Cari amici, rispondo brevemente alla “punzecchiatura” di Arnaldo De Porti,del 13 corrente, quando mi definisce “portavoce di Antonio Masia almeno leggendoti fra le righe”.
Non sono avvezzo a sottintendere alcunché e normalmente cerco di chiarire il mio pensiero da “spirito libero” in maniera educata ma non:servile.
Detto questo considero chiuso l’incidente.

Ora però voglio cercare di fare il punto sulla situazione dall’ottica di “ragazzo del 98/99” ricorrente (è il mio caso) Penso non sia sfuggito ad alcuno che i motivi dei ricorsi al piano di riparto sono stati motivati da una penalizzante distribuzione fra gli aventi diritto, sia per la decurtazione della pensione del 25.7% che per la mancata applicazione dell’art. 27 dello statuto (inserito per garantire il recupero di quanto sottratto in sede della nota ristrutturazione , con le eventuali plusvalenze etc., nonchè per farci ingoiare quella pillola amara senza nostra reazione). E’ a noi tutti noto che l’iter legale del piano di riparto si è concluso con il respingimento dello stesso.
Interviene l’accordo ANPEC-UNP: soluzione illuminata che pur non rendendo pienamente giustizia ai penalizzati, salva salomonicamente capra e cavoli e ci si illude che la conclusione stia per concretizzarsi.
Comunichiamo quindi ai nostri legali la rinuncia all’azione giudiziaria in corso, subordinandola alla garanzia dell’applicazione dell’accordo (accolto favorevolmente da oltre il 95%). Purtroppo l’iniziativa di un gruppo autonomo di colleghi nel presentare ricorso in Cassazione ha imposto dei comportamenti da parte del Fondo Pensioni che nel sito fondocomit con comunicato del 22/12 dichiara : …omissis….” I Liquidatori avevano deciso di non impugnare quelle decisioni (nonostante risultassero criticabili sotto più di un profilo) per cercare di ridurre i tempi della liquidazione. Tuttavia alcune controparti hanno proposto ricorso in Cassazione (con contestazioni procedurali) e quindi al Fondo non è rimasta altra scelta che procedere a propria volta a impugnare tutte le sentenze, per evitare che l’unitaria procedura liquidatoria rischiasse di portare a decisioni diverse fra giudizi impugnati ed altri no”.
A questo punto non è rimasta altra via d’uscita se non quella di ricorrere a nostra volta (siamo stati gli ultimi). Per fare ulteriore chiarezza sulla situazione giova precisare che il 10/11, prima dei nuovi ricorsi, in un incontro fra le due Associazioni, i rappresentati del Fondo ed i loro legali, da parte dei liquidatori non si è vista la determinazione nel voler sostenete l’Accordo, non solo ma si è ventilata l’ipotesi di un affidamento della pratica ad un giudice fallimentare. E’ seguito l’intervento dell’Avv. Brugnatelli – legale del Fondo - che ha affermato che IN TEORIA la via fallimentare “potrebbe non escludere l’inclusione nel piano di passivo del nostro accordo”.
Poiché non siamo ingenui e il lavoro svolto in banca ci ha smaliziati, ritengo che in mancanza di garanzie preventive e precise non ci lasceremo travolgere.
Io nel mio piccolo, per quanto sopra accennato, confermo la mia piena adesione al ricorso.
Ovviamente la rinuncia al ricorso rimane subordinata a quelle garanzie. Non sono fautore del disarmo totale unilaterale.
Capisco la preoccupazione di chi si sente “vicino al viale del tramonto” anche perché per ovvie ragioni mi sto avviando anch’io, però questo timore, se pur reale non deve prescindere dalla correttezza nella redistribuzione della vil moneta che tutti abbiamo contribuito ad accantonare..
Ribadisco che anche i termini dell’accordo non ci rendono completamente giustizia ma la via del compromesso tutto sommato potrà consentirci di concludere questa guerra fra poveri.
In ultimo ho letto un intervento dell’amico Morpurgo col quale avevo interloquito anni addietro e poiché certe situazioni sono ancora attuali ne allego qui di seguito il testo.
Cordialità.
Peppuccio Fiore - 22 febbraio 2012


Pensierino della sera.
In tema di fondo pensione continuo a domandarmi:
“Cosa sarebbe successo se col 31.12.97 ,a seguito della situazione contabile (vera o presunta), il nostro fondo fosse stato messo in liquidazione? “ Ritengo che il ricavato sarebbe stato suddiviso fra TUTTI gli iscritti in proporzione al versato rivalutato , in base alle aspettative di vita, in base agli zainetti da quantificare, insomma non so con quale criterio ma certamente la svalutazione del 25,7% non avrebbe colpito i futuri pensionati (98/99) né chi fosse rimasto in servizio.
Insomma in sintesi voglio dire che tutti avremmo pagato in misura proporzionale e “mal comune mezzo gaudio”
Le cose però fortunatamente sono andate in maniera diversa e, mentre i pensionati ante 31.12.97 non subivano alcuna decurtazione chi era ancora in servizio continuava a versare per intero la quota destinata al fondo pur in prospettiva di una rendita decurtata del 25,7% (con la promessa codificata dall’art.27 di una possibile rivalutazione). Non ritengo di fare alcun torto ai pensionati ante 31.12.97 per l’azione giudiziaria che fra gli altri mi vede attore come parte lesa. Penso invece che chi ritiene che la nostra azione possa ritardare il processo di liquidazione, bene farebbe ad organizzarsi per fare pressione presso gli “amici liquidatori” del fondo affinché possa venire fatta finalmente giustizia, mettendosi “una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio” evitando che l’inerzia agevoli il sopruso. Forse dico ingenuamente che questo sarebbe più edificante dell’azione di costituirsi in giudizio “senza averne titolo” (come si è visto), contro chi ha avuto l’ardire di reclamare il proprio e tenere testa (pur essendo stato punito) a chi continua a non volere ripartire equamente il NOSTRO fondo –(cfr art.27) Mi aspetto di conoscere il pensiero degli amici pensionati ante 1997 per capire dove eventualmente questa mia riflessione sia inesatta, evitando possibilmente sterili polemiche o “guerre fra poveri”
Sempre amici
Peppuccio Fiore


In data 22 aprile ho espresso alcune considerazioni sull’argomento sollevato da Aldo Morpurgo, sotto il titolo di “pensierino della sera”.
Noto che per ovvie ragioni (leggasi : ritardo nella distribuzione delle plusvalenze) si cerca di criminalizzare coloro che osano resistere nel chiedere quanto ritengono sia loro dovuto in quanto mal distribuito. Se mi è consentito, cerco di chiarire il mio pensiero con un esempio figurato.
Eravamo tutti a bordo della nave “Fondo Pensione BCI” allorquando a seguito della segnalazione dell’apertura di falle nello scafo (vere o presunte) chi aveva la responsabilità del comando ha stabilito di alleggerire il carico mettendo in salvo sulle scialuppe “donne e bambini” – leggasi pensionati etc ante 1998 -  lasciando gli altri a bordo a riparare le avarie con le penalizzazioni ed i rischi connessi. Successivamente i responsabili, dal ponte di comando hanno diramato il messaggio “evacuare la nave” e, privi di scialuppe, non è rimasto che nuotare.
Il tutto fra l’indifferenza di chi sentendosi in salvo sulle scialuppe si è guardato bene dall’alleggerire il carico rinunciando almeno a parte del bagaglio messo in salvo per fare posto ai naufraghi. Ora non voglio sviare il discorso lanciando invettive contro chi ci ha amministrato ma voglio ribadire che il patrimonio del fondo appartiene a TUTTI i pensionati in misura diversa a seconda della contribuzione individuale e la redistribuzione deve avvenire secondo lo stesso criterio. Se chi si trova sulle scialuppe anziché essere solidale con gli altri naufraghi non riconoscendo loro pari diritti, tenta di allontanarli a “colpi di remo” invitandoli a salvarsi a nuoto, non penso possa pretendere comportamenti rassegnati e remissivi. Amico Aldo i penalizzati post 1997 si sono già “calati i pantaloni” e non si può pretendere che si “calino anche le mutande” (scusa il frasario forse crudo ma espressivo di uno stato d’animo). In conclusione ritengo che il tuo discorso vada rivoltonon già ai “ragazzi del 99” o alle altre categorie di penalizzati, bensì ai pensionati ante 1998 affinchè smettano di pescare nel torbido e si attivino per esercitare pressione affinché TUTTI abbiano il GIUSTO. Se questo discorso verrà recepito, allora sì che si potranno ipotizzare aggiustamenti, compromessi, parziali rinunce; questa iniziativa però ritengo debba partire da chi ha sempre avuto il 100% garantito dal sacrificio dei tanti che ora si trovano penalizzati e vituperati:
resto in attesa di leggere commenti a quanto esposto.
Peppuccio Fiore - 22 febbraio 2012


 

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