da Nuova Realtà - periodico del sito ASSOCIAZIONE BANCARI CARIPUGLIA - CARIME 

 

 

 

 

Le donne oggi hanno acquisito una maggiore sensibilità al problema delle malattie del seno e, sempre in maggior numero, si sottopongono a controlli preventivi, sia spontaneamente, sia nel  contesto di programmi di screening ormai molto diffusi.
Il carcinoma mammario (prima causa di morte nelle donne affette da tumore con 30.000 nuovi casi ogni anno) minaccia drammaticamente la vita delle donne che potrebbero salvarsi, solo che il cancro venga diagnosticato per tempo, meglio se in fase preclinica, cioè non palpatoriamente evidenziabile. Infatti, in questi ultimi anni, pur aumentando l’incidenza di questi tumori, si è avuta una diminuzione della mortalità con interventi chirurgici meno demolitivi ed una terapia farmacologica molecolare mirata, migliorando così anche la qualità della vita dei soggetti colpiti.
Il compito del medico è quello di informare e saper indicare tempestivamente alla paziente le indagini necessarie per giungere ad una diagnosi il più precoce possibile.
L’individuazione di tumori al di sotto del centimetro, le migliori terapie chirurgiche, farmacologiche e radianti, permettono oggi guarigioni che si avvicinano al 90%.
Una patologia complessa, come il carcinoma mammario, richiede un approccio multidisciplinare che  coinvolge più professionalità: radiologo, anatomo patologo, chirurgo, radioterapista, oncologo, endocrinologo.
In prima linea, nel momento della diagnosi, è solo il radiologo che, dopo aver valutato clinicamente la paziente, stabilisce, sotto la sua personale responsabilità gestionale, l’intero percorso diagnostico avvalendosi di test di sua esclusiva competenza.
E’ il radiologo che valuta la migliore integrazione delle varie tecniche (Mammo - Eco - RNM - Citologia - Duttogalattografia - ecc.) e la relativa tempistica, variandola a seconda del tipo di sintomatologia.
Particolare professionalità del Radiologo-Senologo, quindi, è quella di riuscire ad individuare, quanto più possibile, tumori di piccole dimensioni e garantirne così diagnosi precoci.

 

PERCORSO DIAGNOSTICO IN CASI DI AUTOPRESENTAZIONE
 

NELLA DONNA ASINTOMATICA

Al di sotto dei 40 anni:
- nessun controllo programmato;
- solo se ad alto rischio, controlli preventivi con Ecografia ogni 12 mesi.
Al di sopra dei 40 anni:
Ogni 12-18 mesi, Mammo con Esame Clinico, integrata eventualmente da Eco (in mammelle dense).

NELLA DONNA SINTOMATICA

Al di sotto dei 40 anni:
Ogni 12 mesi Esame Clinico ed Eco (se necessario anche Mammografia).
Al di sopra dei 40 anni:
Ogni 12 mesi Mammografia con visita ed Eco. In caso di immagini di difficile interpretazione
(mammelle particolarmente dense o con calcificazioni)  si aggiunge Citologia e/o RNM.

 

Visto che la diagnosi precoce è la parte più importante, è opportuno operare e completare tutto l’iter diagnostico in centri polifunzionali (Unità di Senologia Diagnostica) in cui la preparazione professionale specialistica e la disponibilità di apparecchiature di alta qualità possono garantire, come risultato finale, una diagnosi certa che dia la massima tranquillità alla paziente.
L’autopalpazione, sempre raccomandata almeno una volta al mese, anche se non può dare una diagnosi precoce, serve alla conoscenza ed al controllo delle proprie mammelle e può fornire informazioni utili al medico (tempo di comparsa della lesione/nodulo, sua evoluzione volumetrica nel tempo), ma può anche causare falsi allarmismi o false rassicurazioni.

Nella sua valutazione clinica il Radiologo-Senologo analizza sia la presenza di eventuali sintomi, sia
i fattori di rischio cui la paziente è esposta.


SINTOMATOLOGIA
Nella sua fase iniziale il tumore al seno è totalmente asintomatico, ma nel suo sviluppo produce sintomi da non sottovalutare, quali:
- tumefazione mobile o no, dura o elastica;
- retrazione cutanea con aspetto a “buccia d’arancia”;
- variazioni delle dimensioni o della forma del nodulo palpabile;
- secrezione ematica dal capezzolo o aspetto eczematoso;
- arrossamento della mammella.

FATTORI DI RISCHIO
- Familiarità positiva: se madre, sorelle, figlia ed altri membri femminili della famiglia sono state già
  colpiti da carcinoma.
- Menarca precoce e menopausa tardiva: il corpo rimane più a lungo esposto agli estrogeni endogeni
  prodotti dalle ovaie.
- Gravidanze tardive o assenti: la gravidanza diminuiscec l’esposizione agli estrogeni endogeni.
- Mancato allattamento.
- Predisposizione genetica: cambiamenti di alcuni geni (BRCA1 e BRCA2). In caso di positività sono
  necessari controlli periodici anticipati ai 25 anni con esami diagnostici, in primis RNM.
- Uso di contraccettivi orali (ad alta percentuale estrogena e per lunghi periodi) e di farmaci per la
  terapia ormonale sostitutiva.
- Densità della mammella: un tessuto denso rende difficoltosa l’identificazione di un tumore.
- Cicli di radioterapia al torace.
- Obesità e scarsa attività fisica soprattutto dopo la menopausa.
- Consumo abituale di alcool.
- Fattori ambientali: l’esposizione a sostanze chimiche naturali e di sintesi (presenti nell’aria, negli
  alimenti, nell’acqua e in prodotti di uso quotidiano), quando queste sono in grado di interferire con gli
  estrogeni endogeni.


IL CARCINOMA MAMMMARIO COLPISCE ANCHE GLI UOMINI
Gli uomini non sono esenti da questa patologia anche se viene considerata rara e, pertanto, non esistono programmi di screening come per le donne.
In Italia colpisce ogni anno 300 uomini in età avanzata (età media 70 anni), ma ultimamente si è registrato un aumento d i casi in età anche al di sotto dei 45 anni.
Non esistendo programmi di screening per gli uomini, è importante non sottovalutare i sintomi e i
segni sospetti. Generalmente l’uomo richiede l’intervento del medico per l’aumento di volume della mammella che è il segno più frequente, come il rilievo di un nodulo retroareolare o una mastodinia diffusa.
Generalmente l’etiopatogenesi per l’uomo è da attribuire ad un aumento degli ormoni estrogenici.
Il carcinoma può anche essere correlato ad altri stati patologici (come tumori endocrini, surrenalici,
ipofisari, testicolari, tireopatie funzionali e insufficienza epatica) o all’utilizzo abitudinario di alcuni
farmaci e droghe.
Per i soggetti a rischio è opportuno rivolgersi allo specialista per valutare l’opportunità di sottoporsi a
controlli, così come per le donne, per giungere ad una diagnosi certa e soprattutto precoce, perché, anche per gli uomini, la prevenzione è l’arma più efficace contro questo tipo di tumore.

 

 


 

 

 

 

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