Arnaldo De Porti ha richiesto all'Anpecomit ed a Piazza Scala di pubblicare un ultimo appello ad Antonio Masia, presidente Anpecomit, affinchè venga riportata la quiete in seno all'associazione e vengano esperiti al più presto concreti tentativi al fine di assegnare ai soci in attesa i 350 milioni giacenti presso il Fondocomit. Da parte nostra aderiamo, ovviamente - come nostro costume - senza commenti allo scritto. Sottolineiamo comunque che un recente comunicato apparso sul sito Anpecomit sembra aprire qualche spiraglio alla soluzione di questa spinosa questione (significativo l'allegato a firma FABI Parma).
Piazza Scala - marzo 2012
23 marzo 2012
Caro Antonio Masia,
Presidente Anpecomit,
Roma.
questo è il nostro, ed anche ultimo accorato appello: non ce ne sono altri di onesti e razionali al di fuori di questo; tutti gli altri porterebbero ineludibilmente al De profundis…per tutti.
Pensavo, in cuor mio, interpretando il pensiero di molti colleghi che mi scrivono e mi hanno scritto, che un gesto di umiltà, o quanto meno un sussulto di dignità, dopo tutto ciò che avrai avuto occasione di leggere in relazione alle vicissitudini della gestione dell’Anpec, ti avrebbero fatto fare un passo indietro, eticamente doveroso quanto saggio. Ed invece mi pare che tu insista nella tua molto opinabile posizione, senza renderti conto che stai provocando delle grosse ferite sulla pelle viva di tutti noi, specie dei più anziani.
I soldi liquidi, presenti sui conti del Fondocomit, non sono infatti di tua proprietà, e molto oggettivamente ed in assoluta prevalenza, sono dei Pensionati ante 98, (un po’ meno per gli altri) per cui, se non poni mente a questa considerazione, ti è facile prendere tutto a cuor leggero e non badare ai tempi tecnici della giustizia, circostanza di cui dovrai onestamente ammettere. Vorresti forse parlarne fra dieci anni, dopo che l’iter post-cassazione dovesse ricominciare necessariamente e malauguratamente ex novo ? Ma saremmo davvero alla follia masochista !!
Vuoi salvare la faccia ? Da uomo e collega che stimo, ti suggerisco di darti subito da fare per ritirare tutti i ricorsi trovando un accordo - che peraltro esiste già fra Anpec ed UNP - in modo che tutti noi non abbiamo a scagliarci contro di te con forte determinazione e rabbia, sentimenti difficili poi da cancellare nel prosieguo della nostra vita e che verrebbero sicuramente ascritti ad una mala gestione Anpec di cui tu sei Presidente.
Se ancora non l’hai capito, il che non credo data la tua intelligenza, specie dopo che te lo abbiamo detto varie e varie volte, ti ripetiamo che la Cassazione non deciderà nulla e tutto dovrà ricominciare da capo, per cui, se proprio non vuoi davvero capire questo, ciò sta a significare che (lasciamelo dire) sei in mala fede e che non hai assolutamente a cuore il destino degli associati, ma che ti preme una sorta di visibilità personale, in assoluta distonia dello statuto che recita ben altro !
Soluzione auspicabile e suggerita dai Colleghi. Ora l’Anpec deve assolutamente ed urgentemente collaborare con tutti (Liquidatori compresi) affinché si trovi una strada (anche stragiudiziale) che vada nella direzione dell'accordo che esiste già, evitando complicanze che non porterebbero da nessuna parte se non alla dissipazione del fondo ed alla morte di tanti associati. Vuoi per caso questo ? Saremmo alla cattiveria umana, ed ad un agire privo di ogni accettabile condivisione umana, da parte di chicchessia, non ti pare ?
Non vorrei aggiungere altro a questo appello e mi fermerei se non fosse perché mi viene in mente un discorso molto accostabile, nella sua dinamica, a ciò che ho già detto, quasi si trattasse di un copione.
Mi par di ricordare infatti che un’esperienza negativa della specie l’ hai vissuta ancora in prima persona: non mi risulta infatti che tu non sia stato costretto a dare le dimissioni da FAP CREDITO, come si evincerebbe dalle motivazioni pesantissime espresse nelle dimissioni scritte dei due vicepresidenti FAP CREDITO, che, guarda caso, ora stanno per essere richieste, provocate ed emulate, come se si trattasse di copione teatrale (soprattutto per quanto concerne le identiche motivazioni), anche dai due vice-presidenti di ANPEC.
Eventi come questi, quasi similari e senz’altro riconducibili alla tua gestione non certamente condivisa dai più, potrebbero far cambiare improvvisamente il nostro atteggiamento di paziente e rispettosa attesa per muoverci in altro modo che non sarebbe certo la pacifica rassegnazione !.
Esattamente come si faceva una volta in banca quando si metteva in mora un cliente che faceva mal sperare… passami l’accostamento di devianza professionale.
Insomma, permettimi anche di aggiungere che, appare piuttosto strano ed anomalo che tutti i tuoi vice, prima quelli di FAO ed ora di ANPEC, ti mollino con tanto disprezzo. Perché di questo si parla ovunque, come purtroppo ho avuto pure io occasione di ascoltare.
Scusami la massima schiettezza, non disgiunta dalla solita cordialità e rispetto, sia pur nella dialettica non certo da…fioretto.
Fiducioso, cordialmente ti saluto.
ARNALDO DE PORTI
|