Sergio Solmi
Uno scrittore alla Banca Commerciale Italiana

 

  Maria Letizia Cairo, Giovanni Leori 

 


 

 

Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa di Sergio Solmi, avvenuta a Milano il 7 ottobre 1981 (era nato a Rieti il 16 dicembre 1899). Qui ricordiamo questo importante personaggio del mondo letterario italiano del Novecento per la ragione che ha fatto parte del personale della Banca Commerciale Italiana, lavorando per quarant’anni presso il Servizio Legale dell’istituto, nella Direzione Centrale di piazza della Scala, divenendone poi il capo.
Sono state recentemente riordinate le carte della consulenza legale della Banca Commerciale Italiana dal 1941 al 1953, nelle quali sono di indubbio interesse i pareri di Solmi, soprattutto quelli relativi al sequestro e alla confisca dei beni di cittadini ebrei, ai provvedimenti in tema di epurazione e alle questioni concernenti le filiali istriane della Comit cedute alla Jugoslavia.
Dopo essere stato chiamato alle armi nel giugno 1917 come «ragazzo del ’99» e congedato nel marzo 1920, Solmi si laureò in Giurisprudenza nel 1923; per trovare al più presto un’occupazione rinunciò così alla laurea in Lettere, a lui più congeniale perché ambiva a diventare uno scrittore. Solmi infatti era rimasto orfano a 13 anni, quando il padre Edmondo morì improvvisamente di tifo mentre era in vacanza con la famiglia.
Il 14 gennaio 1926 Solmi fu assunto alla Direzione Centrale di Milano della Comit e iniziò a lavorare presso l’Ufficio legale.
Nel 1933 venne nominato procuratore e nel 1942 divenne capo della Consulenza all’interno del Servizio Contenzioso poi Legale). Avanzò quindi nella carriera, fino a diventare nel 1960 condirettore centrale e capo del Servizio Legale. Andò in pensione nel 1967.

Sergio Solmi letterato
L’importanza di Solmi nel campo letterario è nota. Oggi possiamo conoscere meglio la sua produzione letteraria grazie alla pubblicazione delle Opere di Sergio Solmi (6 voll. in 9 tomi, Milano, Adelphi, 1983-2011), a cura di Giovanni Pacchiano, che definisce Solmi «uno scrittore che appare negli anni sempre più singolare e prezioso fra gli autori del Novecento nei quali riconosciamo i nostri più vicini “classici”».
La lettura di questi testi ci fa apprezzare ancora una volta Solmi come fine e sensibile poeta, critico e saggista, autore di studi fondamentali su Leopardi, Montale e sulla letteratura francese, prosatore d’arte, traduttore, autore di scritti anche sulla fantascienza. Quanto a Leopardi, che Solmi sentiva «prossimo e fraterno», non si possono dimenticare i due tomi apparsi sulla famosa Ricciardi (il secondo dei quali curato insieme con la figlia Raffaella).
L’interesse sempre attuale per l’opera di Solmi è attestato da alcuni recenti studi e approfondimenti, tra i quali si segnalano la monografia di Francesca D’Alessandro su Lo stile europeo di Sergio Solmi. Tra critica e poesia (Milano, V&P Università, 2005) e il volume di Carlo Betocchi Lettere a Sergio Solmi (a cura di Michela Baldini e con introduzione di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 2006).
Il lavoro di Solmi presso il Servizio Legale della Comit è stato intenso e altamente professionale.
L’avvocato Gianfranco Saglio, suo stretto collaboratore, che divenne poi capo dello stesso Servizio, ha detto di lui, ricordandolo dopo la sua morte: «È stato un uomo singolare, di intelligenza superiore, quasi nascosta sotto una grande bontà, una calma in ogni situazione. Come legale, mi basterà dire che Solmi è stato un grande giurista senza saperlo, la sua intelligenza, la sua intuizione gli consentivano di risolvere con sicurezza, con eleganza i casi più complicati che finivano sempre sul suo tavolo».
Durante la Resistenza, Solmi, che aveva aderito al Partito d’Azione, seppe fare la sua parte per la causa della libertà e della democrazia. Per questa attività clandestina, fu incarcerato due volte, il 2 gennaio e il 6 aprile 1945. Nel primo caso, riuscì ad evadere dalla caserma della «Muti» in circostanze molto fortunose a poche ore dal suo arresto, dopo aver subito pesanti interrogatori. Nel secondo caso, evase dal carcere di San Vittore la sera del 25 aprile 1945. Dopo la Liberazione, Solmi fu eletto nella “Commissione consultiva” che doveva esprimere il proprio parere sulle prove di collaborazione con il fascismo a carico dei dipendenti Comit inclusi nelle liste di epurazione.
Renato Solmi ha osservato che il padre, grazie anche al sostegno degli affetti familiari, riuscì a raggiungere un equilibrio apparentemente quasi perfetto tra «il richiamo della foresta poetica e la coscienza delle proprie responsabilità verso la famiglia come verso tutta la comunità di cui era e sapeva benissimo di far parte» (in Opere di Sergio Solmi, vol. V, Milano, Adelphi, 2000, p. 670).
Ma le parole finali spettano allo stesso Solmi, che così si esprime nei «Ricordi su Raffaele Mattioli» (in Ibidem, vol. I, tomo II, 1984, pp. 288-301), dopo aver rammentato il suo rapporto quarantennale di lavoratore con la banca: «Il mio orizzonte si è andato ampliando da quel punto di osservazione. Nella banca ho contratto amicizie affettuose e durature. Ho avuto esperienze di persone e di cose, mi sono allietato per i risultati positivi, ho sofferto per i miei errori e per quelli altrui, mi sono pentito per qualche scatto e provato gioia per le riuscite dei miei colleghi e amici. Ho conosciuto con quel mezzo il mondo del lavoro e il suo carattere di solidarietà umana. Oggi, da pensionato, il palazzone di Piazza della Scala non mi incute più alcun timore. Mi dà, anzi, un senso di nostalgia, e passo volentieri a salutare un momento i vecchi amici, magari disturbandoli nelle loro occupazioni. Giunti alla mia età, si ha il privilegio di accettare, nel bene come nel male, il proprio destino».
Come è stato scritto nella prima parte di questo contributo (pubblicato nella Newsletter n. 9 del maggio 2011), sono state recentemente riordinate le carte della consulenza legale della Banca Commerciale Italiana dal 1941 al 1953, nella quale sono contenuti i pareri di Solmi. Si è rispettata l’originaria classificazione in 34 materie, che è sempre stata mantenuta nel tempo e sono state inventariate le pratiche di maggior interesse, così da rendere immediatamente evidente la documentazione più rilevante e significativa. La documentazione è a disposizione degli studiosi nella sala studio dell’Archivio storico.
 

 

Dalle Newsletter n.ro 9/2011 (maggio) e 10 /2011 (settembre) dell'Archivio Storico IntesaSanpaolo
 

 

 

 

 

 

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