Piazza Scala

 

 

    una domenica a Venezia  
 

Ieri, domenica 6 luglio, a Venezia, ho subito la solita tentazione di evadere dalla folla turistica  oceanica che non consente di vedere con attenzione  ciò che si ha di fronte, come Palazzo Ducale, la Cattedrale, Piazza San Marco con le sue Procuratie, i Piombi, le Prigioni , la Biblioteca Marciana e quant’altro.

Ed allora  ho preso il classico battello-motoscafo facendo una puntatina verso le isole a circa una mezz’oretta di navigazione dall’approdo delle  “Fondamenta Nuove”, mezzo che si può prendere anche da altri attracchi, come dal Tronchetto, Punta Sabbioni di Jesolo-Treporti, Piazza San Marco, loc. Zattere ecc. ecc.

La navigazione è  stata splendida, vuoi per le condizioni meteo,  vuoi per l’aria gradevolissima, vuoi per il mare celeste che offre sempre  la sensazione di essere in un mondo cristallino e di purezza. Devo dire che, durante la navigazione, scopri realtà che fanno parte di un  passato del tutto inimmaginabile rispetto al tempo in cui stiamo vivendo  e che, per certi versi, quanto a pace e tranquillità,  ti verrebbe di fare un tuffo nel passato..

Una recensione di un libro a titolo “La laguna di Marziai”  di un mio-nostro collega-amico, tra l’altro ex direttore Comit in diverse filiali, Gastone Pisoni, riporta  le seguenti parole per descrivere la sensazione che si prova visitando questa realtà veneziana: 

“ La società, le istituzioni, lo stato, la guerra non esistono in questi posti. Compaiono, di quando in quando, come i canneti o le secche o le maree che bisogna affrontare…” 

Frase questa che dice tutto senza commenti e che sembra, con una certa forzatura sentimentale,  far  sentire quasi l’odore del “salso”  della laguna. Tanto è scritto bene questo libro.…del quale, se non vado errato, è stato pubblicato qualcosa anche su  Piazza Scala. 

Trovo superfluo parlare di Torcello in quanto ormai tutti sanno che quest’isola è famosa per la sua storia millenaria, alle origini di Venezia  fra Oriente ed Occidente  Tuttavia, non guasta ricordare: 

Torcello è un luogo estremamente romantico e suggestivo, dove anche i veneziani amano recarsi di tanto in tanto affascinati dalla tranquillità e dal verde che rinfresca l’isola. Al contrario di Murano e Burano, Torcello è oggi praticamente disabitata e conserva numerose testimonianze archeologiche del suo glorioso passato.
Usciti dall’imbarcadero si percorre la piacevole Fondamenta dei Borgognoni dove si nota subito il celebre Ponte del Diavolo. Più avanti si trova Piazza Torcello con la sua originale pavimentazione erbosa dove si può ammirare la maestosa e antichissima Cattedrale di Santa Maria Assunta. Su un’intera parte all’interno della chiesa c’è uno splendido mosaico raffigurante il Giudizio Universale. Nella piazza si trova anche graziosa la Chiesa di Santa Fosca davanti alla quale c’è la famosa sedia di Attila, il trono sul quale un tempo sedevano i tribuni per amministrare la giustizia.
Poco distante c’è infine il Museo dell’Estuario, nel quale sono raccolti interessanti reperti archeologici risalenti all’epoca romana, bizantina e medioevale. A pochi metri, si può fare una cenetta romantica alla Locanda Cipriani, uno dei luoghi più amati da Hemingway e dove  ieri appunto ho voluto fare un drink.. anche per ricordare a mia moglie che, in quel locale, quando facevo la seconda ragioneria, avevo suonato, con la fisarmonica, il pezzo appena uscito di Limelight-Luci della Ribalta di Chaplin, portando a casa un sacco di mance… in dollari e lire versatimi da una grossa comitiva di americani…convenuti con vari motoscafi nell’isola. Come si fa a non ricordare questo ? 

L’isola di Murano divenne famosa nel 1291, anno in cui tutta la produzione vetraria fu trasferita qui dal centro storico per timore di incendi nelle fornaci.
Durante il tragitto tra le Fondamenta Nuove e Murano, si scorge l’Isola di San Michele, il cimitero di Venezia nel quale sono sepolti personaggi illustri come Stravinskij e Diaghilev.
Arrivati a Murano, si scende alla fermata di Colonna e si percorre la Fondamenta dei Vetrai dove si susseguono una dietro l’altra le celebri fornaci. Alcune di queste sono aperte al pubblico: si può assistere in diretta alla creazione di un oggetto di vetro realizzato da esperti mastri vetrai. Presso le fornaci è anche possibile acquistare direttamente oggetti in vetro soffiato. Tra le antiche vetrerie  ricordo la famosa Azienda Venini, ditta che espone le proprie opere in molto Musei d’Arte Contemporanea in giro per il mondo.
Poco prima del Ponte Vivarini  si trova la Chiesa di San Pietro Martire nella quale sono custoditi alcuni affreschi del Bellini, del Tintoretto e del Veronese. Oltrepassate il ponte  si percorre la Fondamenta Cavour dove è collocato il Museo Vetrario nel quale sono esposti ben 4000 pezzi che illustrano le evoluzioni della tecnica di lavorazione del vetro attraverso i secoli. Tra le opere esposte ricordo la splendida coppa Barovier, realizzata in vetro soffiato smaltato e decorata con figure allegoriche.
A due passi dal Museo si trova inoltre la Basilica dei Santi Maria e Donato, costruita intorno al VIII secolo, al cui interno si può ammirare la Vergine Orante, uno splendido mosaico dorato raffigurante una Madonna. La Basilica presenta una curiosità: l’abside in stile veneto-bizantino è rivolto verso il Canale.
 

Burano è uno dei gioielli della laguna: una Venezia in miniatura in cui tutte le case sono dipinte con colori forti e diversi. Burano è celebre per la lavorazione artigianale dei merletti, arte applicata fin dal Cinquecento e divenuta celebre in tutto il mondo.
Appena scesi dal vaporetto si percorre Via Marcello e poi si gira a destra per la Fondamenta di San Mauro: dopo poco si arriva in Via Baldassare Galuppi che sbocca nell’omonima Piazza. Qui  si trova l’interessante Museo dei Merletti dove si possono ammirare antichi pizzi e assistere dal vivo alle fasi di lavorazioni delle artigiane dei merletti. In piazza si trovano anche la Chiesa di San Marino, nella quale è custodita la “Crocefissione” del Tiepolo, e il Palazzo del Podestà.
 

Ieri, visitando questi posti,  ho riprovato grandi emozioni: essi hanno la facoltà di distogliermi completamente da un mondo che si appresta ogni giorno a complicare la vita.

In queste isole, quando il battello attracca per fine corsa e fa scendere i passeggeri, ti sembra di uscire da un incanto che ti riprometti subito di ripristinare a breve  per rivivere  nuovamente  una fantastica favola.  

Va detto che, tutto sommato, stiamo parlando  sempre di Venezia, di una delle sue tante facce da vedere in silenzio per arricchirci dentro,  realtà assai diverse rispetto alle più note Piazza San Marco, Rialto, Riva degli Schiavoni, che non offrono certo il senso dell’incontaminato, come le predette isole.  

Una ricchezza insomma, anche immateriale, di queste appendici di Venezia,   che sarebbe bene rivedere. Anche per riscoprire la… normalità.

Una foto ricordo sul… Trono di Attila (N.d.R:: cfr. ultima fotografia in basso....) e di nuovo a scontrarci, purtroppo,  con la più assordante realtà.

 

ARNALDO DE PORTI

 

 

Clicca sulle fotografie per ingrandirle
 

 

 

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico




 

 

Piazza Scala - luglio 2014