Un coinvolgente scritto di Domenico Pizzi   

 

Ho avuto la fortuna, insieme ad alcuni amici di essere testimone di questa gran bella storia, tutta milanese, fatta di generosità e di voglia di essere utili agli altri. Il vero spirito di servizio in una azione discreta e continuata negli anni senza la minima voglia di pubblicità. Per dirla in milanese “fà e täs” (agisci e taci).

Desidero testimoniare a tutti gli amici quello che quattro “Moschettieri” milanesi, hanno organizzato sulla base di un contatto avvenuto nel 2003, e continuato nell’anno successivo, con il Comune di Milano, con l'incontro con il Sindaco e l'Assessore competente, ed ha trovato naturale realizzazione con il coinvolgimento della Caritas Ambrosiana, servizio dell'Arcidiocesi di Milano.
Tutto nasce da una trasmissione radio ascoltata da uno degli amici che, andando in ufficio, era stato colpito da un particolare servizio: in un'intervista un'anziana signora, con la voce rotta dal pianto, ringraziava un piccolo gruppo di studenti che due anni prima, dopo l'improvvisa morte del marito (evento che l'aveva lasciata completamente sola e assolutamente priva di risorse finanziarie) avevano deciso di prendersi cura di lei, sia dal punto di vista umano che aiutandola in alcune piccole necessità finanziarie cui lei non riusciva a far fronte. La cosa che colpì più di tutto fu l'ultima frase che la signora disse : "il loro intervento ha trasformato la mia vita che era destinata ad una vera tragedia, ad una vita in cui sentivo che qualcuno si interessava a me,con cui parlare, e che in alcuni casi mi avrebbe potuto aiutare. Da quel momento ho ricominciato a vivere".
Subito il nostro amico si dette da fare e cominciò ad assistere una persona anziana e fu facile coinvolgere altri nel progetto, successivamente sviluppato e razionalmente organizzato, consistente nell'assistenza a persone anziane in difficoltà lavorative, abitative, economiche.

L'azione di sostegno e' finalizzata alla soluzione di problemi concreti come il pagamento di rate di affitto arretrate, l'acquisto di dentiere, occhiali, scarpe ed altri beni indispensabili, oltre ad un costante incoraggiamento psicologico e di sollievo della solitudine.
Ecco, è proprio questo ultimo punto che qualifica il progetto dei nostri amici.
L’assistenza materiale viene fatta da moltissime organizzazioni. La povertà, anche in altre nazioni, ci viene sbandierata quotidianamente, ma quella a noi vicina è quasi sempre sconosciuta.
L’ assistenza a persone che per i motivi più disparati, legati alle vicissitudini della vita (lutti, malattie, rovesci economici) si sono trovate nell’indigenza e nella solitudine nell’affrontare le improvvise difficoltà economiche ma anche psicologiche, non viene praticamente svolta da nessuno. Solo un rapporto “faccia a faccia”, che non si limiti quindi al solo sostegno economico ma punti ad instaurare una relazione diretta tra il Socio e la persona anziana in difficoltà, è in grado di portare agli sfortunati nostri vicini quel sollievo morale, oltre che materiale, che ridia alla gente la serenità ed il decoro della vita. In questo rapporto del tutto particolare è necessario trovare un equilibrio tra l’assistenza e il coinvolgimento personale che non deve mai superare i limiti della discrezione e del rispetto per la persona e i fatti che l’hanno condotta in tale situazione.
Il progetto di assistenza è, e deve essere, assolutamente riservato, tanto che i nominativi “seguiti” sono noti solo ai responsabili del progetto stesso.

 

Domenico Pizzi
 

 

 

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Piazza Scala - luglio 2011