Leggo,
abbastanza spesso sulla stampa (anche oggi) che, operatori del settore
bancario approfittano della buona fede di questo o quest’altro cliente,
addirittura sottraendo soldi dai loro conti correnti e/o depositi di altro
genere.
Ciò pare aver luogo specie nelle banche di modeste dimensioni in quanto, per
le più grandi, il discorso sembrerebbe più difficile per motivi che sarebbe
lungo spiegare in quanto correlati a vari intrecci contabili che, se non si
elidono fra loro, non fanno tornare i conti. A meno che, intrecci di altro
tipo, non riguardino le stanze dei bottoni, come si è visto di recente.
Almeno così succedeva quando pure io lavoravo in banca.
Ma, al di là di questo fenomeno negativo che, ahimè, sta prendendo piede in
maniera troppo “sportiva”, io vorrei cercare di esaminare detto fenomeno
partendo da una chiave di lettura socio-politica. Mi chiedo : “ Non sarà che
le nostre Istituzioni, che dovrebbero essere a tutela ed al servizio del
cittadino, hanno dato e stanno tuttora offrendo dei cattivi esempi al punto
che “rubare”, stia diventando, con il passare
dei giorni, un discorso socialmente quasi fisiologico, nel senso che questo
tipo di illegalità, pare appalesarsi oggi come un atteggiamento che impera
in quasi tutti i contesti della vita socio-politica al punto da essere quasi
assuefatto, persino da quella istituzione come la banca che, fino ad ieri,
era un ambiente sacro dal punto di vista della sicurezza ed onestà dei suoi
addetti ?
Voglio raccontare una esperienza personale che riguarda proprio il contesto
“banca”
Anzitutto ricordo che, per essere assunti, allora la banca faceva le pulci
a... tre generazioni prima di inserirti nel suo organico e che in detto
ambiente si respirava sempre ed ovunque l’aria di una profonda onestà, quasi
fino alla paranoia: io, personalmente, ma anche tutti gli altri che
collaboravano con me, sia pur ciascuno con i propri personali difetti, più
che altro legati a motivazioni di visibilità a fini di carriera (ma c’erano
anche coloro che preferivano badare solo al
27), mai e poi mai si saremmo permessi di approfittare di un qualsiasi
cliente (dico ciò non solo per me, ma anche per interpretare ovviamente il
pensiero di tutti i colleghi che hanno operato con
me); ne è prova che, anche oggi, il solo pensare ad una cosa diversa,
troverebbe uno zoccolo duro nel mio-nostro Dna. E vengo all’esperienza
personale.
Ho avuto l’incarico, nel corso della mia professione, di sviluppare il
lavoro di diverse filiali di nuova apertura, soprattutto qui nel Nord-est.
Per fare ciò, per quanto ovvio a dirsi, bisognava lavorare forte e
soprattutto produrre. Ebbene, ricordo che, quando mi trovavo nella nuova
filiale di San Donà di Piave, Dipendenza della Sede di Venezia-Mestre (ma
anche in altre), andavo a far “raccolta” con la macchina della banca (cosa
vietata da Bankitalia e ciò senza che lo sapessero i miei diretti superiori)
anche di…domenica, nella spiaggia di Jesolo Lido, tornando di sera con
spaventosi “malloppi” che depositavo nella cassaforte di direzione, a mio
rischio e pericolo. Si trattava di valigette piene di lire, dollari,
traveller-check, marchi, scellini, dracme ecc. insomma di tutto, per
controvalori di milioni di lire di allora. E vengo all’essenza di quanto
voglio dire, e che trae l’input dalla tanta disonestà attuale, in netta
contrapposizione al nostro originario contesto.
Mi ricordo che la clientela, che visitavo di sabato-domenica nella spiaggia,
ed a cui rilasciavo una ricevuta provvisoria prestampata dalla banca, mi
diceva, lasciandomi solo, di guardare nelle sue casse, di contare i soldi e
di lasciare poi una ricevutina “sportiva”. Insomma, la gente si fidava
ciecamente della banca e questa fiducia sviluppava anche da parte di noi
funzionari la simpatia e l’interesse nei confronti delle aziende che
visitavamo, in un clima che, oggi come oggi, sembrerebbe fanta-banca , da
non prendere neanche in considerazione…
Domanda ironica, o forse abbastanza veritiera : “Non sarà che questi ultimi
governi, anche in contesti clericali, con i loro esempi, hanno contagiato in
negativo i valori di una preesistente e bella onestà ?” Di cui, noi
ex-bancari, senza alcuna vanagloria, eravamo certamente portatori ?
La mia risposta è decisamente SI’.
Arnaldo De Porti
17 febbraio 2013