La "personale" di Bratislava del collega ex Comit Roberto Cardone - dal 18/09 al 6/10/2013   
 
 
Due artisti italiani, due pittori, sono stati scelti per l’apertura della stagione autunnale alla Galleria dell’Unione slovacca delle arti visive di Bratislava. Le due mostre portano nella capitale slovacca due modi opposti di fare pittura oggi in Italia, entrambi pienamente moderni e al passo della contemporaneità.
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Di contro, il suo collega-antagonista Roberto Cardone fa uso di una tavolozza riccamente colorata e di una espressività della struttura compositiva con le quali dà forma a delicate marine, evitando accuratamente una descrizione artificiale del paesaggio e focalizzando su pochi ed essenziali particolari. Immagini di barche e pescatori, velate in una nebbia sottile, rappresentano un riflesso della relazione tra gli uomini e il mare, un rapporto basato su ritmi lenti e attese, un legame avvolto nella malinconia. Con pennellate leggere, Cardone descrive la relazione tra lo spazio e il suo contenuto, facendo prevalere le tonalità azzurre con vibranti elementi di colori caldi, il tutto avvolto in un velo. Dialogo continuo tra uomo e natura, le sue sono opere contemplative, rifugio dall’agitazione di tutti i giorni, un viatico alla riscoperta della poesia, animato da gesti, odori, sguardi, orizzonti. E sotto, la musica del mare. Il tutto con un punto di vista estremamente panoramico, con tele estese in larghezza, che lo spettatore può percorrere con lo sguardo come guardando l’orizzonte. Gli oli di Cardone sono elaborati con pigmenti di vari gradi di traslucenza, con pennellate leggere e contenute, e la vernice applicata in maniera apparentemente casuale, imperfetta. Il risultato sono immagini serene e rilassate, di effetto rinfrescante. Questi dipinti sono senza tempo, come piccoli haiku, si legge nel testo critico. Così incredibili e profondi nella loro apparente semplicità.

Il mare, i pescatori, il lavoro quotidiano nella sua immutabilità, le sue attese, gli odori, la fatica. E poi l’infinito della superficie acquea, e l’incrocio con il cielo. Atmosfere rarefatte, lontane anni luce dalla corsa del mondo contemporaneo. Le tele “tra cielo e mare” di Roberto Cardone in mostra da domani a Bratislava mettono in maniera innegabile l’uomo al centro dell’universo. L’uomo e il suo lavoro, fonte di sostentamento, certo, ma anche ragione ultima della sua dignità. Un lavoro, in questo caso, monocorde, fatto di piccoli e misurati gesti sempre uguali e ripetuti all’infinito, ma che esprime un anelito di vita al di là della consuetudine.

La mostra: galleria di fotografie
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La pittura di Cardone è precisa, fatta di innumerevoli veli di colore, pennellate leggere che a poco a poco rivelano il soggetto come se lo stesso uscisse volontariamente dalla trasparenza, dall’azzurro dello sfondo, dai blu del cielo e del mare. E così nascono i suoi frammenti di esistenze, brevi momenti della vita di mare, con uomini soli o in gruppo chini a rammendare le reti, o in procinto di salpare in cerca di una pesca fortunata; oppure al rientro, intenti alle operazioni di sbarco o a riempire le casse di pesce per il mercato. Istanti carpiti dalle vite di quegli uomini, e da quei luoghi sognanti, immersi nell’azzurro che domina le grandi tele dove l’unico elemento che aiuta a distinguere l’orizzonte sono spesso le nuvole, sospese in cieli che appaiono grevi, madidi.

Il fattore umano, con questi non-ritratti dove i volti sono a malapena accennati, pur centrale nell’opera di Cardone, è come un elemento di rappresentazione teatrale. Questi individui senza volto sono raffigurazioni di ricordi, di sensazioni, ma soprattutto simboleggiano l’archetipo del rapporto uomo-mare, una relazione vitale e simultaneamente piena di rischi, una poetica senza tempo. Le vedute sono prese da terra, e mostrano il mare sempre calmo, un proscenio sul quale si svolgono scene lente, pacate. Scorci lagunari di Grado, sulla omonima laguna tra Venezia e Trieste, località a cui Cardone sembra essere molto legato dalle origini materne. Il silenzio sembra regnare incontrastato, i gesti sono lenti, le voci esili, la luce diffusa e senza ombre, pochi i riflessi, rari i colori. Sprazzi inaspettati di giallo, di arancio, di rosso, danno tono ai quadri immersi nel blu e in qualche modulazione di grigio, più chiaro, più scuro.

Quanto lontani siamo dalla modernità, dal progresso, eppure quanto questi soggetti sono attuali, perpetui.

Roberto Cardone, Barche – cliccare per ingrandire

Roberto Cardone, Dopo la pesca – cliccare per ingrandire

 

 

Alcune delle opere più recenti di Roberto:
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Roberto Cardone è nato a Udine (Italia) nel 1938 e vive non distante dalla stessa città. Il mare ha sempre avuto grande importanza nella storia della sua famiglia e ne ha determinato il suo profondo attaccamento. Dall’adolescenza mostra amore per il disegno e la pittura con la frequentazione dello studio di un vecchio pittore, passione che ha coltivato tutta la vita per diletto personale. Ha partecipato a diverse mostre collettive a Londra, Roma, Modra (Slovacchia, 2004), Bruges, Monreale (Palermo) e personali a Londra, Roma, Vicenza, Udine (antologica), New York, Firenze, Venezia, Barletta, Milano, Trieste. Ha vinto il Premio Internazionale Cremona 2000 nella sezione “Nuova Figurazione“ (2005), il Premio Firenze per l’opera “Nuova Fortuna“ (2008), la Targa d’onore al Trofeo Città di New York (2010), il Trofeo Guglielmo II della Città di Monreale per l’opera “Contrasti“ (2010), la Targa d’onore del Premio Internazionale San Pietroburgo per l’Arte (Roma, 2010), la Targa Trofeo di Bruges per l’opera “Teli e Reti sul molo“ (2010). Sito web www.robertocardone.com 

 

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - febbraio 2014