Organizzata dal Lions Club Feltre Host, si è tenuta il 1° dicembre, presso la Sala Guarnieri di Pedavena,  una conferenza di alto livello che ha visto come relatore il Prof. Giorgio Zasio, Docente di Tecnologia Birraria presso l’Università di Perugia.  Per interesse storico, stralcio alcune frasi inserite nell’invito a questa conferenza ….

da quando l’uomo cominciò a muovere i primi passi su questa terra, si trovò a dover affrontare il problema dell’adattamento in un ambiente ostile e dalla primaria necessità di procurarsi il cibo…     sia l’ominide di tre milioni di anni or sono che l’uomo di Pechino di 300.000 anni fa o l’homo sapiens, ebbero in comune per la propria sopravvivenza l’attività predatoria ed il nomadismo…solo in epoca recente, circa 3000 anni prima dell’era cristiana, ci fu una evoluzione epocale con la scoperta dell’aratro che permise di cambiare completamente il modo di lavorare e quindi di produrre vari mezzi di sostentamento alimentare con modalità diverse dal bastone e della zappa…”

 

Da allora, ovviamente di acqua ne è passata sotto ai ponti, ma le finalità sono, restano e rimarranno sempre le stesse:  necessità primaria  di procurarsi il cibo attraverso il lavoro della terra, che costituisce la prima ricchezza, insieme con capitale e lavoro, come  ci hanno insegnato i nostri cari e  vecchi professori. A questo proposito, la triade terra, capitale e lavoro, ha  costituito da sempre oggetto di studio,  anche in funzione della continua evoluzione del comportamento dell’uomo, riconducibile in primis ai suoi bisogni primari.

 

Raccontare ciò che è stato detto durante il convegno richiederebbe molto spazio, ma anche una certa fatica per la sua specificità, sempre in via di continua trasformazione  correlate anche alle risorse del pianeta, il quale, abitato oggi da circa 7  miliardi di persone, avrà a che fare fra non molto (si dice nel 2050)  con un aumento di soggetti intorno ai 9 miliardi. Domanda: “Come sarà possibile procurare tanto cibo, tanto riscaldamento per 9 miliardi di persone quando il pianeta sta progressivamente esaurendo le sue risorse ?”  E ciò, ad un prezzo equo, ad evitare possibili turbolenze sociali nel caso di possibili, quindi non date per scontate,  carestie ?”

 

Detto questo, mi limito a ricordare in sintesi, per argomento,  alcuni punti chiave della conferenza, che dovranno essere oggetto di opportune riflessioni da parte di ciascuno di noi, pensando a soluzioni possibili. Si è parlato di :

 

Bioetanolo in alternativa al petrolio, ricavandolo dal mais e dalla canna da zucchero ?  Ma finiranno anche mais e canna da zucchero e ci vorrà il petrolio per preparare i concimi.. Quindi è il discorso del gatto che si mangia la coda.

 

Eolico. Ha controindicazioni per il rumore fortissimo ed anche per l’estetica del territorio e non basterebbe allo scopo.

 

Riposo della terra. Ad ottobre del 2011, in Italia ci sono 1 milione di ettari a riposo, in favore dei quali, per il semplice fatto che non producono per necessità di turn-over delle produzioni, vengono corrisposti dei contributi (nota curiosa: fra i proprietari ci sono la Regina d’Inghilterra ed una Contessa piemontese che percepiscono per questo fatto dei contributi pari a un milione di euro all’anno)

 

Tabacco.  Lo Stato Italiano offre dei contributi per le coltivazioni di tabacco e nello stesso tempo promuove finanziariamente  campagne antitumore…

 

Cina:  si dice che circa l’80 % della produzione sia completamente fuori regola, per cui è necessario fare attenzione alle importazioni.

 

Ricomposizione agraria.  In Italia si avverte un continuo spezzettamento della terra, soprattutto quando viene a mancare i proprietari con la conseguenza che lavorare terreni spezzettati costa di più e, tra l’altro, con rendimenti inferiori.   Bisognerebbe fare come nella vicina confederazione elvetica ove, ogni 20 anni,  ci si adopera per una ricomposizione agraria.

 

Lo stato italiano è agricoltore.   Possiede 338.000 ettari di terreni, quasi tutti incolti, che valgono circa 4-6 miliardi di Euro.  Perché non assegnarli a giovani imprenditori agricoli a basso costo, posto che – aggiungo io – possano comperali anche a prezzo di favore ?

 

L’Unione Europea non ha soldi per l’agricoltura per cui, anche la tanto conclamata “gren-economy” per il momento sembra essersi arenata.

 

Una domanda suggestiva  suggestiva del Questore presente al convegno . “ Ma oggi gli OGM sono davvero il diavolo mentre il biologico è acqua santa ?” Risposta del Prof. Zasio, apparentemente  dubbioso : “ Tutti e due…”

 

Vorrei concludere con una considerazione espressa anche durante un mio breve intervento nel corso del convegno.

 

L’Italia, come sappiamo, è nata con vocazione agricola. Poi, appena finita la guerra, ha subito velocemente una metamorfosi in paese industriale occupando i primi posti fra le potenze del mondo. Ora la produzione industriale sembra essere rallentata in quanto i mercati sono saturi  (mercati delle auto docent !).

Perché, proprio in questo periodo di crisi, non si creano da subito le condizioni per sviluppare l’agricoltura,  in uno spirito “ greening”  in una nuova, ripeto nuova,  PAC  (politica agricola comune) in contestualità all’industria che, in questo momento, è in netta difficoltà ?  Non si fa altro che parlare di “green-economy”, ma – ahimè – siamo fermi alle parole. O poco più…

 

Arnaldo De Porti - 2 dicembre 2011

 

                                                                             

 

 

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