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“Anche un cammino di ventimila leghe inizia dal primo passo”.
(antico proverbio cinese)

 

da Piediluco ad Arrone

 

Tutto sommato, con i suoi tredici chilometri e lo scarso dislivello, si può definire leggera.
Il bar che avevi adocchiato per la colazione la sera prima scopri che ha il giorno di chiusura proprio il mercoledì e te ne fai una ragione. Costeggi il lago e poi la strada asfaltata. La deviazione su sterrato è impraticabile, dato che è stata invasa da pollai, orti, cancelli, fino a quando raggiungi il fiume Velino e il suo piacevolissimo sterrato che, in solitudine, percorri. La giornata è ventilata, fresca e gradevole, la colazione è rimandata, magari alle Marmore.
Invece lì lo scenario è desolato e di bar aperti non se ne parla proprio. Ad un chiosco prendi possesso di sedia e tavolo e inizi ad organizzare il pernotto per l’indomani sera (questa sera sarai ad Arrone e alla sua parrocchia). La cosa è problematica, perché la guida parla di possibilità a Scheggino che dista cinque chilometri dalla meta Ceselli ed è fuori percorso. Telefonando a tua figlia Elena che si collega ad Internet e chiedendo lumi alla signora di Scheggino, salta fuori che a Ceselli vi è una casa vacanze chiamata “Il Ruscello” e chiudi la vicenda prenotando lì.
Si riprende il cammino, incroci uno svizzero e due tedesche che viaggiano in direzione contraria e attraversi il Parco del Nera. Inizia a far caldo e Castel di Lago si profila all’orizzonte con i suoi 400 abitanti e i suoi 300 metri slm. La speranza è che ci sia un bar, ma non è così e ti devi accontentare di una botteguccia dove acquistare due banane e un panino. Per bere mi viene consigliata la vicina fonte.
Fai a metà del panino con un cagnolino spelacchiato che sembra averne bisogno più di te. L’acqua della fonte è fresca, gli scarponi giacciono a fianco della panchina e il sig. Enzo della casa accanto ti invita a bere un bicchiere di vino rosso, “ma di quello bono, sa!”. Il caldo e l’idea di affrontare ancora il breve tragitto fino ad Arrone ti inducono a declinare l’invito. Speri che il sig. Enzo non se l’abbia a male.

Arrone sta proprio di fronte e ti tocca ridiscendere per poi risalire. L’Italia è piena di questi borghi, splendidi e malinconici, scarsamente abitati, dove i ritmi della vita sembrano aver riconquistato le cadenze sonnacchiose e scarsamente frenetiche che, invece, latitano nella vita di oggi.
Fai la scoperta che la parrocchia dove vorresti andare a dormire non è quella trecentesca di San Giovanni Battista (con degli splendidi affreschi) nella parte alta del paese, ma la collegiata di Santa Maria Assunta nella parte moderna di Arrone. Se don Davide te l’avesse detto al telefono, forse sarebbe stato meglio.
Ti accompagna nel locale adiacente alla collegiata e la scoperta non è esaltante: nel locale non ci sono né brande, né la doccia! Va bene l’accoglienza povera, ma questa mi pare al di sotto di povera!
Vieni dirottato alla vicina casa vacanze Fiocchi dove prendi possesso di un appartamentino con tre posti letto. I riti della doccia, del bucato e del riposino vengono consumati e poi ritorni nella animata e trafficata piazza del paese. Saranno i primi caldi, ma nel bar dove sorseggi una coca cola transitano madri isteriche e pargoli sfrontati, nonché attempati giovani degli anni “80 che parlano e si sfottono in marcato accento umbro. ARRONE 285 MT SLM è la scritta che campeggia nella piazza.
La cena è solidamente umbra con ciriole (pasta fresca) alla ternana, tagliata di manzo ai porcini e la consueta stravagante camomilla calda. Vicino al mio tavolo siedono tre turisti americani che si danno da fare con forchette e coltelli e bicchieri di vino rosso. Alla fine la classe della cucina italiana viene sempre fuori alla grande.

La moglie del titolare si dà da fare ai tavoli, mentre il marito cena e guarda la televisione, come fosse un ospite anche lui, un classico cinghialone di razza.
Tra cena e pernotto se ne vanno 60 euro e il fatto che l’indomani io parta prima della colazione produce solo uno sconticino.
La stanza è fresca e dopo la telefonata di rito il sonno ti avvolge, mentre pensi all’indomani e al percorso
 

Claudio Santoro (Lecco)

(continua)
 


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Un po’ di logistica per tutti - 18/27 maggio 2014

Tappe:
1) Rieti – Poggio Bustone
2) Poggio Bustone – Piediluco
3) Piediluco - Arrone
4) Arrone – Ceselli
5) Ceselli – Spoleto
6) Spoleto – Trevi
7) Trevi – Spello
8) Spello - Assisi

 

Pernotti:
Poggio Bustone: Locanda Francescana
Piediluco: Parrocchia Santuario Francescano (Fra Luciano)
Arrone: Casa Vacanze Fiocchi
Ceselli: Casa Vacanze “Il Ruscello”
Spoleto: Convento Suore del Bambin Gesù
Trevi: Residence Sant’Emiliano
Spello: Hotel del Prato Paolucci
Assisi: La Cittadella

 

 

 

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Piazza Scala - dicembre 2014