“Anche un cammino di ventimila leghe inizia dal
primo passo”.
(antico proverbio cinese)
da Spello ad Assisi
Che ti farà
raggiungere la città di Francesco. Nel pieno della notte ti sveglia un
violento temporale. Fai in tempo a chiederti come sarà il tempo domani che
ti riaddormenti.
In verità l’indomani è una gran bella giornata, come sanno solo essere
quelle che succedono a un temporale: aria fresca e tersa, assenza di afa e
di umidità. Risali il borgo ed esci da Porta Montanara e prosegui su via
Poeta. Hai preso coscienza che per raggiungere Assisi esistono almeno
quattro opzioni che vanno da quella più semplice del fondovalle a quella più
impegnativa che prevede lo scollinamento del Subasio. Scegli per la terza
via che ti consente di raggiungere Assisi transitando per il suggestivo
Eremo della Carceri. Ad un certo punto, quando sei nel parco del Subasio ad
un’altezza di 750 mt slm la segnaletica diventa ridondante, ce n’è troppa!
Dopo sfogliamento di guide, cervellotiche considerazioni in totale assenza
di esseri appartenenti al genere umano, ne prendi una che, però, ti fa
scendere a 450 mt slm. C’è qualcosa che non ti quadra. La guida parla di
ripido sentiero che, ad un certo punto, dovrebbe riportarti in quota, più o
meno all’altezza del Sasso Rosso. Le domande poste a due persone diverse in
cui ti imbatti non ti danno alcun aiuto e, di fronte ad una palina caduta,
ti sembra il momento giusto per iniziare a salire sulla destra e
riguadagnare quota. All’inizio il sentiero appare ben tracciato, ma in breve
ti ritrovi nella boscaglia. Decidi di salire ancora, anche se le cose si
complicano e il procedere diventa più laborioso e lo zaino più pesante. Una
lepre ti scappa via da sotto i piedi e qualche segnale (una bacinella
arrugginita e qualche rifiuto) ti fanno comprendere che potresti essere
sulla via giusta. Sei nella classica situazione che, ormai, ti conviene solo
salire, dato che tornare indietro potrebbe essere più complicato. Questa
situazione dura un’ora abbondante e, quando intravvedi maggior luce e
intuisci una spianata sopra la tua testa, con un ultimo sforzo per
raggiungere la strada che ti sta sopra, ti tiri su e un sospiro di sollievo
è d’obbligo.
Non sai come, ma hai ripreso quota, ma il Sasso Rosso l’hai superato e tanto
vale riprendere in direzione Nord, verso l’Eremo delle Carceri. Passi
davanti a un cancello dove trovi alcuni frati di colore in preghiera, ma
scopri che il sentiero ti fa salire ancora facendo il giro largo per
raggiungere in discesa l’ingresso ufficiale della località santa.
Al chiosco che sta all’ingresso, oltre a un benefico spuntino, hai modo di
sapere dal gestore i risultati delle Europee del 25 maggio, con il netto
successo del PD di Renzi e del suo storico 40,80%. Grillo deve meditare su
come ha condotto la campagna elettorale e Berlusconi ottiene ancora un 16%.
Il gestore sembra soddisfatto su come sia andata, anche se un autista di
taxi, che dice di aver confermato la fiducia a Berlusconi, lo taccia di
essere un voltagabbana.
L’italiano si sa è sempre bravo a correre in soccorso del vincitore, come
sosteneva Indro Montanelli.
Chiedo ospitalità per il mio zaino al gestore e la visita all’Eremo avviene
in leggerezza. Il posto è sempre pieno di fascino e di raccoglimento. I
visitatori si muovono senza far rumore e la natura è silenziosa ed austera,
anche se la statua del frate scalzo e sdraiato sulla nuda terra a godersi il
sole è un richiamo all’allegria francescana e del pellegrino.
Alla fine della visita riprendi in spalla lo zaino e inizi la ripida discesa
verso Assisi che si profila sempre più chiara e bella. Ti imbatti in qualche
persona che arranca in senso contrario, per lo più stranieri, che con un
certo fiatone ti chiedono quanto manchi all’Eremo. Fa parte di questo gruppo
una francese che,
nonostante tu le parli nella sua lingua, si ostina a voler dialogare in
inglese! Il dialogo è tra un italiano che parla in francese e una francese
che risponde in inglese. Teatro dell’assurdo?
Con un tratto di sentiero stretto sei alla Rocchicchiola e arrivi a Porta
Perlici e al cartello stradale di Assisi, dov’è opportuno farti scattare
alcune foto da turiste americane. L’ingresso in Assisi è bello, con tanti
turisti di ogni parte del mondo fino a raggiungere la tua meta: la Basilica
del Santo, la sua tomba.
La sosta è lunga e profonda e qualche lacrima sgorga. Preghi per la tua
famiglia, per i tuoi cari, per gli amici. La presenza di questo santo folle
e disadattato che parlava agli animali, morto a soli 44 anni, che ha girato
il mondo, che ha venduto tutto e ha vissuto in povertà con un’altra banda di
matti come lui, che in tempo di Crociate è andato a parlare con il nemico,
con il Sultano d’Egitto è quasi palpabile, come il suo messaggio che resiste
ai secoli.
A malincuore ti allontani e vai ad espletare la formalità di consegnare la
credenziale e farti dare il testimonium, una sorta di certificato per chi ha
percorso la via di Francesco ed è giunto in pellegrinaggio ad Assisi. Lo
metterai accanto alla compostela del cammino di Santiago.
E’ tempo di pensare alla logistica e provi a cercare ospitalità alla
Cittadella, luogo che conosci sin dai tempi delle tue esperienza del
dissenso cattolico e della storica rivista “ROCCA” che, per fortuna,
continua regolarmente ad uscire.
Ti assegnano una bella stanza, dall’arredamento vagamente vintage, tipo anni
“70, ma è comoda e pulita. Anche gli ospiti sembrano un po’ datati, ma non
privi di vitalità e di curiosità che gli anni non riescono ad
intaccare. Espleti la routine del pellegrino, per l’ultima volta in questa
occasione e, dopo uno scroscio di pioggia, torni a gironzolare per la città,
invasa da turisti e pellegrini. Solo dopo le otto
di sera si svuota e diventa ancor più bella, con la Basilica che di sera
sembra acquistare luce e splendore.
Una pizza e una birra e si torna alla reception della Cittadella dove ti
danno una mano a costruire il viaggio di ritorno: in bus fino alla Stazione
di Assisi che è più sotto presso santa Maria degli Angeli; in treno fino a
Firenze, poi da lì Milano e poi a Lecco.
Gli indolenzimenti vari del cammino si fanno sentire, ma dopo un po’ di
giramenti e di torsioni trovi la posizione giusta per piombare in un sonno
ristoratore.
Sveglia e colazione alla Cittadella. Dopo dieci giorni e otto di cammino è
giunto il momento del
Ritorno a casa
che si volge come previsto fra bus, regionali, treni ad alta velocità.
Fai in tempo a volgere un altro sguardo sulla Basilica che è ancora chiusa.
Assisi è più bella di prima mattina, con i negozi chiusi e i turisti che
dormono ancora e sembra esprimere meglio lo spirito di semplicità del Santo.
Sul treno hai tutto il tempo per pregustare il ritorno a casa, dalle tue tre
donne e anche di ripercorrere come un film i giorni trascorsi da solo, a
camminare con lo zaino sulle spalle nelle due regioni (Lazio e Umbria) e le
tre province (Rieti, Terni e Perugia) che hai attraversato. Le immagini sono
tante, come le sensazioni che ti porterai dentro.
Dopo un po’, chissà perché, inizi a pensare al prossimo viaggio.
Claudio Santoro
Claudio Santoro (Lecco)
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Un po’ di logistica per tutti - 18/27 maggio 2014 | |
Tappe: 1) Rieti – Poggio Bustone 2) Poggio Bustone – Piediluco 3) Piediluco - Arrone 4) Arrone – Ceselli 5) Ceselli – Spoleto 6) Spoleto – Trevi 7) Trevi – Spello 8) Spello - Assisi
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Pernotti: Poggio Bustone: Locanda Francescana Piediluco: Parrocchia Santuario Francescano (Fra Luciano) Arrone: Casa Vacanze Fiocchi Ceselli: Casa Vacanze “Il Ruscello” Spoleto: Convento Suore del Bambin Gesù Trevi: Residence Sant’Emiliano Spello: Hotel del Prato Paolucci Assisi: La Cittadella |
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Piazza Scala - agosto 2015