lo sfogo di un collega che lavora presso una grande banca (inviato da Sergio Marini)
 

Pubblichiamo un legittimo sfogo di un collega dipendente di un grande istituto di credito, del quale preferiamo omettere il nome.

Una considerazione: a partire dalla seconda metà degli anni '90 la Banca Commerciale Italiana non era certo diversa! La pressione sulle risorse commerciali periferiche era molto pesante, sollecitata dalle strutture centrali della banca che tuttavia con una forte dose di ipocrisia si guardavano bene dall'ammetterlo.... Riteniamo che ora il fiato sul collo sia l'ultima attribuzione rimasta ai cosiddetti capi area ed ai loro ineffabili capi mercato (?!), che sollecitano il raggiungimento di certi risultati ma si guardano bene dal dire come arrivare a realizzarli: almeno in questo in Comit eravamo (quasi tutti) diversi.
Piazza Scala - settembre 2011

 

“Sono un collega di ……….. e sono incazzato.
Non sono mai stato né sono un bastian contrario. Capisco anche che c’è bisogno di redditività, anche se mi piacerebbe discutere sul come. Vi scrivo per una questione elementare di giustizia e di dignità.
Vengo quotidianamente martoriato da continue richieste di risultati da ottenersi a qualunque costo e io non lo accetto più. Girano vorticosamente classifiche, scattano convocazioni, umiliazioni, rimbrotti.
Eri un mezzo fenomeno fino a qualche settimana fa, oggi invece il timbro infamante: sei ULTIMO! E allora scatta l’ansia da prestazione, saresti per un attimo tentato di vendere di tutto a chiunque pur di uscire da quel pantano.
Ma poi non lo fai perché hai una coscienza, non lo fai perché sai di quei colleghi che hanno imboccato strade rischiose per compiacere i capi e adesso si trovano ad affrontare paludi giudiziarie da soli.
Soli, perché la banca è sempre a posto, ha emanato disposizioni, ha fatto partecipare ai corsi che doveva fare, impestato i media di codici etici farlocchi.
Il Sindacato parla nei suoi comunicati di piramide rovesciata: è vero. Ci sono dei giorni che mi sento sulle spalle un peso enorme...
Alla banca interessano poco le condizioni di mercato, la concorrenza, la validità del prodotto, la convenienza per il cliente, tanto ci sei tu che pedali.
Ci sono le classifiche che incombono... e chi vuol fare l’ultimo? Nessuno!!!
Ma, colpo di scena, attenzione attenzione! qualunque classifica, di qualunque genere, avrà sempre un primo e un ULTIMO! Ci avevate mai pensato?
Ecco dov’è il giochino. Ci sarà sempre un ultimo e ci sarà sempre un penultimo che non vuole diventare ultimo e così via...!
Questo è il metodo scelto dalla nostra azienda tanto etica per perseguire i risultati per procurarsi sangue fresco e saziare il Moloch (purtroppo insaziabile) del Grande Azionariato Speculativo.
Per nutrire le fameliche Fauci delle Fondazioni senza apparente scopo di lucro.
Per placare gli implacabili appetiti dei Top Manager, che forse non conoscono neppure gli indici di quei codici etici che qualcuno ciclicamente sforna.
Ma ci sarà un ufficio apposito, ad esempio “Codici Farlocchi” (magari in English). Chi sarà il Chief Operating Officer della Pseudo Ethical Code Division?
L’abisso di avidità e di incapacità di chi ci domina conosce rare eccezioni. Le regole e i principi morali, leggo allibito nei documenti sindacali che riferiscono delle riunioni, sono tutti condivisissimi dai vertici aziendali, che stigmatizzano e condannano “eventuali” pratiche non corrette in “periferia”. Che però non gli risultano, povere anime...
Ci spremono come limoni, ma “loro” non ne sanno niente... Chi ci deve credere...!!?
E a chi vanno i benefici di tutta questa spremitura?
382milioni a 169 persone (non siamo noi), altri 67 milioni a 830 semi-top manager (non siamo noi), 18 milioni sono per altri 1100 dipendenti (chi sono questi?), e ben 4 milioni ai restanti 160.000 lavoratori. Noi. A sputare sangue per 25 Euro medi di premio...!! (I dati sono tratti dalla Bussola di giugno della Fiba)
Ma non è nemmeno un problema di prezzo...
Non ho bisogno di incentivi per lavorare, teneteveli quei soldi, che non mi ripagano delle pressioni, non mi risarciscono delle umiliazioni! Non la voglio l’ansia da prestazione che mi tiene sveglio la notte, non voglio baruffare con la mia famiglia, che non c’entra niente, non voglio andare a letto presto col mal di testa.
Non voglio nemmeno gli elogi, teneteveli, me li faccio da solo giorno dopo giorno, ce li fanno i clienti che accontentiamo. Non scassateci più! Non sarà fine, non sarà corretto, ma lo ripeto: Non triturateci più i cosiddetti! Lasciateci lavorare e faticare in pace.
Ficcate quelle classifiche ben in fondo ai vostri cassetti e se volete, rileggetevele tutte le notti attendendo l’alba di un nuovo giorno di una nuova sfida...
Rispettateci! Rispettate NEI FATTI la dignità delle persone. Rispettate le professionalità di lavoratori che trattate come bambini, ma che invece potrebbero insegnarvi parecchio...
Pagate invece quello che è dovuto per contratto e smettetela di fare i furbi lesinando su rimborsi, inquadramenti, straordinari ecc., mentre vi concedete ogni benefit possibile e immaginabile!
FA.TE.VE.LA. FI.NI.TA!”

 

 

 

 

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Piazza Scala - settembre 2011