COMIT: una verità nascosta
Mercoledì
4 dicembre, a Milano, nelle sale del Circolo
della Stampa è avvenuta la presentazione del
volume di Carlo Brambilla "La sfida
internazionale della Comit", Edizioni Il Mulino,
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All'evento erano presenti in qualità di
relatori, oltre all'autore, anche Romano Prodi,
che ha peraltro collaborato alla stesura del
libro, Marco Onado e Alberto Quadrio Curzio. Tra
il pubblico erano presenti molti nostri ex
colleghi tra i quali Alberto Abelli, Massimo
Bacci, Lino Benassi, Aldo Civaschi, Pietro
Grandjacquet, Gino Luciani, Alberto Varisco,
Federico Della Grisa, Filippo Vasta, Luigi
Vercellini e tanti altri.
Di notevole spessore è stato l'intervento di
Romano Prodi che, in un esame della situazione
economica ed imprenditoriale italiana di
quell'epoca, ha criticato il ruolo della
Mediobanca di Cuccia "che ha messo l'Italia nel
freezer. E nel freezer il cibo si conserva bene,
ma non si moltiplica". Altrettanto critico è
stato nei confronti di Bankitalia che ha
precluso per molti anni l’ampliamento della rete
nazionale delle tre BIN a tutto vantaggio delle
Casse di Risparmio e delle Banche Popolari.
Questo ha portato ad una situazione di
indebolimento generale, che per quanto riguarda
la Comit è iniziato proprio dalla sfida persa
nell'internazionalizzazione, con la mancata
conquista della potente banca americana Irving
Trust a fine degli anni '80. Una sconfitta
frutto anche del mancato sostegno, se non
addirittura dell’ ostilità, della politica alla
"banca delle imprese", ambasciatrice dell'Italia
nel mondo, come l'aveva immaginata Raffaele
Mattioli.
Lo stesso Prodi e anche gli altri relatori hanno
sottolineato a più riprese il grande prestigio
che la Comit aveva sia in Italia che all’estero
e la elevata professionalità riconosciuta ai
suoi esponenti, tutti cresciuti alla famosa
“scuola Comit”. Proprio per questo, si sono
chiesti i relatori, è inspiegabile il motivo per
cui Banca Intesa, al momento delle integrazioni,
non abbia utilizzato il marchio della Banca
Commerciale Italiana, sicuramente il più
prestigioso e conosciuto anche a livello
internazionale.
Forse toccato da questa più che legittima
considerazione, l'intervento a sorpresa di
Giovanni Bazoli, Presidente del Consiglio di
Sorveglianza di Intesa SanPaolo, che suscita in
sala qualcosa di più di un semplice mugugno. La
numerosa schiera di ex Comit dà vita ad una
forte contestazione quando Bazoli dice che la
situazione era così grave che avrebbe potuto
condurre Comit a " portare i libri in
tribunale", soprattutto a causa della situazione
della partecipata Sudameris. La spontanea e
vibrata reazione ha sovrastato per qualche
minuto le parole di Bazoli inducendolo a
concludere velocemente il suo infelice e
inopportuno attacco alla Comit.
Molto interessante ed efficace è stato a questo
punto l’intervento di Roberto Poli, per undici
anni presidente del collegio sindacale della
Comit sino alla privatizzazione, il quale, dopo
essersi unito ai relatori nell’ apprezzamento
per il management della banca, ha detto di poter
testimoniare (e non poteva far diversamente) che
i conti della banca sono sempre stati in
perfetto ordine (almeno ai suoi tempi).
Per noi, che per lunghi anni abbiamo "servito"
alla causa della nostra Banca Commerciale
italiana, fa dispiacere vedere come la realtà
continua ad essere travisata al solo scopo di
gettare discredito su di una istituzione unica
nel suo genere che per anni è stata un faro per
l'economia italiana ed internazionale.
Comit ha brillato per innovazione, modernità,
spinta propulsiva; come azienda capace di
valorizzare le risorse umane e di creare senso
di appartenenza: valori che adesso fanno
sorridere, completamente abbandonati
dall'imprenditoria italiana e dalle banche , in
particolare.
E' per questo che, a distanza di oltre dieci
anni dalla sua scomparsa, la Banca Commerciale
italiana viene ancora ricordata come esempio da
seguire ed alcuni suoi esponenti da Raffaele
Mattioli a Francesco Cingano, a Sergio Siglienti
fanno ancora notizia sulle pagine dei giornali.
Questa é la nostra forza, la forza della Comit,
e soltanto i posteri potranno ristabilire la
verità sul suo immeritato declino. In attesa che
questo avvenga però, anche per un segno di
riguardo se non di riconoscenza verso tutti gli
ex Comit che vedono ingiustamente infangato da
personaggi come Geronzi e Bazoli il nome della
loro banca, sarebbe opportuno che i colleghi
protagonisti delle ultime vicende della Comit,
raccontassero, magari avvalendosi di un
giornalista di rango, come sono andate veramente
le cose. Questo anche perché il silenzio
potrebbe indurre a pensare che quanto i suddetti
personaggi hanno detto in diverse sedi e scritto
nei loro libri possa corrispondere al vero.
Amici Comit - Piazza Scala (l.e.)
8 dicembre 2013
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