Carissimi,  si avvicina il Natale e vorrei ringraziare tutti coloro che in questi anni ci hanno sostenuto.

Ij Taròch a febbraio compiranno 16 anni di attività e pensano che non sia ancora ora di appendere gli

strumenti al chiodo. 

L'amico Paolo Sirotto ha voluto recensire l'ultimo disco "Seddes Tòch" con un simpatico articolo che troverete in allegato (N.d.R.: cfr. infra). 

Vi preannunciamo che sabato 10 Gennaio siamo stati invitati ad esibirci presso le Officine Folk di Via Luserna di Rorà  8 (San Paolo)  in una serata dal titolo "Bal Folk e Ballate da Piola" con Rinaldo Doro e Ij Taròch., dalle ore 21 

Daremo presto ulteriori ragguagli. 

Per adesso...

BUON NATALE A TUTTI!! 

Lele - 22 dicembre 2014

 

 

La recensione di Paolo Sirotto:

LELE DANESIN, quello che “A piora nen e Ten dur”…
Verso la fine degli anni 70, GINO BRAMIERI (a proposito, che peccato che questa figura così importante Sia stata dimenticata così in fretta…è proprio vero che un Paese senza memoria ha poco futuro davanti a sé…) portava in Teatro una Commedia di Terzoli e Vaime che si intitolava “Anche i Bancari hanno un’Anima”. Lo so bene che a dirlo oggi come oggi sembra quasi una provocazione, tuttavia qualche Bancario dotato di un’anima si trova anche nel 2014. E addirittura l’Anima è profondamente Piemontese! Questa è la giusta prerogativa di LELE DANESIN. Lele in effetti lavora in Banca, ma la sua vera passione è quella della Musica.
Esponente storico della Goliardìa Torinese, (insieme, tra i tanti, a Marco Albera, Paolo Benevelli, e anche se di una generazione precedente, Manlio Collino), si divide tra Chitarra e Pianoforte e dimostra la sue verve in mille spettacoli con tre filoni precisi. Con Ij Taròch (in formazione minima con il suo vecchio compare Ferdinando Rosso alla Fisarmonica, o completa con sax, batteria e altri strumenti) reinterpreta i “Classici” della Canzone Piemontese rileggendo in maniera nuova i brani di Gipo, di Paulin, dei Trelilu, e così via.
Con i Turin City Prackers, in particolare con un memorabile CD che si intitolava “Canson Crin-e, uscito qualche anno fa, che conteneva tutti brani che, come lascia immaginare il titolo, si possono definire come minimo Goliardici e non proprio per le Orecchie più delicate…
Con I Fratelli Montgolfier, con i quali ha inciso uno stupendo disco di brani Occitani, “D’Oc D.O.C.” nel 2011 si fa conoscere al contrario nel suo lato più Folk Tradizionale.
Adesso Lele è uscito con un CD nuovo, “Sëddes Tòch” , da solista o meglio come Leader di un gruppo di amici che lui ha chiamato pomposamente “Lele & the Chamanaut’s”. (provate a leggerlo in Piemontese e vedrete che il lato Goliardico salta fuori anche li…) e cambia ancora una volta l’angolazione con la quale vedere la sua musica. Non avete mai pensato come canterebbero i maggiori Cantautori nati negli U.S.A. se si esibissero nella nostra Lingua Piemontese? Ecco, in questo CD si possono trovare numerose risposte a questa domanda. Lou Reed, per esempio, invece di cantare la sua “Walk on the Wild Side” , in Piemontese potrebbe esprimere il suo lato “selvaggio”in “Propi là n’cola stansia” insieme a una donna di vita che invita un potenziale cliente provocandolo con una battuta estrema “mi son l’ultima ch’a j’è, Turineisa da la testa aj pè” e il Re del Folk Americano, John Denver, adatterebbe la sua “Country Roads” sulle Colline del nostro Monferrato facendola diventare “Ël Brich andoa i son nà” la dove si potrebbe arrivare a scrivere “Coro come ‘na flecia” insieme ai Creedence Clearwater Revival e Bruce Springsteen al posto di fare piangere la sua Mary con “O Mary, dont’ you Weep”potrebbe esortare tutti con “Piora nèn, tèn dur!”I Procol Harum poi si troverebbero a cantare “ A Whither Shade ok Pale”, o meglio la traduzione dei Dik Dik “Senza Luce”, con la disperazione di uno che si trova, dopo una grande baldoria a casa propria, “Sensa Bôte”.E se si pensa che la prima canzone del CD è “La Bamba”non proprio una danza tipica delle nostre Campagne, che diventa, nella traduzione di Lele, l’inno al nostro Piatto Nazionale, “La Bagna Cauda”, credo proprio che lo spirito di fondo di questo lavoro sia definitivamente chiarito. Non manca tuttavia, un doveroso ricordo del Mondo della Torino di un tempo, con “Il Rondò della Forca” E soprattutto, con “La Contessa si Rilassa” un divertissement basato su un gioco di parole e atmosfere tipiche della vecchia Nobiltà Cittadina. Così come si possono godere momenti più tipicamente nostrani, attraverso vari adattamenti in musica di Poesie Piemontesi. Dal Pinin Pacòt di “Freidolin-e”, al Nino Costa di “Mare Granda” e soprattutto al suo capolavoro “Nivole” (uno dei momenti più belli del disco insieme proprio a “El Brich Andoa i son nà”) a “L’Ultima Sin-a” e a “ Na Cita a so Papà” di Aldo Fioretta. Un gran bel lavoro, quindi, che fa uscire la nostra musica dai confini regionali e le dà un nuovo brìo (Che bello sentire “New York New York” diventare “Turin Turin”) ove si dimostra ancora una volta che la buona musica non deve avere confini. E questo Lele Danesin lo sa bene!!
Paolo SIROTTO.
 

 

 

 

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Piazza Scala - dicembre 2014