LA PANDA USATA  

 

Fiorella sapeva che i dipendenti della Fiat usufruivano della possibilità di acquistare fino a due autovetture all'anno a prezzo scontato. Molti di essi, infatti, si procuravano una utilitaria d'inverno e una berlina di buona fascia d'estate. E così riciclavano, di sei mesi in sei mesi, acquistando e rivendendo due macchine all'anno. 

Da tempo Fiorella era appassionata di montagna e, nella bella stagione, impegnava quasi tutti i week end per raggiungere qualche rifugio panoramico, meglio se arroccato a nido d'aquila su di uno sperone roccioso. Era stanca di chiedere di continuo dei passaggi ad amiche o ad amici motorizzati, a ventitre anni aveva diritto di diventare autonoma, proprio per potersene andare a spasso da sola, senza più dipendere dagli altri. 

Una piccola auto, anche di seconda mano, poteva andar bene. A maggior ragione se pensava che in montagna, per raggiungere l'attacco dei sentieri, spesso le strade sono strette e polverose. 

Una collega della scuola elementare dove era insegnante le indicò un nominativo, tal Dottor Vincenzo Laricchia, rappresentante della Fiat di Corso Sempione, che, per l'appunto, essendo ai primi di maggio, aveva intenzione di rivendere l'utilitaria invernale, una Panda bianca. 

Fiorella prese contatto con lui che gli fissò un incontro per il sabato mattino in via Arona, nei pressi del suo posto di lavoro, dove, come sua abitudine, ogni giorno parcheggiava la macchina. 

Furono entrambi puntuali, si strinsero la mano e, poco dopo, Laricchia, un uomo sui trentacinque, una via di mezzo tra il bellimbusto e il contadino, le mostrò la Panda sottolineandone i pregi. "Non perde un goccia d'olio" le disse "e funziona come un violino di Paganini".

"Quanto vuole?" gli chiese.

"Guardi, l'ho pagata 11.000 euro scontati circa sei mesi fa, ho percorso soltanto 5.000 chilometri, vorrei realizzare almeno 10.000 euro. Non ho avuto incidenti e, come può vedere, è perfetta!". 

Fiorella aprì il bagagliaio e ci trovò del terriccio sparso un po' dappertutto, dei giornali stesi sul fondo ad accogliere un paio di stivaloni di gomma insozzati di fango. Stava per chiedere spiegazioni, ma la sua espressione di sconcerto l'aveva preceduta. "Oh, non deve badare a quello, un bel lavaggio e tornerà a splendere" intervenne il proprietario e aggiunse "Sa, sono un cacciatore ed è inutile che la pulisca di continuo, altrimenti la settimana dopo sarei da capo. Ma per lei sarà diverso, immagino".

"Beh, io a caccia non ci vado di certo, amo gli animali e vado in montagna per vederli saltare nella natura in completa libertà".

"Per la montagna, questa Panda è quel che ci vuole, è un muletto che non la farà mai rallentare".

"Sì, questo è vero, è il tipo di macchina che fa per me. Ma mi sembra un po' caro il prezzo".

"Ma, signorina, è seminuova, ha sei mesi di vita e ha fatto soltanto cinquemila chilometri. Non può pretendere un prezzo più basso. Vuole provarla?".

"Anche sì!" rispose Fiorella. Ciò detto, aprì la portiera, depositò la sua borsa sul sedile posteriore e si mise alla guida. Anche i tappetini erano intrisi di terra.

Il Dottor Vincenzo si accomodò sul sedile del passeggero e le porse le chiavi. Fiorella si sistemò il sedile, avanzandolo di quel tanto che bastava, posizionò gli specchietti e mise in moto. "Faremo il perimetro del quartiere" gli disse "così, alla fine ci troveremo di nuovo qui".

"Ok, signorina, vada!" replicò Laricchia abbozzando a un sorriso soddisfatto.

Lei partì con prudenza e proseguì come concordato.

Provò a frenare più o meno dolcemente, ad accelerare e rallentare, in un breve tratto riuscì a innestare anche la quarta marcia. Le sembrò che il cambio rispondesse bene, osservò che dal rumore il motore pareva a punto e piuttosto brillante. Insomma la macchina sembrava in buono stato. A conclusione del giro notò tuttavia che i gommini che ricoprivano i pedali erano piuttosto consunti. Ma, alla fine, osservando il tachimetro che segnava 5.086 chilometri percorsi, si disse che la macchina poteva in effetti considerarsi quasi nuova. 

Per fortuna si era liberato dello spazio accanto al marciapiede di via Arona, per cui Fiorella riuscì a parcheggiare per bene senza alcuna difficoltà.

Uscì dall'auto e così fece il suo compagno di viaggio.

"Potrei vedere il libretto di circolazione, Dottor Laricchia?" gli chiese, senza aver ancora chiuso la portiera.

"Sicuro! Ora lo cerco, deve essere qui, tra i documenti nel cofanetto" e si piegò per cercarlo.

Fiorella riprese la sua borsa e, mentre stava per richiudere, notò, lungo il profilo della portiera, un adesivo rettangolare bianco: il tagliandino pro memoria dell'ultimo cambio dell'olio. Si accovacciò per leggere meglio e rilevò la scritta, compilata a biro: "Cambio olio: 25 marzo. A Km: 13.680"!

Fu il fatto rivelatore di quella trattativa mattutina. 

Era evidente come il caro Dottor Vincenzo Laricchia avesse fatto abbassare di molto il contachilometri, prima di rivendere l'auto. Una furbizia sleale che probabilmente era abituato a mettere in conto ogni sei mesi. Questa volta in modo maldestro. 

Inutile dire che Fiorella rifiutò di trattare quella macchina, nemmeno a prezzo ribassato, perché non si possono concludere affari con chi vuole fregarti. Guardò il suo interlocutore con gli angoli degli occhi e se ne andò. 

Qualche settimana dopo, alla scuola di Fiorella, le colleghe la videro arrivare con una fiammeggiante Panda rossa, nuova di zecca. La prossima meta sarebbe stata il Rifugio Azzoni, in vetta al Resegone. Punto di attacco della salita per il parcheggio dell'auto: l'abitato di Morterone, in Valsassina.
 

Massimo Messa

 

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Piazza Scala - maggio 2015