IL RESOCONTO DELL’INCONTRO CON UNISIN – Unità Sindacale Falcri Silcea, Milano 26 gennaio 2015. 
(presenti per l’organizzazione sindacale Elisa Malvezzi Consigliere Cda del FSI Gruppo IntesaSanPaolo, Siro Dallera Presidente del Dipartimento Pensionati e 
Oscar Margaira del Comitato Direttivo Nazionale, per il gruppo FB i colleghi Mia Mongiardo, Luciano Capelli e Claudio Santoro - nella foto sottostante da sinistra  a destra).

“ Il nostro gruppo Facebook, nei suoi tre anni di vita, è servito come punto di riferimento, assistenza e a volte di conforto per numerosi esodati sorpresi dai repentini cambiamenti della normativa che li ha condotti dapprima nel vuoto reddituale, che faticosamente e lentamente va colmandosi, e poi allo spostamento in là, anche di parecchi mesi, della data di raggiungimento della pensione.
Abbandonati dalla banca,a volte mal sopportati dai sindacati e spesso mal visti anche dai colleghi rimasti in servizio, ritenuti una piaga purulenta dall’INPS solo nel gruppo Facebook hanno trovato un punto di appoggio per condividere informazioni, ansie, notizie e idee.
Tutto ciò non basta e abbiamo iniziato un lavoro di presenza e di stimolo nel FSI Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo che sta scoprendo i pensionati (ex esodati ed ex attivi) come delle sgradite presenze delle quali sia meglio liberarsi.
Allo scopo sono stati avviati colloqui con sindacalisti e, insieme alle Associazioni Pensionati Cariplo e Piazzascala, il 6 novembre scorso è stato organizzato un incontro a Milano, al quale hanno partecipato 220 persone.
Nell’ambito di questa attività il 26 gennaio scorso, a Milano, si è avuto un incontro con FALCRI – UNISIN.
Per l’organizzazione sindacale erano presenti Elisa Malvezzi (Consigliere Cda del FSI Gruppo IntesaSP), Siro Dallera e Oscar Margaira. Per il gruppo FB vi erano Mia Mongiardo, Luciano Capelli e Claudio Santoro.
Il primario obbiettivo dell’incontro era di richiamare l’attenzione di FALCRI/UNISIN sul trattamento riservato dal FSI agli esodati e ai pensionati, porre sul tavolo le principali criticità e le palesi disparità di trattamento riservate ad essi; esplorare spazi di condivisione e di possibili azioni ed interventi per recuperare una condizione più solidale e meno discriminante fra attivi e quiescenti (coerentemente con l’oggetto sociale del FSI). Ovviamente stiamo parlando dei pensionati che resistono agli inviti, sempre meno velati, di abbandonare il FSI, cosa che ha già fatto il 34%.
La conversazione si è protratta per due ore, in un clima aperto e franco; la notevole profondità di competenza ed esperienza, a proposito di Casse e Fondi Sanitari, dei nostri interlocutori (Malvezzi in ambito Intesa SP, Dallera in ambito Cariplo e Margaira in ambito Sanpaolo) ha facilitato la messa a fuoco delle problematiche da noi poste sul tavolo, da loro in larga misura conosciute e – in grande misura – condivise.

Conclusioni:

◊  Falcri/Unisin si dichiara ben consapevole della situazione e del pesante impatto che il passaggio da “Cassa” a “Fondo” ha avuto, in particolare a carico dei quiescenti; la sig.ra Malvezzi ha voluto sottolineare di aver sempre espresso – spesso in solitudine e senza riuscire a incidere sulle delibere adottate a livello di “Fonti Istitutive”- il suo voto contrario; è cosciente della complessità del quadro attuale e, solo come contributo di memoria storica, ha voluto segnalare che nella prima ipotesi del “Fondo Integrativo” (sorto per armonizzare le varie casse sanitarie pre-esistenti) la categoria dei quiescenti non era neppure stata contemplata; uno scenario di questi tipo, proposto e avanzato dalla Banca, non fu preso in considerazione solo dopo una battaglia sindacale.

◊  riguardo alle problematiche di maggior rilevanza (l’attuale rappresentatività dei pensionati negli organi collegiali del FSI, mortificati pesantemente rispetto al loro reale 31% di peso, le politiche di attribuzione delle risorse alle gestioni separate, i differenti livelli di contribuzione e di prestazioni/franchigie fra attivi e quiescenti, i livelli e meccanismi di solidarietà interna, condizione del “coniuge superstite” etc.) ci è stato ribadito che i dettati statutari demandano la competenza della materia alle Fonti Istitutive, dove – con gli attuali pesi – pare illusorio attendersi significativi miglioramenti. 
Ci appare quindi evidente che In questa sede la banca ha “gioco facile” nell’orientare e far passare la sua linea, approfittando anche della storica incapacità delle componenti sindacali di costituire con continuità un vero “fronte comune”. 
Riteniamo che, In ogni caso i miglioramenti richiesti dovranno avere il propellente di iniziative legali, scartando totalmente un’ipotesi di ravvedimento da parte di Intesa Sanpaolo;


◊  sul tema della trasparenza e della pubblicità delle delibere (la cosiddetta “secretazione”) Elisa Malvezzi segnala che il tema è stato seriamente preso in considerazione, ma tiene a sottolineare che le argomentazioni portate a supporto del mantenimento dello status quo nell’ambito del Cda sono parse così convincenti da produrre un voto a maggioranza assoluta; a mo’ di esempio si è citato l’indicazione delle modalità di investimento delle risorse finanziarie del FSI che non è consigliabile rendere pubbliche.
Noi abbiamo obiettato che vi è sempre la possibilità di indicare degli “omissis” e che la mancanza di trasparenza conduce ad un’opacità che non serve a nessuno se non ad alimentare illazioni.
In ogni caso per il futuro saranno pubblicati i verbali che riguardano la “Assemblea dei Delegati”.

◊  Elisa Malvezzi, nella sua qualità di Consigliere nel CdA del FSI, assicura che – pur eletta in rappresentanza degli attivi – ha sempre operato (e continuerà a farlo) a sostegno delle “cose corrette” (in base ai valori e principi condivisi con la sua struttura di riferimento) e a prescindere da “interessi di categoria”, si dichiara disponibile e ci invita a inoltrare segnalazioni di casi e di situazioni particolari, soprattutto quando esse possano costituire un concreto spunto per interventi migliorativi del servizio erogato dal FSI.
Si riserva un approfondimento sulla nostra segnalazione dell’attuale inibizione opposta da parte del FSI del passaggio di un familiare dal coniuge diventato pensionato a quello rimasto in servizio, cosa che comporta una maggiore onerosità per l’iscritto.

◊  per facilitare ulteriori eventuali riflessioni sui temi da noi proposti e discussi, abbiamo consegnato ai nostri gentili interlocutori una copia dei DVD con la registrazione della riunione del 6/11/2014 e copia del documento redatto da Filippo Iasonna in quella occasione.

Dall’incontro abbiamo ricavato la sensazione che – nell’attuale situazione – sia alquanto utopistico attendersi risultati che si fondino su di una resipiscenza dell’azienda. E’ più ragionevole ritenere che qualche risultato possa venire da azioni e iniziative legali che possano incrinare l’arroganza aziendale, sensibile solo a queste tematiche o ad eventuali danni di immagine. In questo filone invitiamo le Associazioni dei pensionati a continuare nella loro attività e ci dichiariamo sin d’ora disponibili ad una collaborazione attiva.
Ciò nondimeno siamo anche usciti con la sensazione che i margini di manovra delle sigle sindacali nel FSI (sulla carta di cogestione insieme all’Azienda) siano, vuoi per la frammentazione delle posizioni, per lo scarso peso assegnato ai pensionati (1 su 3 degli iscritti è quiescente), per il poco interesse dimostrato dagli attivi che spesso abboccano alla politica di “lotta fra poveri” alimentata ad arte dalla Banca, in realtà siano ben ristretti e, molto spesso, solo di difesa –e a nostro sommesso avviso a volte anche finora non abbastanza incisiva - di fronte allo strapotere aziendale. Sarà compito di tutti noi insistere nei confronti di tutte le altre sigle – specie quelle di iscrizione – per coinvolgerle maggiormente su queste tematiche che riguardano comunque una rilevante parte dei loro iscritti: dobbiamo portare alla nostra causa il maggior numero di Fonti Istitutive. 
Da parte nostra abbiamo invitato gli interlocutori a continuare nella loro azione di informazione puntuale degli iscritti e a far conoscere a tutti quello che accade nel FSI, organismo solidaristico e intergenerazionale senza fini di lucro. Sarà nostro preciso compito pretendere lo stesso impegno anche da parte di tutte le altre sigle sindacali.
La mancanza di informativa produce solo confusione, illazioni e sospetti che non servono a niente e a nessuno.

 

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L'argomento è molto importante soprattutto per le
categorie dei pensionati ed esodati: invia un tuo commento

 

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I commenti dei nostri lettori
da Stefano Tabanelli, Lussemburgo: Premesso che condivido pienamente la valutazione sull'atteggiamento delle "fonti istitutive", che comporta l'esigenza di identificare i punti deboli della controparte dal punto di vista legale, mi chiedo come non sia possibile avvalersi della competenza nel campo di tanti ex-colleghi la cui professionalità era - nel secolo precedente - un indubbio punto di orgoglio della Banca 
da Franca Panizza, Lierna: Un paio di volte ho sollevato il problema con la Fabi di Lecco (che Claudio Santoro conosce bene perchè talvolta va lì a lavorare!) ma mi sono sentita redarguita con la scusa che sul mercato non si trovano polizze sanitarie tanto favorevoli come la nostra per gente che ha passato i 60 anni! In partica dei pensionati non importa a nessuno  perchè non siamo più "categoria attiva" e le nostre proteste cadono nel vuoto. Forse bisognerebbe minacciare di chiudere tutti i nostri conti correnti e depositi titoli che abbiamo in Intesa Sanpaolo! Non sarebbe una cattiva idea....
da Sergio Marini, Bollate: Sono davvero lieto che nell'incontro sia emersa la vera situazione del FSI, dove di fatto "governano" le fonti istitutive mentre gli organi collegiali - Assemblea e CDA - sono chiamati, se va bene, a ratificare le decisioni già prese altrove. Da ricordare che spesso i partecipanti agli incontri delle Fonti Istitutive sono presenti anche in Assemblea e/o CDA, per cui la discussione non consente sviluppi significativi. Le Associazioni continuano a sviluppare iniziative e fa piacere che anche le OO.SS. siano chiamate con forza a muoversi, perché la vera "forza" l'hanno proprio loro, in quanto componenti delle Fonti. Grazie davvero: incontro molto utile!
da Cerutti Piero Emilio, Pavia: ....e i  "soldi" della vecchia cassa ?
da Paolo Barbanti, Cosenza: Nel mio periodo di vuoto economico, come esodato, ho ritenuto non sottostare all'arroganza ed alle inique condizioni dettate dal Fondo e da Banca Intesa, revocando (mio malgrado) l'iscrizione. Una grande delusione.
da Gianfranco Larovere, Milano: Riunione utile ma insoddisfacente, questo perchè fino a quando il sindacato non capirà che i quiescenti  vanno  sostenuti a spada tratta la situazione non migliorerà. Mi  auguro che questa discriminazione venga al più presto sanata.
da Luisa Dapri, Milano: Tutte vere le argomentazioni. Ma il nodo di fondo resta quello della divisione fra ATTIVI e PASSIVI (ma perchè diciamo "passivi" quando per il FSI siamo soggetti paganti spesso premi più alti di quello versato pro-capite dalla banca?). Se la sindacalista (mi pare di capire che la Sig.ra Malvezzi tale sia o sia stata) si volesse impegnare, questo è il vero terreno sul quale battersi... facendo anche attività di sensibilizzazione sul personale in servizio (che nel tempo non sarà più in servizio...). Sull'argomento mi pare che i colleghi in attività ignorino il tutto o quasi. Mi parrebbe un punto centrale nella trattativa per il rinnovo del CCNL!!! Grazie!
da Roberto Lucarelli, Torino: Svanita ormai la speranza che i concetti di mutualità e solidarietà abbiano un qualsiasi significato nel FSI, chiedo con fermezza che venga data immediata attuazione alla sentenza che prevede il reintegro nella "vecchia cassa" dei soldi indebitamente (lo dice il Giudice) attribuiti al neo costituito FSI e di riconsiderare la destinazione dei NOSTRI denari dall'inizio.
da Agostino Sinico, Aosta: Questi incontri sono utilissimi ma dovremmo coinvolgere i Sindacati degli attivi. Anche loro, forse, saranno Pensionati! Devono capire che la solidarietà tra generazioni è un valore per tutti.
da Donato Antoniello, Rivalta di Torino: Non ci speriamo molto nei sindacati. Ho fatto il delegato per 38 anni per la FISAC/CGIL alla quale nonostante tutto sono ancora iscritto ma dimenticato dal sindacato. Quando sei fuori non conti più niente. Questa ne è la dimostrazione. Ricordo di essermi opposto - quasi inutilmente - al passaggio da cassa a fondo e ritengo ancora oggi di aver fatto bene.
da Francesco Lojacono, Candelo: Un tempo la Cassa era solidale fra attivi e pensionati; non si può unilateralmente variare questo presupposto e lasciare "in braghe di tela" le persone che hanno più bisogno vista l'età. Bisogna premere con procedure legali per ottenere quanto ci spetta.
da Alessandro Cervellin, Svizzera: Prima di tutto un ringraziamento ai colleghi che hanno preparato e poi partecipato all'incontro. Dobbiamo prendere atto che i concetti di solidarietà intergenerazionale e di comunità sono ormai carta straccia, e' evidente che quel che conta e' il conto economico e (ovvio) i pensionati / pensionandi rappresentano un costo più elevato. Non ci resta quindi altro da fare se non ricorrere alle vie legali nel caso ci siano solide e oggettive possibilità di vincere una causa. Se cosi non fosse mi pare che valga il vecchio adagio " o mangi 'sta minestra o salti dalla finestra"....  purtroppo per noi !
da Ferdinando Pagani, Busto Arsizio: Finalmente qualcosa si muove. L'augurio è che i sindacati finalmente riprendano a fare veramente i sindacati e non i yes-mens. Anche perchè gli attivi di ora saranno i pensionati di domani. Questa è un'ovvietà però pare che qualcuno per propri interessi la ignori. Se mi è concesso quale artista direi che le foto dei tre signori rappresentano più una la pubblicità di un negozio di parrucchiere per signora e le altre treking. Sempre con rispetto per il lavoro che questi signori stanno svolgendo anche nel mio interesse.
da Ernesto Mancini, Cossato: Condivido che le strade praticabili siano solo quella legale con un forte contributo da parte di tutte le sigle  sindacali. Sul secondo punto permettetemi di  avere forti perplessità  circa  la fattiva voglia   da parte dei sindacati  di difendere la categoria dei pensionati , con forza e determinazione. Spero di sbagliarmi.
 

 

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Piazza Scala - febbraio 2015