Quanto amore c'è nel mondo e quanto odio. Quanti amori esistono,
basterebbe per la vita. Tutto essa comprende. Ma non si scrive e non
si parla quasi mai dell'amore se non unendo la parola all'immagine
di un bambino, o di una donna, o di uomo. Certo anche della musica e
dell'arte. Ma è parte di noi quel sentimento che ispira, prende alla
gola, delude, contorce l'anima, fa brillare gli occhi e sobbalzare
lo spirito. Ed è di solito per l'amore che si gioisce e si soffre,
che si sorride e si perde la testa, la cognizione, il senso di sé.
Oggi è una delle tante giornate in cui lo si rincorre tra le sabbie
di un deserto, accogliendo il vento di un autunno caldo,
silenziosamente camminando per strada, anche tra la folla, senza
vedere altro che materializzarsi il proprio pensiero.
Poi una musica lontana, conosciuta o solo gentile, regala attimi
fuggenti che profumano come una rosa di maggio; ed il tuo passo,
pesante, claudicante o leggero, ti riporta al mondo lontano che hai
vissuto e che vorresti rivivere per cambiare il corso della tua
vita.
Invecchi, le facce conosciute sono sempre meno; la forza che ti
sorreggeva solo qualche anno prima, sai che sta scemando ed intorno
se alzi lo sguardo, dominato dai tuoi sogni, vedi altra gente,
sconosciuta, o solo cresciuta, ma quel che non ti abbandona è la
ricerca dell'amore. Vorresti che ti riempisse il corpo, lo spirito,
l'anima, ti facesse volare come quando avevi vent'anni e lo farebbe,
se lo incontrassi.
Eppure noti gesti improvvisi che sono tolleranza verso il prossimo;
sai, come quando regalavi l'unica cosa che possedevi da bambino, ad
una vecchietta che chiedeva la carità: un fazzoletto bianco, pulito,
un piccolo dono; soldini non ne avevi ed era solo un modo per dirti
inconsapevolmente, ti sto pensando.
Poi c'è chi dovrebbe pensarti da adulto e costruire una vita
insieme, perdonare i propri errori e dividere il grano dal loglio;
riconoscere i propri.
Ti sorride un bimbo dalla carrozzina; non c'è nulla che ti possa
riempire il cuore come due occhi neri di un ragazzino africano che
sulla spiaggia di Zanzibar aveva lo stesso sereno stato d'animo del
religioso nepalese incontrato sulla via della mia esistenza, ma non
godeva dello stesso futuro; chi dei due aveva lo aveva? Meditazione
da una parte, fame e fango e pioggia dall'altra. E allora torni a
fatica verso casa: oggi è più vuota che mai; quindi pensi se
ritornerà, se ritornerai; se qualcosa capiterà; anche un uomo, anche
una donna possono essere fragili; non c'è nessuno più forte di un
altro, o di un'altra; l'empatia non ti aiuta sempre. Dov'è la
capacità di comprendere appieno lo stato d'animo altrui, sia che si
tratti di gioia, che di dolore? Sovente scompare nelle nebbie di un
egoismo inconsapevole o voluto con forza per dimostrare di essere
forte.
Allora senti salire il desiderio di accenderti una sigaretta; di
seguirne il lento consumo della cartina, come se fosse la tua vita,
o l'amore della tua vita. Non piangere mia compagna: malinconia che
ti stringe la gola. Ma no, amore...lasciami piangere. Ti odio? Ma
l'odio a volte non è solo l'amore al contrario? O cielo azzurro,
l'ultimo di questo autunno, volgo lo sguardo, quasi con vanità. Ero
e non sono. Oppure no? Amore, mi sei scoppiato nel cuore. E poi ecco
il silenzio della sera. La notte che avanza, il giorno che camminerà
al tuo fianco. Sorriderai?
Si forse tornerà la luce, Quindi accendi lo stereo ed ascolti la tua
usica. Questo è amore: in fondo per un uomo, anche la musica che ami
è femmina. O solo musica.
Buona vita. A tutti.
10 novembre 2013 - Maurizio Dania