Piazza Scala

 

   la terza silloge di poesie di Giovanni Lorè  
 

La copertina del libro

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E' in libreria l'ultima silloge del collega Giovanni Lorè, "echi di silenzi" (Edizioni Helicon), che avrà sicuramente lo stesso successo delle due precedenti, "Ali di Pietra" e "Nebbie".
Scorrendo le liriche contenute nel volumetto si riconosce subito la penna di Giovanni, che, intrisa di malinconia, rivela la profondità del suo animo e la sua natura sensibile e fatta di emozioni che riesce a trasporre nei suoi versi.

La parte finale, "affabulazioni", è dedicata alle filastrocche per bambini, per i quali, come sempre, Giovanni ha un pensiero e un sorriso: tranne l'ultima, si tratta di  favole di Fedro liberamente interpretate per i suoi piccoli amici.
Il libro contiene molti acquerelli (in questa pagina ne presentiamo due) dedicati soprattutto al mare ma anche alla sua terra, quella Liguria che non cessa mai di stupire chi cerca di capirla.
Giovanni presenterà "echi di silenzi" al Centro Sociale di Ceparana di Bolano il 20 luglio 2012 nell'ambito della manifestazione "Serate in biblioteca".

Per capire a fondo quest'opera vi rimandiamo a SENTIERI D'ANIMO, la nota critica di Maria Roberta Stratta (clicca qui per visualizzarla).

Piazza Scala, 20 maggio 2012

 

 

 

Giovanni Lorè, nato nel 1941 a La Spezia, è figura di rilievo nell’ambito di importanti manifestazioni culturali e certami letterari, nei quali ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti di pubblico e di critica. Una fondamentale peculiarità della sua poesia è stata sintetizzata da Rodolfo Tommasi con l'individuazione “il poeta delle espressioni raschiami". Presente in molte e qualificate antologie, compare anche nel volume di saggistica letteraria Solchi di scritture di G. Luti e R. Tommasi (Ed. Helicon), dove è definito “una delle voci più nuove ed interessanti nell’ambito della scrittura poetica italiana contemporanea". Citato anche nel Dizionario della nuova letteratura italiana (Helicon, 2009); con le stesse edizioni ha pubblicato Ali di pietra (2007) e Nebbie (2009).

In questa nuova silloge balza in primo piano anche la professione dedicata all'arte figurativa di Lorè. in cui si evidenzia un discorso ispirato, intenso e coerente con la poesia, in quanto cromatismo e dinamica di scrittura si compenetrano in un solo intento comunicativo.

In corso di pubblicazione Letteratura italiana contemporanea (la scrittura e le sue figure, nuove esplorazioni letterarie) (Edizioni Helicon) che conterrà ulteriori indagini sulla produzione dell'autore.
Da "La Nazione", 3 maggio 2012
Gli "Echi di silenzi" di Giovanni lorè
"Echi di silenzi" è il titolo della terza fatica letteraria del poeta spezzino Giovanni Lorè, già vincitore di Numerosi premi letterari. Lorè (nella foto) ha infatti già pubblicato, per conto di Edizioni Helicon, due volumi di poesie intitolati "Ali di pietra" e "Nebbie"

 

da "echi di silenzi" due poesie e una filastrocca
 

BAVA DI VENTO
Bava di vento d’eburneo mattino
strimpella la cetra arguta del cielo
e il sole si desta e lesto sale
ad accendere la saettia preziosa.
Sfuma la luna tra pizzi di cielo.
Nel torpido prato screziato di luce
viluppi di fiori accesi abbelliscono
i riccioli di guaime ondeggianti.
Candide margherite schiudono
le palpebre tremanti al bacio del giorno
e ammiccanti molleggiano curiose.
Nell’azzurro che si spande,
rondini guizzano ciarliere.
Passeri incerti sull’alta gronda
arruffano il piumoso e caldo petto
sverlando petali d’amore.
Sale raggiando il concento
e nel tempio glauco si disperde.
Per la via già suona un continuo
scalpicciare e donne fanno trebbio
a cianciare di oniriche emozioni.
Sull’orizzonte del placido mare,
intesto di lameggianti scaglie,
si sperdono gagliardi e tirati
stridi di gabbiani innamorati.
I PETALI DI PRIMAVERA
Come i petali di primavera
spuntano improvvisi
ai raggi dolci del sole
e ratti fuggono
nell'immenso cielo
ai soffi di sospiri,
così in un attimo vaniscono
i fiori della giovinezza
in ghirlande di foglie accartocciate,
memorie sbiadite nella mente stanca
della vecchiaia triste.


 


LA RANA E IL BUE
Un giorno una piccola rana distesa sul prato
vide vicino un grosso bue molto impegnato
a portare in groppa il contadino ed il cognato. Gelosa di tanta forza e dimensione chiese consigli allo zio pavone.
"Gonfiati le disse, diventerai un bel pallone”.
La rana prese una pompetta
e si gonfiò in tutta fretta:
volò in cielo e morì, la poveretta.
(favola di Fedro liberamente interpretata)
Presentiamo due acquerelli inseriti nel volume
clicca sulle miniature per ingrandirli
 

 

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Piazza Scala - maggio 2012