Piazza Scala

 

 

Il turista che dovesse recarsi nel sud della Sicilia non può mancare la visita agli interessanti e famosi siti turistico/culturali come Agrigento, Siracusa, Noto, Ragusa/Ibla, Piazza Armerina, tra i tanti.
Tra questi in particolare, desidero attirare l’attenzione sulla visita alla Villa del Casale, situata poco fuori l’abitato di Piazza Armerina ( 8 Km).
Dopo varie campagne di scavi succedutesi negli secoli (si inizia nel XVII), nel 1950 con il patrocinio della Regione Sicilia, l’archeologo Gentili diede il via ai lavori per riportare finalmente alla luce una ampia e lussuosa villa tardo romana (di circa 4000 mq), che è stata inserita nel 1997 dall’Unesco, tra i siti ‘patrimonio della umanità’ per la bellezza dei suoi mosaici (oltre 120 milioni di tessere).
Lo scorso luglio a seguito del completamento di ulteriori lavori conservativi altri settori del sito sono stati riaperti al godimento pubblico.
La domus fu edificata a valle del fiume Gela intorno agli anni venti del IV secolo, sulle rovine di una precedente costruzione distrutta da un terremoto, appartenete pare a Massenzio, figlio del generale poi tetrarca, Massimiano.
Si pensa che il successivo proprietario fosse un governatore piuttosto che un prefetto/ procuratore o un console, sicuramente una personalità di spicco della Sicilia tardo/imperiale, considerata la qualità la ricchezza ed il numero dei mosaici che adornano la villa.
Dopo lunghe dissertazioni e ripensamenti sull’argomento, l’ ipotesi più accreditata ne assegna la proprietà al governatore della Sicilia Lucio Valerio Populonio fatto console nel 340 per meriti ludici.
Il ’palazzo’ consta di quattro nuclei , separati, connessi tra loro e convergenti verso il suo centro
costituito da un grande peristilio quadrangolare contornato da vari ambienti e da un’apprezzabile complesso termale aperto all’epoca, forse, anche al pubblico.
Si stima che i mosaici, di bellezza unica al mondo e tra loro differenti per esecuzione, furono posti
in opera da maestranze miste nord africane e romane.
I temi contemplano: caccia, cattura di animali, pesca, episodi storico/mitologici come l’incontro
di Ulisse e Polifemo, scene erotiche, disegni geometrici, raffigurazioni di ancelle, musicanti, giocolieri, circensi, flora e fauna ed altro.
Dopo la caduta del’Impero d’occidente Il complesso continuò ad essere occupato, pur in un crescente continuo degrado, resistendo tuttavia a Vandali e Goti, fino all’invasione araba del IX secolo per essere poi devastato pesantemente, agli albori del XII secolo, dal normanno Guglielmo I ‘il malo’.
Successivamente una frana fangosa, proveniente dal sovrastante monte Mangone (monti Erei), lo seppellì interamente conservandolo per l’ammirazione dei posteri.

 

Vincenzo Graziano

 

 

 

Alcune vedute:
clicca sulle miniature per ingrandirle


Quanto sopra altro non é che un piccolo assaggio dello splendore del sito che merita una attenta visita.


 

 

 

 

 

 

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