Piazza Scala

 

 

Come ogni anno, puntualmente, ci si incontra presso il Centro Diocesano Giovanni XXIII di Belluno per la ricorrenza del Patrono dei Giornalisti.   La cerimonia si apre con la Santa  Messa celebrata dal Vescovo di Belluno-Feltre, Mons. Giuseppe Andrich, a cui segue un momento conviviale nel corso del quale si ha la possibilità di scambiarci i saluti e raccontarci qualcosa per vivere un’oretta in cordiale compagnia.

Anche quest’anno eravamo in un discreto numero malgrado l’ora risulti quasi sempre in contrasto con il momento in cui vanno in onda o si stampano le notizie, tuttavia l’occasione è sempre bella ed importante, anche perché consente un attimo di riflessione sulla professione, non sempre facile per un complesso di circostanze, di ogni natura,  che il mondo moderno presenta ogni giorno, con i suoi tanti risvolti non sempre positivi.

L’Omelia del Vescovo, che ha tratto lo spunto dalla 48^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del Pontificio Consiglio a firma Papa Francesco in memoria di San Francesco di Sales, è stata improntata anche su questo. “Oggi viviamo in un mondo che sta diventando sempre più “piccolo” e dove, quindi, sembrerebbe essere facile farsi prossimi gli uni agli altri.  Gli sviluppi dei trasporti e delle tecnologie di comunicazione ci stanno avvicinando, connettendoci sempre di più, e la globalizzazione ci fa interdipendenti. Tuttavia, all’interno dell’umanità, permangono divisioni, a volte molto marcate. A livello globale, vediamo la scandalosa distanza tra il lusso dei più ricchi e la miseria dei più poveri. Spesso basta andare in giro per le strade di una città per vedere il contrasto tra la gente che vive sui marciapiedi e le luci sfavillanti dei negozi.”

Questa riflessione mi ha provocato un transfert verso poche  ore  prima,  da me trascorse  a Milano, tra l’altro in ambienti dell’alta finanza italiana dei Cuccia e dei Mattioli, uscendo dai quali, percorrendo poi Via Manzoni che congiunge Piazza Scala, ma soprattutto in Via Napoleone, ho visto negozi di lusso con prezzi da lasciar allibiti: una giacca, oppure un paio di scarpe, al prezzo pari, se non superiore,  ad uno stipendio mensile, mentre a pochi metri di distanza faceva da triste coreografia un…giaciglio di cartoni di un povero Cristo… con una lattina di birra appoggiata sul marciapiede sporco, con un berretto da mendicante, sporchissimo e sfilacciato, che faceva da…tovaglia…

Di fronte ad una situazione che non onora certo il cammino dei nostri tempi, che deve fare l’informazione ? Una risposta viene da  ulteriori  riflessioni di Papa Francesco :

“La velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio per cui la verietà delle opinioni espresse può essere percepita sì come una ricchezza, ma potrebbe anche chiudersi in una sfera di informazioni che corrispondono solo alle nostre attese ed alle nostre idee, o anche a determinati interessi politici ed economici”. Ed il mondo di oggi, aggiungo io, ne costituisce l’esempio  più oggettivo, per cui c’è bisogno di  (parole di Papa Francesco queste) recuperare un certo senso di lentezza e di calma, ma anche di pazienza,  per capire, chi è diverso da noi, ascoltando e non tollerando..

“Quando la comunicazione - dice Papa Francesco riprendendo a sua volta anche il pensiero di Benedetto XVI  – ha lo scopo di indurre al consumo o alla manipolazione delle persone, ci troviamo di fronte ad un’aggressione violenta. Dialogare significa essere convinti che l’altro abbia qualcosa di buono da dire, significa fare spazio al suo punto di vista, alle sue proposte. Dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e tradizioni, ma alla sindacabile pretesa che esse siano uniche ed assolute”.

Poi,  con un commiato cordiale accompagnato da un ottimo buffet,  ognuno  di noi ha preso la strada di casa, augurandosi (cosa non facile) di riprendere il lavoro sulla base dei principi enunciati in questo straordinario appuntamento.

 

ARNALDO DE PORTI
25 gennaio 2014

 

 

 

 

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Piazza Scala - febbraio 2014