Anche per il 2012 è facile prevedere che ai
pensionati non verrà liquidata la parte differita e che gli iscritti in
quiescenza dovranno
mettere mano al portafoglio per riequilibrare il disavanzo della gestione
personale in pensione. Riportiamo un pezzo di Filippo Vasta
(rappresentante dei pensionati nel direttivo dell'FSI) già presente sul sito
Amici Comit - Piazza Scala.
Piazza Scala - 2 febbraio 2013
Il Consiglio d’Amministrazione del Fondo ha preso oggi visione di una
situazione dei conti alla data del 31 dicembre 2012. Ovviamente si tratta di
un rendiconto provvisorio, dato che i soci hanno tempo sino al 31 marzo per
presentare richieste di rimborso per spese concernenti il 2012; si è tenuto
conto, per definire le cifre, di proiezioni basate sui flussi del 2011,
rettificati con le nuove condizioni ed i nuovi massimali. Non sono comunque
previsti significativi scostamenti fra le cifre provvisorie fornite e quelle
definitive; si può ipotizzare semmai un lieve miglioramento, visti i criteri
prudenziali con cui sono redatti, in genere, i dati previsionali.
Il risultato di gestione di quest’anno si scosta solo marginalmente da
quello dello scorso esercizio. Il risultato consolidato delle due gestioni
evidenzia un avanzo di Euro 3,8 milioni, ottenuto come sbilancio fra un
avanzo della gestione attivi di Euro 14,9 milioni e un disavanzo della
gestione quiescenti di euro 11,1 milioni.
Il nostro passivo di 11,1 milioni, se le cose dovessero restare come l’anno
scorso, andrebbe poi abbattuto con la quota di un decimo delle riserve, con
il contributo di solidarietà statutario e l’eventuale contributo di
solidarietà straordinario; la perdita sarebbe ancora ulteriormente ridotta
per la mancata corresponsione della quota differita. Il residuo dovrebbe poi
essere addebitato a soci, in una misura verosimilmente assai vicina a quella
dello scorso anno.
Si tratta, evidentemente, di una situazione non sostenibile e non
presentabile.
Nei mesi scorsi è stato dato incarico ad uno Studio di Consulenza Attuariale
(Olivieri & Associati) di effettuare un’analisi prospettica dell’andamento
del Fondo Sanitario (il costo della consulenza, come tutti i costi
amministrativi, è a carico della banca). Prendendo come base di partenza i
criteri attuali di funzionamento del Fondo e, su base statistica,
l’evoluzione della platea degli aderenti, si prospetta, nell’arco di
cinquant’anni, un risultato finale di disavanzo di Euro 940 milioni, dei
quali 822 milioni in capo alla gestione quiescenti e 138 milioni in capo
alla gestione attivi, anch’essa in squilibrio, non ultimo per
l’invecchiamento generalizzato della sua componente (legge Fornero e
scarsità di assunzioni).
Tale stato di cose, attuale e prospettico, ha suggerito un ricorso alle
Fonti Istitutive per un riesame della situazione e per l’assunzione dei
necessari provvedimenti. E’ infatti impensabile che determinazioni del tutto
eccezionali, come il blocco delle quote differite e il recupero delle
perdite attraverso un’ulteriore contribuzione, possano divenire la regola.
Il Consiglio di Amministrazione, in base ad uno Statuto assurdo, non ha
alcun potere di modifica su contributi e prestazioni. Essi sono scaturiti da
un accordo fra le parti sociali, ed è tale accordo che deve essere
riformato.
Cercherò, per quanto mi sarà dato di conoscere visto che le nostre
Associazioni non sono ammesse come Fonte Istitutiva, di tenervi al corrente
sui prossimi sviluppi.
Un cordiale saluto,
Filippo Vasta
Milano, 30 gennaio 2013