piediluco

 

Sali in direzione del Santuario dedicato a San Giacomo, patrono  dei pellegrini e alla fine della salita hai modo di conoscere Fra   Renzo; lamenta che in quel punto a volte succeda che i viandanti imbocchino la strada per il Terminillo e non girino a destra e, per questo, chiama Gigi Bettin al quale segnala la cosa. Con l’occasione mi fa  visitare il Santuario, in alcune parti di recente ristrutturazione e con una splendida vista sulla valle.
Offre ospitalità povera anche ai singoli, cosa che nell’elenco non risultava precisata. Mi accenna in  modo delicato ad alcune incomprensioni sorte fra i francescani e la Seracchioli e la cosa non ti fa  piacere, dato che si spera sempre che si lavori in armonia per lo stesso obiettivo. Arriva il tempo dei  saluti e di affrontare gli otto chilometri abbondanti per raggiungere il Faggio di San Francesco e i suoi  1024 metri slm. La strada è piacevole e la salita non è pesante. La possibilità di tirare dritto su di un  sentiero, ventilata dalla guida, è messa da parte alla vista di tre cagnoni bianchi che sembrano  presidiarlo e opti per la lunga su asfalto con la quale, superata una grande croce in legno installata nel  2000, raggiungi la chiesetta che nello stesso anno è stata recuperata da una vecchia casa. Molli lo zaino  e raggiungi il faggio che la leggenda vuole abbia riparato con i suoi rami Francesco che vi aveva cercato  rifugio durante un temporale. Si tratta di un maestoso esemplare plurisecolare che con la sua  imponenza, unitamente al silenzio e alla solitudine del momento, costituiscono una benefica ed  energetica sosta, non solo per il fisico.
Il sentiero per la discesa è segnato di giallo, ma non è tracciato benissimo tant’è che superato Le  Casette in verità ti perdi. Dovresti raggiungere Labro ma ti trovi davanti a un cimitero e a un grande edificio che non comprendi cosa sia. Fa caldo e girare a vuoto non ti entusiasma. Per fortuna, in due  occasioni e grazie a due donne che passano in auto, riesci a rimetterti in qualche modo in carreggiata e  a finire (non sai come) a un bivio sulla SS79, la “Ternana” dalla quale punti verso Piediluco e il suo  lago. Alcuni ciclisti di passaggio ti confortano sulla direzione e i sei chilometri da fare; uno di essi,  Maurizio, ti chiede ad Assisi di pregare per il suo tendine tibiale. Gli dici che lo farai se, in cambio, lui  pregherà per le tue ginocchia!
I sei chilometri possono attendere e una sosta con una birretta fresca nel caldo pomeriggio non è così  male.
Arrivando a Piediluco ti accorgi di aver lasciato la provincia di Rieti e il Lazio e di essere entrato in  quella di Terni e in Umbria.
L’arrivo è costeggiando il lago, andando al contrario delle frecce della Francigena per Roma (presenza  costante lungo il cammino) che ti avrebbero portato in direzione opposta. E’ il ragazzo del rimessaggio  del centro velico che ti indica la strada corretta e l’ingresso nel borgo di 500 anime. Una telefonata a  Fra Luciano che cura l’accoglienza povera ti fa capire che di doccia e di sistemazione non se ne parla, se  non dopo la Messa delle diciotto.
Un’ora prima sei già nel fresco del santuario francescano che si anima di sei persone, quasi tutte non  giovanissime, che sono lì per recitare il Rosario vespertino. Reprimi la voglia di doccia e dai una mano  a sistemare qualche vasetto di fiori, segui la Messa e i Salmi e verso le 18,45, dopo quattro chiacchiere  con il frate, prendi possesso del posto dove trascorrere la notte. Sei da solo, ma c’è la branda e hai il  sacco a pelo; l’acqua della doccia è calda e c’è uno stendino per il bucato. Se non ci fosse puzza di  umido e, forse, di qualche gatto passato di lì, sarebbe ancora meglio.
Dopo una passeggiata sul lungolago, la cena è all’hotel ristorante che ospita uno stage di canottaggio (7) e  avviene in compagnia di una quarantina di vigorose e spallate ragazze e di sei poderosi maschi. Hai  modo di assistere al compleanno di un’atleta e di sentire il discorso finale del coach che parla alla ragazze in vista dei loro prossimi impegni agonistici internazionali.
Ti infili nel sacco a pelo e ti addormenti pensando alla tappa di domani, la terza

 

(7) A Piediluco la Federazione Italiana Canottaggio ospita un centro federale.


Claudio Santoro (Lecco)

(continua)
 


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Un po’ di logistica per tutti - 18/27 maggio 2014

Tappe:
1) Rieti – Poggio Bustone
2) Poggio Bustone – Piediluco
3) Piediluco - Arrone
4) Arrone – Ceselli
5) Ceselli – Spoleto
6) Spoleto – Trevi
7) Trevi – Spello
8) Spello - Assisi

 

Pernotti:
Poggio Bustone: Locanda Francescana
Piediluco: Parrocchia Santuario Francescano (Fra Luciano)
Arrone: Casa Vacanze Fiocchi
Ceselli: Casa Vacanze “Il Ruscello”
Spoleto: Convento Suore del Bambin Gesù
Trevi: Residence Sant’Emiliano
Spello: Hotel del Prato Paolucci
Assisi: La Cittadella

 

 

 

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Piazza Scala - settembre 2014