Ho avuto la fortuna, insieme ad alcuni amici di essere testimone di questa
gran bella storia, tutta milanese, fatta di generosità e di voglia di essere
utili agli altri. Il vero spirito di servizio in una azione discreta e
continuata negli anni senza la minima voglia di pubblicità. Per dirla in
milanese “fà e täs” (agisci e taci).
Desidero testimoniare a tutti gli amici quello che quattro “Moschettieri”
milanesi, hanno
organizzato sulla base di un contatto avvenuto nel 2003, e continuato
nell’anno successivo, con il Comune di Milano, con l'incontro con il Sindaco
e l'Assessore competente, ed ha trovato naturale realizzazione con il
coinvolgimento della Caritas Ambrosiana, servizio dell'Arcidiocesi di
Milano.
Tutto nasce da una trasmissione radio ascoltata da uno degli amici che,
andando in ufficio, era stato colpito da un particolare servizio: in
un'intervista un'anziana signora, con la voce rotta dal pianto, ringraziava
un piccolo gruppo di studenti che due anni prima, dopo l'improvvisa morte
del marito (evento che l'aveva lasciata completamente sola e assolutamente
priva di risorse finanziarie) avevano deciso di prendersi cura di lei, sia
dal punto di vista umano che aiutandola in alcune piccole necessità
finanziarie cui lei non riusciva a far fronte. La cosa che colpì più di
tutto fu l'ultima frase che la signora disse : "il loro intervento ha
trasformato la mia vita che era destinata ad una vera tragedia, ad una vita
in cui sentivo che qualcuno si interessava a me,con cui parlare, e che in
alcuni casi mi avrebbe potuto aiutare. Da quel momento ho ricominciato a
vivere".
Subito il nostro amico si dette da fare e cominciò ad assistere una persona
anziana e fu facile coinvolgere altri nel progetto, successivamente
sviluppato e razionalmente organizzato, consistente nell'assistenza a
persone anziane in difficoltà lavorative, abitative, economiche.
L'azione di sostegno e' finalizzata alla soluzione di problemi concreti come
il pagamento di rate di affitto arretrate, l'acquisto di dentiere, occhiali,
scarpe ed altri beni indispensabili, oltre ad un costante incoraggiamento
psicologico e di sollievo della solitudine.
Ecco, è proprio questo ultimo punto che qualifica il progetto dei nostri
amici.
L’assistenza materiale viene fatta da moltissime organizzazioni. La povertà,
anche in altre nazioni, ci viene sbandierata quotidianamente, ma quella a
noi vicina è quasi sempre sconosciuta.
L’ assistenza a persone che per i motivi più disparati, legati alle
vicissitudini della vita (lutti, malattie, rovesci economici) si sono
trovate nell’indigenza e nella solitudine nell’affrontare le improvvise
difficoltà economiche ma anche psicologiche, non viene praticamente svolta
da nessuno. Solo un rapporto “faccia a faccia”, che non si limiti quindi al
solo sostegno economico ma punti ad instaurare una relazione diretta tra il
Socio e la persona anziana in difficoltà, è in grado di portare agli
sfortunati nostri vicini quel sollievo morale, oltre che materiale, che
ridia alla gente la serenità ed il decoro della vita. In questo rapporto del
tutto particolare è necessario trovare un equilibrio tra l’assistenza e il
coinvolgimento personale che non deve mai superare i limiti della
discrezione e del rispetto per la persona e i fatti che l’hanno condotta in
tale situazione.
Il progetto di assistenza è, e deve essere, assolutamente riservato, tanto
che i nominativi “seguiti” sono noti solo ai responsabili del progetto
stesso.
Domenico Pizzi