un collega Comit racconta   

 

 

Rientro ora da un paesetto del trevigiano che si chiama Santa Maria del Piave dopo aver provato un’emozione che, molto difficilmente, qualcuno di noi ha provato o immaginerebbe  di provare nella vita:  un incontro, fra me e Wally Cucciol con la quale,  nel lontano 1956, ci eravamo incontrati a San Gallo, nella Svizzera tedesca, entrambi emigrati dall’Italia per lavoro nella confederazione elvetica e che, per oltre mezzo secolo molto… abbondante  (1956-2012),  non ci eravamo mai sentiti e tanto meno visti.

 

Erano ormai un paio d’anni che questo incontro doveva avvenire, ma varie ragioni, in particolare quelle riconducibili agli effetti della potenziale emozione, hanno spinto fino ad oggi,  primo febbraio 2012,   a materializzare questo straordinario incontro.

 

Lascio immaginare a chi legge cosa significhi vedere una persona che non si è più vista per oltre mezzo secolo e che si riconosce solo dai lineamenti…dell’anima, in quanto il fisico naturalmente ha subito una discreta metamorfosi, passando dai 20 anni che avevamo nel 1956 agli oltre 70 (per molto… difetto)  di oggi.

 

Il navigatore, che avevo impostato a Feltre,  mi ha fatto scendere proprio di fronte al cancello di Wally, mentre i miei occhi si stavano piazzando in direzione della porta che qualcuno mi sarebbe venuto ad aprire.   Era proprio lei che apriva.

“Ciao Wally”,  “ ciao Arnaldo” ,  a cui ha seguito una stretta affettuosa piuttosto lunga che voleva forse sintetizzare  mezzo secolo di vita. Ognuno si è messo a leggere nell’animo dell’altro e chissà mai come si esprimeva il subconscio in contestualità agli sguardi che esprimevano tante altre cose, correlate anche ai vent’anni vissuti in Svizzera, lei come sarta presso un’azienda dei famosi pizzi di San Gallo, io come segretario della sezione italiana di un istituto svizzero internazionale, il Rosenberg, appunto di San Gallo, nella Svizzera tedesca.

 

Ci siamo raccontati parecchie cose, privilegiando un excursus verso il passato che non aveva certo i connotati di questo presente moderno, caratterizzato quasi esclusivamente e sempre dagli interessi materiali,  ma abbiamo anche ricordato che allora i sacrifici  - ed erano tanti e forti -  avevano sempre un ritorno in termine di gioia, di soddisfazione e di amore verso il prossimo, soprattutto verso le nostre famiglie nelle quali allora  le necessità di ogni tipo abbondavano… 

 

Allora non c’erano soldi, ed una passeggiata dopo una settimana di lavoro, era davvero un premio gratificante... Ci siamo addentrati anche nell’intimo degli incontri che io e Wally avevamo e ne è emerso un quadro che i giovani d’oggi definirebbero tout court come comportamenti da …cretini. Infatti, malgrado le frequentazioni fra me e la bella e giovane ragazzina, che avevano luogo generalmente a fine settimana,  non ricordo che ci fosse mai  stato fra me e lei  un gesto che non fosse andato più in là di una semplice stretta di mano, o poco più.

 

Il commiato,  è stato pure lui all’insegna dell’emozione come quando mi è stata aperta la porta per entrare. Mi par di poter dire infine, a coronamento di questa emozionante giornata  che, dal quadro d’insieme della visita, è sicuramente emerso che il sentimento, quando è sincero, onesto e semplice, esso è destinato a durare per una vita, al punto  - come ho detto dianzi -  da poter riconoscere una persona che non si vede per oltre mezzo secolo anche unicamente attraverso i lineamenti dell’anima…  

 

E di questo ne ho avuto oggi una forte prova.

 

ARNALDO DE PORTI - febbraio 2012

 

 

 

                                                                        

               

 

 

 

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