ANTICHE CONOSCENZE SUMERE ED ODIERNI RISCONTRI
di Giorgio Nobis

 

I SUMERI
 

Quella sumera è, nell'area mediorientale, la prima civiltà di cui si ha documentata conoscenza. Apparsa all'improvviso e apparentemente dal nulla tra gli otto ed i seimila anni or sono, vanta il credito di tutte le grandi invenzioni di una società evoluta: invenzioni ed innovazioni, concetti e credenze, che formano la base di quasi tutte le altre forme di civiltà del pianeta. La ruota, la trazione animale dei veicoli, le barche per i fiumi e le navi per i mari, i mattoni e la calce, gli edifici a più piani, la scrittura, le scuole, gli scribi, le leggi, i giudici e le giurie, la monarchia ed i consigli dei cittadini, la musica e la danza, l'arte, la medicina e la chimica, la filatura e la tessitura, la religione, i sacerdoti ed i templi, la matematica e l'astronomia, insomma quasi tutte le basi del sapere ebbero inizio laggiù, nell'antica Mesopotamia, nello SHU.MER (la terra di Shin'ar della Bibbia, la terra dei SAG.GI.GA, com'essi si definivano, ovvero il "popolo dalla testa nera").
É da porre l'accento che tutti gli elementi di base dell'astronomia moderna hanno origini sumere: il concetto di sfera celeste, d'orizzonte e di zenit (parola sumera ZE.NIT o punto immaginario d'osservazione della volta celeste, incontrato dalla verticale passante per il luogo d'osservazione), la divisione del cerchio in 360 gradi, la nozione di una fascia celeste in cui i pianeti orbitano intorno al Sole, il raggruppare le stelle in costellazioni assegnando loro i nomi e le immagini pittoriche che chiamiamo zodiaco, il fatto di applicare il numero dodici allo zodiaco e alle divisioni del tempo (ore del giorno e della notte, mesi dell'anno), l'invenzione del calendario che è stato alla base di gran parte dei calendari sino ai giorni nostri. Tutto questo ed altro ancora sono iniziati ad opera di questo grande popolo.
Come detto, i Sumeri registravano su tavole d'argilla (le più antiche risalgono al 3500 a.c.) le loro transazioni commerciali e legali, il loro sapere e le loro vicende, disegnavano le illustrazioni su sigilli cilindrici, sui quali le figure erano incise "in negativo", per poi imprimerle in positivo, quando il cilindro veniva fatto ruotare sulla tavola d'argilla umida. Nei molti resti delle città sumere, riportati alla luce dagli archeologi nello scorso secolo, sono state ritrovate, tra l'altro, qualche migliaio d'illustrazioni (su cilindri, tavole d'argilla, lastre di pietra, ecc.) che trattano di astronomia, con descrizioni di stelle e costellazioni correttamente posizionate nel cielo, nonché manuali per osservare il movimento degli astri. Tra le tavole recuperate, ricomposte e tradotte, ci sono testi che trattano in particolare del sistema solare, mentre altri testi elencano i pianeti orbitanti intorno al Sole nell'ordine corretto.
Vediamo anzitutto una mappa della "dodecapoli" sumera:

Riguardo al luogo di provenienza di queste genti si sono fatte varie ipotesi: ad esempio, alcuni re­perti archeologici farebbero supporre che questo popolo sarebbe disceso in Mesopotamia intorno al 4000 a.c. dai monti Zagros dell'altopiano iranico, mentre alcuni passi letterari lascerebbero, invece, ritenere che provenisse dal mare. Tuttavia, poiché siamo nel campo delle ipotesi, ha poco senso chiedersi da dove e come sia giunto in questi luoghi; è molto più probabile che si sia trattato di un graduale fenomeno migratorio e di una lenta integrazione con le popolazioni locali, che si ritiene fossero prevalentemente semite. Questo aspetto si ricava anche dall'analisi del lessico sumero, a comprova che questo popolo inglobò ed assimilò più complessi culturali, quali quelli di una preesistente popolazione autoctona non sumera e quelli di genti semite, che erano più diffuse soprattutto nel nord del paese. Pertanto la ben più avanzata cultura sumera assimilò queste genti, dando vita ad una civiltà molto progredita.

Il processo d'urbanizzazione dell'area si ritiene abbia avuto inizio intorno al 4000 a.c. con le città di ERIDU e di UR, denominato "periodo Ubaid"; successivamente, dopo il 3500 a.c., ebbe inizio quello che fu chiamato "periodo Uruk": da questo momento la civiltà sumera entrò nella fase del suo massimo sviluppo.

Una fonte molto importante per ricostruire le prime dinastie è la "Lista reale sumera", malgrado non sia del tutto attendibile per quelle più antiche. Tale elencazione è suddivisa in due parti: la prima riporta i nomi di sette sovrani antecedenti il Diluvio, la seconda inizia con queste parole "...dopo che il Diluvio spazzò via ogni cosa e la regalità ridiscese dal cielo, il regno ebbe dimora in Kish...". Peraltro il primo sovrano indicato in questa seconda parte, conosciuto anche in altre fonti, di nome E.TA.NA, sarebbe stato solo il tredicesimo regnante della prima dinastia di Kish.

Quanto alla lingua di questo popolo, per quanto sino ad oggi ci sia dato di sapere, essa non si colle­ga a nessun altro idioma antico conosciuto. É un linguaggio bisillabico, nel quale le unità di parola sono messe insieme per creare un concetto.

Le prime iscrizioni sono pittografiche, la graduale stilizzazione delle quali porterà più tardi alla scrittura cuneiforme. Le tavole sumere presentano una scrittura che va da destra verso sinistra e dall'alto verso il basso, tuttavia leggere e capire un testo sumero risulta difficile anche per gli studiosi più esperti; le due tavole che di seguito vediamo mostrano i due sistemi di scrittura:

Il loro sistema di numerazione era posizionale e sessagesimale, come si è potuto evincere in molte tavole d'argilla, datate a partire dal 3500 a.c., sulle quali sono presenti simboli che rappresentano l'1, il 6 detto "celestiale", il 10 "terreno" (numeri questi ultimi due che insieme formano la figura "base" del 60), il 600 ed il 3600. Il sistema era molto semplice da utilizzare, non solo per le frazioni, ma soprattutto per i calcoli astronomici; con esso si potevano fare, oltre alle somme ed alle sottrazioni, anche le moltiplicazioni e le divisioni, calcolare le radici quadrate ed elevare i numeri a diverse potenze.

Non solo ci troviamo di fronte al primo sistema matematico conosciuto, ma, soprattutto, esso intro­dusse il concetto di "posizionamento" del numero (per intenderci: 6, 360, 21.600 e così via). Se vogliamo sottilizzare, l'unico svantaggio era costituito dal fatto che lo "zero" era "sottinteso", in quanto determinato dal posizionamento del numero stesso, come si può ben notare nella tavola qui riprodotta:

Vediamo ora quello che si può definire l'aspetto più stupefacente di questo popolo, vale a dire le sue conoscenze astronomiche. A parte possibili errate interpretazioni dei testi, delle iscrizioni e delle illustrazioni varie, da parte degli studiosi che hanno dedicato una vita per far riemergere dalle nebbie del passato questa straordinaria civiltà, restano in ogni modo ben chiare le conoscenze astronomiche di queste genti: da dove possono averle attinte è un mistero che ben difficilmente potremo svelare.
 



(continua)

 


 

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Piazza Scala - ottobre 2011