Piazza Scala

 

 

In una via centrale di Modena , proprio dinanzi alla chiesa di S Biagio (ricca di storia) ed ad un tiro di schioppo dal teatro Storchi, esiste un negozio di pasticceria.
Ci ero passato dinanzi diverse volte solo o con mia moglie, ma sempre in fretta forse perché la posizione è alla fine del centro storico propriamente detto e per raggiungere l’auto posteggiata 600 metri più in là, se si vuole fare in tempo a raggiungere altri posti, bisogna affrettarsi.
Ricordo però nitidamente quella sera d’inverno in cui finalmente ci fermammo attratti dalla luce della vetrina del negozio e sentimmo i forti richiami dei peccati di gola. Non ostenta grandi pretese proprio come persone ricche di talento non esibito.
Ero con mia moglie. Un breve conciliabolo ed entrammo .La prima impressione , appena varcata la porta, fu di un “dejà vu”. Dove? Quando?
I colori , la foggia delle vetrine interne, gli odori, i contenitori a forma di campane di vetro pieni di cioccolatini o caramelle, sparsi qui e là. E il banco centrale fiancheggiato da una vetrina con paste e torte. Il locale era stretto e si estendeva in profondità con mobili che non si vedono più nei negozi moderni.
Fummo catapultati nel passato. Eravamo ragazzi. Con pochi “soldi” il titolare del negozio calava una mano in uno di quei contenitori e riempiva le nostre di caramelle.
Al banco ad accoglierci con un cordiale sorriso attendeva l’anziano proprietario, con gli occhiali sul naso , pochi capelli bianchi e irradiante umana simpatia. Aveva un poco di tempo e ce lo dedicò.
Da quanto tempo esiste il negozio?
Una semplice curiosità che dette l’opportunità al nostro interlocutore di “ingranare” la marcia e come se ci prendesse per mano ci condusse nel passato. Con una narrazione semplice ed affascinante ci narrò episodi accadutegli con personaggi che aveva conosciuto in varie epoche compresa la prima e la seconda guerra mondiale. Ci precisò che il negozio esisteva già nell’ottocento. Saremmo stati delusi se non ci fosse stata anche quella precisazione.
Ci raccontò anche che viveva quasi sempre in negozio ma mai solo perché aveva tanti ricordi.
“Qui sopra vi era un albergo. Una sera ero in negozio come al solito, quando udii il rumore degli zoccoli di cavalli sul selciato. Corsi fuori. Feci in tempo a vedere Eleonora Duse salire in carrozza per recarsi a recitare al teatro Storchi “
Concluse “vedete che ricordi ho io?”
Fu inevitabile anche per noi per un momento essere investiti dalla nostalgia.
Anche questo racconto è ormai consegnato al passato.
La pasticceria c’è sempre. Il personaggio di quella lontana e fredda sera non è più di questo mondo da tempo.
Impossibile ora passare da lì con fretta. Almeno uno sguardo ed uno speciale saluto a chi non c’è più , si trova sempre il tempo per farlo.

 

Giovanni Noera - luglio 2012

 


 

 

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