da "La settimana corta" - numero unico Natale 1962

pubblicazione edita dal Circolo Ricreativo della Banca Commerciale Italiana Genova

per gentile concessione del collega Cesare Fasolato

 

« L'uomo moderno, intento alle più ardite realizzazioni del progresso tecnico e scientifico, è tutto proteso verso quello splendido avvenire che già si profila, portatore di prosperità e maggiore spirituale grandezza ».

Mi piace, cara Nonna, cominciare questa mia ietterà con le parole dette dal Signor Ministro durante la Prolusione Ufficiale tenuta per la Solenne Inaugurazione. Mi piace farlo perchè ti so, malgrado gli annetti (come usi chiamarli, con grazioso diminutivo) che lo Stato Civile ti attribuisce, sensibile verso quanto si fa di nuovo in ogni campo delle attività umane.

Sì, sei una Nonna progressista.

Io — pensa — uso raffigurarmi il Progresso come lo vidi: giovinetto semisvestito, la fiaccola alta nella mano, la nobile fronte alata, al centro di una antica allegoria mirata e rimirata dalla mia lontana infanzia.

Tu invece, nonna, sai condividere le aspirazioni del mondo moderno senza l'ausilio di reminiscenze arcaiche. Tu sei veramente evoluta: già vedi l'uomo signoreggiare nello spazio, padrone della natura che lo circonda, e perciò non sei solita soffermarti troppo su certi aspetti (innegabilmente secondari e di scarso rilievo) del vivere d'oggi, che definirò « scomodi ».

Al contrario io, e mi duole arrecarti un vivo dolore, posso ormai dichiararmi decisamente nemico del Progresso.

E non già, vedi, per il fatto che si è perso l'uso (del resto ormai vagamente anacronistico e risibile) di ricavare burro dal latte, olio dalle olive e vino dall'uva, sono giunto ad aborrire la Civiltà delle Macchine e degli Alambicchi.

E neanche per gli esperimenti termonucleari, o per il  per l'inquinamento atmosferico o per  il traffico tumultuoso delle nostre strade. Neppure questo ti stupirà — per la T.V.

No, io mi dichiaro nemico dei Progresso perchè nell'ufficio dove lavoro, al primo piano iato via Roma, per potermi intendere col collega del tavolo vicino sono costretto a fare uso di radio da campo, segnali luminosi, bandierine da marina dopo che i normali megafoni ed amplificatori del suono hanno tragicamente mostrato la loro inadeguatezza di fronte alla assordante irruzione di rumori provenienti dalla via sottostante, rumori che riescono ad acutizzare, moltiplicandolo, il già ragguardevole fracasso interno. So quello che pensi : mi accusi certo di esagerare.

Nonna Felicita, il tuo illuminato realismo di donna avvezza alle speculazioni delle scienze esatte ti aiuterà a capire che i 3.500 automezzi che giornalmente affrontano via Roma in salita emettono una tale massa di vibrazioni sonore da far passare inosservata una esplosione di media portata, come ad esempio le mine di Piccapietra che nessuno di noi ha mai udito.

Insomma, non pretendo davvero di smorzare l'ardore del tuo entusiasmo per i tempi nuovi, solo vorrei che ti facessi portavoce, in uno di quei frequenti Congressi per un Migliore Domani Elettronico a cui partecipi, di una mia proposta, questa: facciamo pure il Robot, l'automa capace di risolvere in un battito di ciglia tutti i problemi contabili ed amministrativi, capace magari di aprire crediti documentati, ma abbiamo compassione di lui, facciamolo sordo !

Tuo affezionato nipote.

Nicolino.

 

Vittorio Burlando

 

 

 

 

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Piazza Scala - luglio 2012