Cari Amici, Colleghi della
nostra gloriosa COMIT,
in merito alla faccenda che
ci riguarda, quella della liquidazione del Fondo, il
mio impegno, senza scavalcare i vertici ma in forma
assolutamente personale (che non è detto non possa
servire da supporto di pensiero anche a detti vertici)
io, per natura, vado avanti come un buldozer.., così
come facevo quando ero responsabile della promozione e
sviluppo di tutta la provincia di Venezia della Comit,
i cui risultati, lo dico con molta modestia, forse
diversi colleghi ancora ricordano……
Ergo, con la stessa forza ed
entusiasmo, se prima mi adoperavo nell’interesse
primario della Banca Commerciale Italiana, ora, sempre
sulla scia di questo precedente impegno per l’Istituto,
non demorderò nel tentativo di fare chiarezza
nell’interesse di tutti i Colleghi che, con me, sono
stati vittime , a mio avviso, di una sindacabile
gestione del Fondo, perché basata su leggerezza nella
gestione di un problema molto importante ed impegnativo,
con esercitazioni dialettiche più …sportive che
umanamente condivisibili, come spiegherò in appresso.
Qui sotto, con copia
incolla, riporto lo Statuto Anpecomit, dai cui articoli
si evince che esso sembra stilato a proprio uso e
consumo. E ne abbiamo avuto la prova provata con i
fatti, ultimo quello della “prorogatio” della gestione
senza ascoltare nessuno, se non addirittura impedendone
la partecipazione democratica di chi chiedeva la
candidatura…
Non andrebbe poi sottaciuto,
e questa è una cosa importantissima, che decidere per
tutti è un atto di
straordinaria amministrazione per cui la
maggioranza doveva essere molto ampia, come lo
richiede anche lo stesso codice civile. E così non è
stato. Ed ecco perché ci troviamo in questo pantano. Ed
allora, è legittimo tutto ciò ?
Invito chi mi legge a dare
una scorsa a detto statuto e, se del caso, approfondire
i punti in rosso che fanno a pugni, alcune volte, con
la volontà della stramaggioranza degli associati, come
mi è parso di capire, realtà che si sta manifestando
ora in maniera molto determinata in detta nostra
disgraziata vicenda, se non addirittura drammatica.
Ecco lo :
STATUTO
Art. 1
Tra i
Pensionati e gli Esodati (questi così indicati fino alla
maturazione della pensione d'anzianità) è
costituita
un'Associazione denominata Associazione Nazionale fra
Pensionati ed Esodati della Banca
Commerciale Italiana (Comit) ANPEComit, al fine di dare
una unità di indirizzo e di riferimento nella tutela dei
diritti e degli interessi degli stessi nonché di tutti i
Dipendenti in Servizio e dei Pensionati ed Esodati anche
se non soci.
Art. 2
L'ANPEComit non ha fini politici ed è senza scopi di
lucro.
Art.
3 La sede
legale dell'ANPEComit e in via Cesare Balbo 35, 00184
ROMA
Art. 4
L'ANPEComit si struttura attraverso delle sezioni su
tutto il territorio nazionale. Ogni sezione si
organizza, adottando lo Statuto e i regolamenti
attuativi, su base e rappresentanza territoriale, dando
vita ad incontri, dibattiti ed iniziative autonome,
seppure coordinate con la struttura centrale.
Art. 5
L'adesione si attua previa domanda indirizzata alla
Sezione territoriale ove esiste o alla Sede centrale.
L'unico
requisito richiesto è l'appartenenza alla Comit.
Art. 6
Tutti ì
soci sono considerati Soci Ordinari ed hanno gli stessi
diritti.
Art. 7
Lo scopo
dell'Associazione come detto nelle premesse e nell'atto
Costitutivo e all'Art. 1 dello Statuto è quello di:
A
servire da riferimento e unità di indirizzo ai Soci per
la migliore tutela dei loro diritti e interessi nei
confronti della nuova Banca Intesa nonché nei confronti
di terzi;
B
intervenire per ottenere le migliori condizioni e
dignitoso trattamento per gli Associati, puntando alla
parità di condizioni con i colleghi in servizio, con
riferimento a tassi, spese, affidamenti, prestiti
personali, mutui, titoli ecc.
C
fornire quando possibile pareri e suggerimenti ai
singoli affiancando se del caso Legali e Sindacati;
D
stimolare e tenere contatti fra i Soci, fra questi e i
colleghi in servizio, aggregando quanti ancora si
riconoscono nel nome della Comit;
E
organizzare incontri a livello nazionale e locale aperti
eventualmente anche ai colleghi in servizio, dibattiti,
viaggi e soggiorni culturali e turistici a condizioni
vantaggiose, senza per questo volersi sostituire a
circoli culturali e ricreativi di appartenenza;
F
informare periodicamente attraverso pubblicazioni,
lettere, fax, e messaggi telefonici ed email sulle
iniziative in corso;
G
coordinare con successivo scambio di informazioni tutte
le segnalazioni degli Associati e di Aziende circa
occasioni, richieste e offerte di lavoro,
collaborazioni, prestazioni d'opera, consulenze, ecc.;
H
raccogliere e coordinare tutte le segnalazioni che ci
perverranno di contestazione e contrasto alla Banca da
parte di colleghi coinvolti nella procedura di mobilità
attivata da Intesa.
Art. 8
L'ANPEComit si dota di un fondo Comune rappresentato
dalle quote, dai contributi dei Soci e dei non Soci.
Quote e contributi e comunque qualsiasi entrata dovranno
essere documentati.
Le quote dei soci delle sezioni sono di pertinenza delle
sezioni che volendo potranno destinare alla sede
centrale un contributo a loro discrezione.
Art. 9
Gli Organi
dell'ANPEComit sono:
• l'Assemblea dei Soci,
• il Consiglio Direttivo,
• il Collegio dei Revisori,
• il Collegio dei Probi Viri.
Art. 10
II
Consiglio Direttivo è formato da 11 membri che solo per
i primi 6 mesi di inizio attività sono indicati nelle
seguenti persone: Masia Antonio Maria (Presidente) ,
Bono Salvatore, Califano Catello, Ciccolini Roberto,
Luparelli Mauro, Migliaccio Roberto, Monarca Maria Pia,
Montemarano Raffaele, Piccirillo Pasquale, Ruggiu
Gavino, Tonon Graziella.
Entro 6 mesi saranno attribuite le cariche e potranno
essere ammessi altro soci fondatori su delibera del
Consiglio Direttivo.
Fra sei mesi si riunirà
l’Assemblea dei Soci e nominerà i nuovi componenti del
Consiglio Direttivo che dureranno incarica sino ad un
massimo di trentasei mesi (idem i Probiviri e i Revisori
dei conti). Ciascuno può essere rieleggibile senza
limiti. Il Comitato nominerà al suo interno un
Presidente, 1 Segretario, 2 Vicepresidenti, 1 Tesoriere.
Art. 11
L’Assemblea si riunirà ordinariamente almeno una volta
l'anno su convocazione del Presidente del Consiglio
Direttivo, per deliberare sulla contabilità la relazione
annuale dell'attività svolta, per le elezioni del nuovo
Consiglio Direttivo, dei Sindaci e Probi Viri e altro
all'ordine del giorno. Si riunirà in via straordinaria
ogni qualvolta lo richieda un numero di 6 componenti il
Consiglio Direttivo, un numero pari ad 1/3 dei soci, o
1/3 delle sezioni esistenti In Assemblea ogni socio può
farsi rappresentare da un altro socio, ma non sono
ammesse più di 2 deleghe.
Art. 12
Le
sezioni come detto sono libere di riunirsi ogni volta
che lo desiderano.
Art. 13
Ogni
incontro centrale o sezionale dovrà essere verbalizzato.
Art. 14
La
rappresentanza compete al Presidente del Consiglio
Direttivo o a chi ne fa le veci con firma abbinata al
Tesoriere quando si tratta di spese superiori a 1.000
(MILLE) euro.
Art. 15
I Revisori
in n. 3 effettivi e n. 2 facoltativi sono eletti
dall'Assemblea dei Soci.
Art. 16
I Probi
Viri in numero di 3 sono eletti dall'Assemblea dei Soci
e sono i garanti che l'attività dell'Associazione segua
i dettati dell'Atto Costitutivo e Statuto.
Art. 17
Le cariche
sociali o incarichi sono gratuiti.
Art. 18
Le
Assemblee sono valide qualunque sia il numero dei soci
intervenuti
Art. 19
Le norme
relativa alla estinzione dell'Associazione e alla
devoluzione dell'eventuale patrimonio vengono deliberate
dall'Assemblea dei Soci previo esame di parere non
vincolante del Consiglio dei Probi Viri.
Art. 20
II
presente Statuto potrà essere modificato solo a
condizione che vi sia il consenso di tanti Soci
ANPEComit che rappresentino i 3/4 del numero totale
degli stessi.
Detto questo, non v’è dubbio
alcuno che le sorti del nostro fondo sembrano essere
state condotte in maniera che sicuramente nessuno di noi
avrebbe ipotizzato, come si evince dalle numerose
testimonianze che ricevo, non sottacendo che tutto ciò
(di negativo) è stato reso possibile per alcuni motivi.
Il primo, a prescindere dal
fatto che la storia più volte enunciata dei 26
ricorrenti capeggiata dall’Avv. Centofanti (?) doveva
essere a tutti i costi superata e risolta, tutti
speravamo che i vertici Anpecomit, prima di assumere
decisioni del tipo in questione, avessero chiesto il
parere, magari con r.r.r., a tutti i soci, invece di
“giocare in casa”, favoriti da un piccolo entourage
facente parte del direttivo e di alcuni soci vicini a
detto entourage. In secondo luogo, ma con valenza
“inter pares”, sembra che si sia approfittato della
circostanza secondo la quale, la stramaggioranza dei
soci, non avendo familiarità con l’informatica essendo
usciti dalla banca quando la posta elettronica era agli
inizi, ha offerto buon gioco ai vertici, nel senso di
far decidere a pochi, soprattutto a danno degli
anziani. Il terzo motivo che non è da poco è il
seguente. L’oggetto della questione non costituisce una
cosa normale, ma un mezzo di sussistenza per alcuni,
essendo stato loro tolta una rendita, circostanza
ulteriormente aggravata dal fatto che da allora ad
oggi, il potere di acquisto della moneta, per alcuni ma
anche per il sottoscritto, è diminuito di circa il 50
%. E qui si è giocato sulla pelle dei colleghi ! Non è
populismo dialettico il mio, per strappare consenso
!!
Ed allora questa vicenda che
ci priva di un diritto reale sulla disponibilità, e
cioè del denaro di cui siamo titolari, (in attesa di
un responso scontato ed inutile della Cassazione),
ammantata sotto il profilo legale da una sindacabile
gestione, di cui qualcuno dovrà pur sentirsi
responsabile, non soltanto sul piano umano, ha una
drammatica ed umana chiave di lettura: si tratta
infatti di colleghi che, prima di andar a parlare
nell’anticamera dell’Aldilà con…San Pietro, avrebbero
quanto meno il diritto di essere rispettati fintantoché
stanno di qua….
Per questo, è proprio il caso
di promuovere una forte, democratica e corretta,
sollevazione a tutela dei nostri diritti, frutto di
sacrifici pregressi, molto sudati,
FACENDO
RITIRARE TUTTI I RICORSI IN ESSERE, DA SUBITO !!!
Vorrei comunicare quanto
sopra a tutti i soci, ma - come ho avuto modo di
constatare – c’è chi non vuole questo, guardandosene
bene dal mandarci una lista degli associati, eccependo
una inesistente “privacy”, forse per soddisfare, a
mio avviso, motivazioni ben diverse.
Vorrei vedere infatti,
dicendola alla carlona, se i colleghi badano a questa
“privacy” quando ci sono soldi da intascare…tra
l’altro in un contesto presente, pregresso e futuro,
in cui non hanno assolutamente nulla da rendere
riservato, dopo aver lavorato nello stesso posto 30-40
insieme... e quindi conoscendosi a fondo, spesso anche
in realtà di Famiglia.
Questa è una bufala che non
sta assolutamente in piedi ! Di cui c’è da vergognarsi,
posto che questo sentimento esista ancora, con
pregiudizio della nostra reputazione e di quel grande
Istituto, chiamato COMIT, che ci ha insegnato a vivere
nell’onestà e nella correttezza.
ARNALDO DE PORTI - 20
febbraio 2012
Commenti:
- 25 febbraio 2012 - da
Alberto Costagli: Preghiamo che UNP e ANPEC facciano
subito un NUOVO ACCORDO con nuove considerazioni per dar
credito in parte agli ultimi ricorsi. Con questo nuovo
accordo saranno da sollecitare i LIQUIDATORI di proporre
a tutti UN NUOVO PIANO DI RIPARTO. QUESTO NUOVO PIANO
sarà poi spedito a TUTTI i pensionati per l'APPROVAZIONE
SINGOLA. E speriamo che a questo punto ci si rimetta
alla maggioranza. VINCA LA MAGGIORANZA, VINCA IL
MIGLIORE.. GIUDIZIO DI NOI. POTREBBE ESSERE UNA
SOLUZIONE, PRIMA DI VEDER SVANIRE TUTTO QUANTO POCO ALLA
VOLTA NEGLI ANNI (sempre che si riesca ad essere
longevi). Questo forse sarà il mio ultimo commento
perchè se non si fa qualcosa adesso, secondo me, si
.."perderà definitivamente il treno".. Riporto anche in
parte, quanto mi viene riferito. E' una soluzione molto
più elaborata, ma qui tutte le soluzioni sono
auspicabili:..." potrebbe esserci un' altra via che
consentirebbe di accorciare i tempi e mettere la fine a
questa annosa e triste vicenda senza aspettare l'esito
finale di tutte le cause e cioè tanti e tanti anni
ancora prima che tutti i contenziosi in essere possano
finire . Si dovrebbe riuscire a mettere intorno ad un
tavolo i rappresentanti di tutte le parti in causa
(liquidatori, associazioni dei pensionati e sindacati
..) e trovare un accordo che possa essere condiviso da
tutti : per esempio l'applicazione dell'accordo
fatto tra UNP ed Anpec che prevede già, qualora fosse
applicato, l'abbandono di tutti i contenziosi. Una volta
trovato questo accordo, proporlo poi sia alla Covip che
al Tribunale ..e, previo un referendum che confermi la
volontà di tutti a perseguire questa strada , far
disporre un nuovo piano di riparto condiviso... per
chiudere questa partita..
25 febbraio 2012 - replica di Arnaldo De Porti: Il
messaggio di Alberto va preso in considerazione
soprattutto nella sua propositività. Poi ben vengano le
soluzioni anche se diverse, purchè si faccia presto.
Oggi la situazione è vergognosa, obbrobriosa al massimo,
oltre che illegale: c'è una parte che ne approfitta più
che per spirito di giustizia, solo perchè non ha nulla
da perdere, facendo perdere tutto agli altri. C'è
infatti che ha detto "fin che ho forze, mi oppongo...",
come dire " tanto non ho niente da fare... e così me la
passo.." come se si trattasse di fare la settimana
enigmistica... Elargiamo qualcosa a questi signori
colleghi, purchè non arrechino pregiudizio ai nostri
sacrosanti diritti, prima che il fondo venga mangiato
dalla cosiddetta giustizia.... di qualcuno. Non quella
vera a cui credo !
25 febbraio 2012 - replica di Giacomo Morandi: Il piano
di Alberto (mi permetto di chiamarlo per nome anche se
non lo conosco) è lodevole e sarebbe senz'altro
auspicabile, ma non tiene conto che un accordo fra ANPEC
e UNP c'è già stato, è stato approvato da una grande
maggioranza in un referendum (che quindi c'è già stato)
è stato presentato al tribunale che non lo ha ritenuto
vincolante per tutti perchè i due sindacati non hanno
personalità giuridica. I ricorsi in gran parte restano
in piedi. Tuttavia, non mi pare che ciò sia di
impedimento al Fondo a liquidare chi è a favore, previa
manleva, accantonando il necessario per chi non lo è, in
attesa di qualche sentenza definitiva che li riguardi.
Forse, ma non è detto che non mi sbagli, il Fondo e
anche il Tribunale, temono che qualche sentenza
favorevole ai ricorrenti possa riaprire tutta la
faccenda anche per tutti gli altri, anche di quelli che
hanno aderito all'accordo. E' roba da avvocati,
naturalmente.
- 23 febbraio 2012 - da
Alberto Costagli: Quanto potrebbero volere i ricorrenti
"a forfait" per ritirare i ricorsi contro i loro (circa
15mila, siamo tantissimi!!) colleghi che, privati della
pensione, stanno ancora in attesa di un qualcosa? Rinunciamo ancora un po' ad una parte
della liquidazione.. e dovremmo essere per forza tutti
d'accordo, se vogliamo veramente impegnarci per ottenere
una soluzione che solo noi pensionati potremo dettare
con le nostre decisioni e con i nostri (bisogna pur
dire) soldi da dividerci. Riusciremmo a fare le parti
abbastanza giuste per tutti, anche con un ulteriore
ritocco? Ormai bisogna cercare di salvare il salvabile.
A un certo punto, con la diminuizione del tasso di
mortalità, abbiamo venduto tutto e affrontato un rischio
"tutti noi partecipanti". Plusvalenze o maggiori
perdite? (Sappiamo che il mercato detta legge). Ora: "Ma
se invece di plusvalenze ci fossero state maggiori
perdite, ovviamente dei ricorsi nemmeno l'ombra!"
- 22 febbraio 2012 -
da Peppuccio Fiore: Cari amici, rispondo brevemente alla
“punzecchiatura” di Arnaldo De Porti,del 13 corrente,
quando mi definisce “portavoce di Antonio Masia almeno
leggendoti fra le righe”. Non sono avvezzo a
sottintendere alcunché e normalmente cerco di chiarire
il mio pensiero da “spirito libero”..........
Clicca qui per leggere l'intero
pezzo
- 23 febbraio 2012 - da Arnaldo De
Porti: Caro Peppuccio Fiore, ho letto le Tue
riflessioni, perché all’inizio mi hai… “ingannato”
dicendo che lo avresti fatto… brevemente. Preambolo
naturalmente scherzoso il mio per mettere in evidenza
che ieri c’è stato chi ha fatto un lunghissimo e
sindacabile esercizio dialettico che, ovviamente non ho
letto davvero.. Tu invece, te ne do atto, sei stato
chiaro, corretto, hai dosato le parole come si conviene,
e cioè sulla base di dati, se vuoi anche discutibili.
Che ti devo rispondere ? Ti dico che sono nauseato della
faccenda, e che questa nausea cresce in maniera
direttamente proporzionale alla serietà che ha sempre
contraddistinto la nostra professione. Vorrei abbozzare
il risultato in tre sole parole: masochismo,
autolesionismo ed erosione del fondo fino ad un
consistente dimagramento, a livello obolo per
intenderci, saranno gli obiettivi che si dischiudono
all’ orizzonte. Specie in capo ai ricorrenti, come te e
l’amico Brandolisio che mi ha scritto ieri... Oggi ho
mandato una mail al Presidente Masia, nei termini che
vedrai domani su Piazza Scala, posto che me la
pubblichino, ma penso di sì..
- 22 febbraio 2012 - da Alberto
Costagli: per Angelo Brandolisio: "Ma se i conteggi sono
stati esaminati e rifatti, introducendo coefficienti
progressivi equitativi con l'attenta valutazione delle
due maggiori Associazioni di categoria e con l'aiuto di
legali e consulenti amministrativi! Cosa vuoi:.. tutto o
niente per tutti! Riflettiamo e facciamo ripartire
ponderatamente quel poco che rimane ancora. E' l'unica
possibilità di vedere qualcosa; non facciamo solo gli
incazzati (perdonate). Un saluto"
- 22 febbraio 2012 - da Alberto
Costagli: CONCLUDENDO: FORSE SONO PROPRIO LE
ASSOCIAZIONI DELLA NOSTRA CATEGORIA CHE DOVREBBERO
RIVOLGERE APPOSITA RICHIESTA AI LIQUIDATORI I QUALI, CON
TUTTI I DOVUTI RIGUARDI EQUITATIVI, DOVRANNO
"RIPROPORRE" IL RICALCOLO DEL RESIDUO A TUTTI (E
SPERIAMO CHE, CON UNA CIFRA SUPERIORE, ANCHE I
RICORRENTI SIANO SODDISFATTI) PER UNA LIBERATORIA
DEFINITIVA E TANTO VOLUTA (ANCHE PER PORRE FINE AD OGNI
DISSAPORE).
- 22 febbraio 2012 - da Aldo
Pacenza:
Dal
99 sono ex Comit (mi permetto anche se in quiescenza....
con la "C" maiuscola), piango nel constatare in quale
situazione è ridotto quel grandioso Istituto con i suoi
"grandiosi" manager, abbiamo lavorato per tanti anni,
per rimpinguare le pive....?????..............
- 21 febbraio 2012 - Da
Angelo Brandolisio: ritirare i ricorsi come da te
proposto non è la soluzione per me, in quanto, il fondo.
dopo avermi ridotto (negli anni novanta) del 50 % il
valore del mio zainetto per salvare l'integrità delle
pensioni dei colleghi in quiescenza tra le quali anche
la tua, mi aveva escluso dal riparto delle milionarie
(in euro!) plusvalenze sulla liquidazione degli immobili
(e qua ci sarebbe da scrivere un romanzo sulla pretesa
insolvenza del nostro Fondo) eludendo, in maniera non
democratica come dici tu, un fondamentale articolo dello
statuto che prevedeva in sostanza che coloro i quali
sostenevano sacrifici per il bene del fondo sarebbero
stati, in caso di "sopravvenienze attive" debitamente
risarciti. Ecco perchè andrò avanti nei ricorsi, con chi
ci starà, finchè avrò la forza di farlo! Ti saluto e
spero di poterti riincontrare dalle tue o dalle mie
parti.
- 21 febbraio 212 - da
Gherardo Salvati: Preciso che anch'io non sono più socio
Anpecomit da molto tempo(un anno dopo la sua
fondazione).Ricordo infatti che Masia sbandierava a
destra ed manca che il suo intento era quello di
impedire la chiusura del fondo,inveco dopo è diventato
paladino di una sola categoria di pensionati! Ad onor
del vero devo riconoscere che se non ci fosse stata l'Anpecomit
probabilmente avremmo avuto altri tipi di fregature. Non
capisco allo stato l'accanimento terapeutico di Masia a
non voler ritirare le cause ancora in corso ed a tener
FEDE ai patti.Questo tergiversare ad un certo punto gli
si rivolgerà contro.
Visto che sono state fatte tante azioni non sarebbe il
caso di farne una veloce(!) per far accantonare una
cifra per i ricorrenti e procedere alla divisione del
restante.?
Almeno ci divertiremmo po'!.Cardialmente
- 21 febbraio 2012 - Da Giovanni Vommaro: come socio e
come parte lesa prima dai responsabili del fondo
pensioni e poi dai 26 ricorrenti difesi dall'avv.
Centofanti, gradirei conoscere (qualche ns avvocato
potrà visto che è stato presentato ricorso in
cassazione) i nominativi dei 26 ricorrenti in modo da
poterli incontrare e perchè no scambiarci qualche....
buona idea:
Ho sofferto abbastanza,ma io ho l'aiuto del Signore che
sicuramente renderà giustizia a tutti.
Un caloroso abbraccio.
- 21 febbraio 2012 - da Aldo Morpurgo: Da alcuni anni
non sono più socio Anpec perchè non ho più condiviso le
iniziative di Masia. Come ho detto tante volte, TUTTI i
ricorsi e cause pendenti vanno ritirati immediatamente.
Solo così potremo avere qualche possibilità di ricevere
i nostri soldi. E QUESTO BENINTESO VALE ANCHE PER I
RICORRENTI ! Forza, Arnaldo
21 febbraio 2012 - da
Alberto Costagli: Siamo quasi 20mila pensionati in
attesa del residuo da ripartire .Se non venissero SUBITO
RITIRATI I RICORSI, vorremmo tutti (non c'è dubbio) i
nominativi ed indirizzi dei colleghi ricorrenti ai quali
ci rivolgeremmo immediatamente. Speriamo comunque, che
DA SUBITO i nostri... fratelli avranno aperto gli occhi,
ma anche le orecchie e soprattutto la mente..RITIRANDO
TUTTI I RICORSI, ORAMAI, CON L'ACCORDO RAGGIUNTO,
INFONDATI, CONTROPRODUCENTI E "DANNOSI PER TUTTI" QUANTI
NOI IN PENSIONE. Grazie in anticipo. |