Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato articoli (di Gianfranco Minotti, dei liquidatori, dell'UNPComit) che hanno preso in esame lo stallo attuale di cui sta soffrendo il Fondocomit e gli spiragli di luce che sembrano affacciarsi alla spinosa questione.
Abbiamo ricevuto tre messaggi di altrettanti colleghi sulla questione: ecco quanto ci è stato segnalato

 

da Giacomo Morandi - Rivergaro (11 aprile 2013)

In questi anni ho letto pazientemente i vari pareri e le diverse interpretazioni dei colleghi, degli avvocati e dello stesso Fondo Pensioni , sulla ripartizione del patrimonio e delle plusvalenze a seguito della decisione di liquidarlo e di vendere il cospicuo patrimonio immobiliare.
Premetto di aver votato a suo tempo a favore dell'accordo UNP-ANPEC perchè ritenevo che ciò potesse portare a una soluzione in tempi brevi delle vertenze che ormai si trascinano da troppi anni.
Ero stato contrario alla liquidazione del Fondo perchè, come tanti di noi, ritenevo, giustamente, che, pur nella dichiarata incapienza della liquidità, si potesse continuare a pagare le pensioni per decenni liquidando gradualmente il patrimonio immobiliare, del cui valore, ben superiore a quello di libro, eravamo tutti a conoscenza. Quando si è venduto, in blocco, lo si è visto bene e una vendita graduale avrebbe certo reso di più, come era opinione diffusa fra gli esperti.
Si è invece deciso di liquidare, sospendendo il pagamento delle pensioni
a chi ne aveva diritto.
Tale sospensione dura ora da almeno otto anni.
Qualcuno ha calcolato di quale somma il Fondo si è reso inadempiente nei confronti di chi, per fortuna sua e fastidio, forse, di altri è sopravvissuto al sopruso?. E' un calcolo facile. Nel caso mio e immagino di tutti gli altri nelle mie condizioni di età e di anzianità contributiva, la somma, anche senza considerare gli interessi, supera ormai di gran lunga quanto spetterebbe in base all'accordo di cui sopra.
Qualcuno ha pensato che se il Fondo non fosse stato liquidato noi avremmo continuato a ricevere la nostra pensione integrativa e nessun altro si sarebbe fatto avanti per reclamare qualche partecipazione all'eventuale smobilizzo graduale del patrimonio? Plusvalenze comprese?
Ripeto, sono ancora a favore dell'applicazione dell'accordo, visto lo stallo nel quale siamo impantanati.
Ma lasciatemi esprimere un po' di amarezza.

da Mario Auterio - Milano (12 aprile 2013)

Caro Minotti, premetto che ho sempre stimato la tua  sagacia legale , ma questa volta sono rimasto veramente perplesso per le tue affermazioni.

Mi limito ad osservare:

- se è vero, come affermi ed è, che i "Pensionati ante 98"  sono stati preponderantemente

  beneficiati dal piano di riparto e che subirebbero un rilevantissimo abbattimento in caso

  di   applicazione dell'art. 27;

- si può anche asserire - vero ? - che i "Pensionati 98/99" e gli "Attivi"  ( in via estensiva,

  anche gli"ex Iscritti") sono stati preponderantemente sacrificati dal piano di riparto ed

  hanno subìto e subirebbero  un rilevantissimo taglio su quanto sinora percepito e su

  quanto andrebbero ancora a percepire.

Quindi vi sono dei superavvantaggiati (senza merito) e dei supersvantaggiati (senza demerito)

Dov'è l'equita ? Dov'è la solidarietà ?  Qui nessuno vuole fare beneficienza né ricevere beneficienza, ma solo la puntuale applicazione dello Statuto (art. 27).

Quanto all' "Accordo, tieni presente che lo stesso si fonda proprio sull'art. 27: quale sarebbe altrimenti il titolo per ricevere somme dai "generosi" "P ante 98".

Sappi che la causa dei "P 98/99" per i "DIRITTI QUESITI" giace in Cassazione dal 2008 (anzi il Fondo dovrà fare un adeguato accantonamento) e perciò  non può costituire il "titolo".

Circa la tesi degli Esimi Legali del Fondo sull'art. 27(non varrebbe durante la liquidazione !?!), bisogna considerare che l'Avv. Prof. Ichino si è spesso avvalso di licenze giuridiche, senza alcun richiamo normativo.

Ebbene io sono un "98/99": ho ricevuto le pensioni dal 1998 al 2004 al 74,3%, un capitale al 74,3% nel 2006, l'anno in cui il 13 luglio si è realizzata LA PLUSVALENZA di 525 milioni.  Quindi  , tutto prima che Il Fondo fosse estinto/messo in liquidazione il 27/12/2006. quindi con l'art. 27 pienamente operativo ! Dove sbaglio ?

Da ultimo ti chiedo una cortesia: puoi confermarmi che gli interessati alla  causa di Roma (ora in Cassazione) non sono né P 98/99 né Attivi (sono i diretti destinatari dell'art. 27)?

da Arnaldo De Porti - Feltre (12 aprile 2013)

permettetemi di esprimere un dubbio: non so se sto “dormendo” oppure “sognando” perché le vicissitudini relative alla liquidazione del Fondocomit, a furia di scrivere e di parlare, si erano in un certo qual modo rifugiate in un ..subconscio che, ogni tanto, esprimeva solo qualche cenno di fastidio stante la veste che il problema aveva ed ha assunto in questi tantissimi anni, al punto da considerarlo una…sopravvenienza post-mortem.
Vorrei anche confessare che, ultimamente, malgrado io sia stato quello che ha messo molta benzina mass-mediatica al fuoco in relazione alla soluzione, a cui hanno poi fatto seguito tanti altri colleghi sparsi tutto il territorio nazionale, e si era un po’ messo “fra color che son sospesi” sia in ordine all’eventuale ripartizione del fondo che alla sua… permanenza su questa terra per godere un po’ di…ripartizione.
Ora, dagli Amici Comit, (comunicato 3/2013 Unione Pensionati in data 8 aprile 2013) posto che abbia ben capito, pare che si stia muovendo qualcosa e che ci siano non solo caute speranze che possa succedere qualcosa di buono.
Non so se ciò possa essere accoppiato alla politica di queste ultime settimane che vede anche il governo nella necessità di pagare i tanti debiti alle aziende che aspettano da anni, fatto sta che, magari impropriamente, vorrei forzatamente fantasticare sull’evento dicendo che il governo (con il nostro ex Passera) potrebbe aver “influenzato”, questa volta positivamente, anche la liquidazione del nostro Fondo ? Del resto, il Ministro Severino, era stato sollecitato in questo senso, ed ha poi suggerito di intrattenere il COVIP.
Sarà così ? Stiamo a vedere.
Io spero che ora non dipenda dai sindacati che, lasciatemelo dire, potevano essere più collaborativi ed incisivi in questa brutta vicenda a cui, a mio avviso, non è stata certo impresso premura volta a facilitare anche il compito dei liquidatori.
Se sono rose fioriranno ma, ormai l’esperienza mi suggerire di tener conto anche di qualche spina…
Auguriamoci comunque che tutto vada per il giusto verso.

 
Per quanto ovvio, confermiamo che chi intende partecipare alla discussione instaurata dai tre colleghi è il benvenuto: è sufficiente una mail a piazzascala@gmail.com.

Piazza Scala - 14 aprile 2013

 

 

 

 

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Piazza Scala - aprile 2013